Martedì, 14 Dicembre 2021 09:05

Avicoltura e Zen, a Chiaravalle l'allevamento di "uova fertili colorate"

Scritto da Bruno Greco
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Da operatore aeroportuale a Caselle (Torino) alla vita di campagna. Ci vuole tanta passione e soprattutto tanto coraggio, in periodo di pandemia, a lasciare una carriera sicura per finire persuasi dal sogno di una vita che porta con sé più rischi che gioie. Francesco Garito (30 anni) a gennaio 2020 ha lasciato il suo posto di lavoro per tornare a casa, a Chiaravalle Centrale, dove ha aperto la sua azienda avicola, “Petit bisous”, non per fare il semplice allevatore di galline ma per dedicarsi alla produzione di uova fertili. «Io e la mia famiglia – ha raccontato al Vizzarro Garito – abbiamo da sempre allevato avicoli. A Torino avevo un lavoro sicuro, un futuro solido e lineare dal punto di vista occupazionale. Ma sentivo che quell’ambiente non mi apparteneva, in quanto sono stato da sempre legato alle realtà rurali». Per Francesco Garito la voglia di sporcarsi le mani e vivere a contatto con la natura ha radici profonde. «Nonostante la sicurezza economica – ha continuato Garito – non mi sentivo appagato. La mia scelta è legata all’interesse per la filosofia Zen. Per me si è trattato di un cambio di vita anche dal punto di vista spirituale che mi ha spinto verso le origini, a ritrovare il contatto con la natura».

«Allevare per me è un’arte. Come nella musica si deve padroneggiare il suono e il ritmo nell’avicoltura bisogna curarsi della pace e del benessere»

Per Francesco Garito allevare avicoli non significa essere possessore di semplici galline che producono uova ma vuol dire dedicarsi anima e corpo a un lavoro diverso, frutto di un percorso artistico. Le varie razze di avicoli in suo possesso richiedono, per essere allevate, enorme studio e costante cura. «Allevare – racconta ancora – per me è un’arte. Come nella musica si deve padroneggiare il suono e il ritmo nell’avicoltura bisogna curarsi della pace e del benessere, entrare a far parte del ciclo della natura e comprendere qual è il corretto modo di vivere». 

COME AVERE UOVA COLORATE Le razze di “avicoli ornamentali” allevate da Garito (particolari anche nell'estetica) sono uniche nelle Preserre. Uno dei suoi obiettivi è la produzione di “uova fertili”, dai colori più strani, a volte anche bizzarri, che si ricavano con l’incrocio di razze. «La passione per questo lavoro mi ha portato a studiare perché non era mia intenzione fare il semplice allevatore di galline. Io produco uova fertili colorate, ibridi che nascono dall’incrocio tra razze». Un esempio mostratoci da Garito è l’“olive egger” che si ottiene con il maschio marans e la femmina araucana o legbar. «Le marans – ha spiegato il giovane allevatore – donano all’uovo un pigmento marrone, mentre le legbar o araucana rilasciano il colore blu. Nella formazione viene liberata la protoporfirina che dà il pigmento all’uovo. Al primo tentativo la gallina depone delle uova ibride definite F1, di colore verde chiaro. Di seguito, invece, deporrà delle uova definite F2 di colore verde più scuro fino ad arrivare al verde oliva intenso, “olive egger”, che poi darà vita all’omonima razza avicola». Ma nell’azienda “Petit bisous” di Chiaravalle l’uovo verde oliva è solo uno dei tanti che si possono vedere, data la grande gamma di pigmenti di cui sono caratterizzati i prodotti nati dall’incrocio delle tante razze di galline. Razze che nell’azienda vengono anche allevate in purezza. 

IL COLORE CHE PROTEGGE DAI BATTERI Oggi, secondo quanto riferito da Garito, queste tipologie di uova si inseriscono in un largo range di richiesta anche a livello culinario. In più, la protoporfirina, lo strato esterno che definisce il pigmento dell’uovo nel momento in cui si trova nell’ovidotto, prima di essere deposto, fa da protezione allo stesso evitando l’attacco di batteri e il rischio di salmonellosi. Una sicurezza, dal punto di vista alimentare, anche per le donne incinte sempre caute nell’assunzione di alcuni cibi. 

IN PROGETTO LA FATTORIA DIDATTICA Grazie alla passione, quanto alla sua lungimiranza, Francesco Garito per il momento ha vinto la scommessa riuscendo a vivere del suo lavoro a Chiaravalle Centrale. Lo sforzo che richiede questo tipo di attività (derivante da un presidio costante nell’allevamento) è notevole ma sono tante anche le soddisfazioni. In futuro, con l’aiuto dell’amico Francesco Gullì che gli dà una mano, c’è in progetto l’apertura di una fattoria didattica. «Se ci fosse la possibilità – ha detto infine – magari col supporto delle istituzioni territoriali, si potrebbe dar vita a una fattoria didattica. Oltre alla partecipazione degli scolari sarebbe interessante organizzare progetti per i disabili, corsi di pet therapy e tanto altro. Ma anche il solo contatto con i pulcini, prediligendo il semplice punto di vista ludico, attrae di per sé molto i bambini. L’idea è in cantiere e spero presto di poterla realizzare». 

Coniugando passione e lavoro Francesco Garito oggi può dunque affermare di aver trovato la sua “gallina dalle uova d’oro”.

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