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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
SORIANO CALABRO - Erano da poco passate le 23 e 30 di mercoledì scorso. Il presidente del consiglio comunale, Vincenzo Bellissimo, si trovava nella piazza centrale del paese. Una serata tranquilla come tante altre. Almeno così potrebbe sembrare. A distanza di pochi minuti, però, Bellissimo veniva aggredito e malmenato. Fortunatamente l'esponente della maggioranza non ha riportato gravi conseguenze ma soltanto alcune escoriazioni al polso, al ginocchio e all'avambraccio. Anche se le conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi.
Non è la prima volta che Bellissimo subisce aggressioni e minacce. Quello di mercoledì, dunque, è soltanto uno dei tanti episodi che lo ha visto - suo malgrado - protagonista: il presidente del consiglio comunale si trovava, dunque, in piazza quando, dopo aver notato alcuni bambini intenti a giocare a pallone, li ha richiamati ad un maggiore rispetto del vivere civile. Cosa questa che, però, non ha sortito alcun effetto, visto che i bambini hanno tranquillamente continuato a giocare. Bellissimo, dunque, decide di rivolgersi al parente di uno dei bambini, facendo notare ciò che stava succedendo. Non una parola di troppo. Da li a poco, però, il presidente del consiglio veniva aggredito da un adulto, che gli avrebbe sferrato un pugno, facendolo cadere a terra.
Ferma condanna sull'accaduto è giunta ieri sera, durante la seduta del consiglio comunale: «Per me è doveroso - ha detto il primo cittadino Francesco Bartone - condannare questo fatto. Il presidente Bellissimo è stato malmenato perchè portava alcuni ragazzi al senso civico. Sono cose che non dovrebbero assolutamente accadere. Se ci dovesse essere un procedimento saremo pronti a costituirci parte civile». Condanna per quanto accaduto è stata espressa anche dagli altri componenti dell'assise cittadina. Il sindaco, inoltre, ha già diramato un'ordinanza che vieta di giocare a pallone in piazza Ferrari. Poi, nel corso del consiglio, si è discusso dei punti all'ordine del giorno. L'amministrazione comunale, visto lo stato di dissesto finanziario, ha già venduto beni di proprietà del Comune, per oltre 600mila euro.
Riceviamo e pubblichiamo:
Il responsabile aveva incaricato per la realizzazione del casolare, in zona boschiva sottoposta a vincoli, una ditta edile del luogo senza essere in possesso delle relative autorizzazioni.
Mongiana – Gli agenti del Comando Stazione di Serra San Bruno (VV) hanno denunciato un pensionato 62enne del posto, tale M.C., perché, senza aver acquisito le necessarie autorizzazioni, aveva commissionato ad un ditta edile locale la costruzione di una struttura in legno con platea in cemento nella località Gozzi dello stesso Comune.
L’accertamento è stato possibile effettuando un consueto giro di perlustrazione e controllo del territorio nella zona interessata.
Al momento della constatazione stava lavorando un solo operaio il quale riferiva che l’opera era stata ordinata dal M.C., proprietario del fondo. Non era a conoscenza, però, dell’esistenza o meno delle necessarie autorizzazioni.
Convocato sul posto, il M.C. non era in grado di esibire alcun titolo autorizzativo, propedeutico per la realizzazione del casolare in questione.
La mancanza delle autorizzazioni veniva confermata dagli accertamenti espletati presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Serra San Bruno.
Di conseguenza, si procedeva ad apporre i sigilli e sequestrare l’intero manufatto, avente una superficie pari a 60 mq.
Il responsabile veniva deferito presso la competente Autorità Giudiziaria per violazione al vincolo paesaggistico-ambientale, per violazione alla normativa urbanistico-edilizia nonché per violazione al vincolo idrogeologico perché, sempre in assenza di autorizzazione, per effettuare lo sbancamento del terreno si era altresì reso necessario praticare il taglio di parte del soprassuolo boschivo ed effettuare lo sradicamento delle ceppaie.
CORPO FORESTALE DELLO STATO
COMANDO PROVINCIALE
VIBO VALENTIA
Riceviamo e pubblichiamo:
Sono stati deferiti in stato di libertà i due soggetti, tale C.N., 56enne imprenditore edile, in concorso con C.S. di anni 28, entrambi originari di San Calogero (VV), autori dello sfruttamento abusivo di un’area di circa 7.000 mq in località Fondo Rotondello di Filandari (VV), dalla quale veniva estratto abusivamente materiale calcareo.
L’attività investigativa è stata originata da una segnalazione pervenuta presso la Sala Operativa Regionale del CFS, tramite il numero di emergenza ambientale 1515.
Nel corso delle operazioni, gli agenti del Comando Stazione Forestale di Spilinga (VV) hanno monitorato per circa dieci giorni quanto stava accadendo nella località in esame, documentando un sistematico via vai di mezzi meccanici intenti nelle opere di escavazione.
Dopo una serie di riscontri documentali che hanno evidenziato l’illegittimità delle opere, il personale operante ha deciso di intervenire, sancendo l’epilogo dell’ ennesimo scempio ambientale consumato ai danni del territorio.
Sono così finiti sotto sequestro un grosso autocarro ed un escavatore cingolato, adoperati per la commissione del reato, nonché il fondo di natura agricola di circa 7000 metri quadrati dal quale veniva sottratto indebitamente l’ingente quantitativo di materiale inerte, impiegato per la produzione di miscele cementizie.
I successivi rilievi del Corpo Forestale, eseguiti con l’ausilio di strumentazione GPS e la consultazione di aerofotogrammetrie del luogo, hanno sottolineato come l’ attività delittuosa, posta in essere dagli indagati, abbia comportato una significativa e permanente modificazione dello stato dei luoghi, creando una vistosa depressione del suolo con alterazione della morfologia e dell’assetto territoriale.
L’estrazione abusiva, nello specifico, ha interessato una parete rocciosa, creando un fronte di lunghezza pari a 40 metri lineari per una larghezza di 25 metri lineari ed altezza media di circa 5 metri. Le prime stime, basate anche sul raffronto tra le ortofoto degli anni trascorsi e la situazione di fatto, parlano di oltre 5000 metri cubi di materiale calcareo trafugato illecitamente, con profitti per svariate migliaia di euro.
I destinatari del provvedimento di sequestro, a cui è stata peraltro affidata la custodia giudiziaria dei beni, sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia in ordine al reato di abusivismo edilizio in concorso.
Il fascicolo relativo agli atti d’indagine è ora in mano alla Magistratura di Vibo Valentia che ha già convalidato il sequestro eseguito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, iscrivendo i due soggetti nel registro degli indagati.
Intanto le indagini proseguono a ritmo serrato e mirano ad accertare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nella vicenda.
Corpo Forestale dello Stato
Comando Provinciale Vibo Valentia
Sono due le operazioni effettuate nei giorni addietro dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato nella provincia vibonese.
La prima operazione, condotta da personale appartenente al Comando Provinciale di Vibo Valentia ed al Comando Stazione di Serra San Bruno, in seguito alla denuncia presentata dal proprietario del fondo interessato, ha permesso di scoprire l’autore del taglio e furto di piante di alto fusto di varie specie in località Brasi di Simbario.
Dagli accertamenti esperiti in loco si riscontrava il taglio abusivo di ben 102 piante della specie roverella, castagno e ontano praticato diversi giorni addietro. Le indagini effettuate consentivano di individuare tutto il materiale legnoso trafugato. Parte del legname si trovava, già depezzato e accatastato, in un piazzale adibito a cantiere nella confinante località Cecato.Il Vizzarro.it - quotidiano online
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