mini sorianoSORIANO CALABRO - Erano da poco passate le 23 e 30 di mercoledì scorso. Il presidente del consiglio comunale, Vincenzo Bellissimo, si trovava nella piazza centrale del paese. Una serata tranquilla come tante altre. Almeno così potrebbe sembrare. A distanza di pochi minuti, però, Bellissimo veniva aggredito e malmenato. Fortunatamente l'esponente della maggioranza non ha riportato gravi conseguenze ma soltanto alcune escoriazioni al polso, al ginocchio e all'avambraccio. Anche se le conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi.

Non è la prima volta che Bellissimo subisce aggressioni e minacce. Quello di mercoledì, dunque, è soltanto uno dei tanti episodi che lo ha visto - suo malgrado - protagonista: il presidente del consiglio comunale si trovava, dunque, in piazza quando, dopo aver notato alcuni bambini intenti a giocare a pallone, li ha richiamati ad un maggiore rispetto del vivere civile. Cosa questa che, però, non ha sortito alcun effetto, visto che i bambini hanno tranquillamente continuato a giocare. Bellissimo, dunque, decide di rivolgersi al parente di uno dei bambini, facendo notare ciò che stava succedendo. Non una parola di troppo. Da li a poco, però, il presidente del consiglio veniva aggredito da un adulto, che gli avrebbe sferrato un pugno, facendolo cadere a terra.

Ferma condanna sull'accaduto è giunta ieri sera, durante la seduta del consiglio comunale: «Per me è doveroso - ha detto il primo cittadino Francesco Bartone - condannare questo fatto. Il presidente Bellissimo è stato malmenato perchè portava alcuni ragazzi al senso civico. Sono cose che non dovrebbero assolutamente accadere. Se ci dovesse essere un procedimento saremo pronti a costituirci parte civile». Condanna per quanto accaduto è stata espressa anche dagli altri componenti dell'assise cittadina. Il sindaco, inoltre, ha già diramato un'ordinanza che vieta di giocare a pallone in piazza Ferrari. Poi, nel corso del consiglio, si è discusso dei punti all'ordine del giorno. L'amministrazione comunale, visto lo stato di dissesto finanziario, ha già venduto beni di proprietà del Comune, per oltre 600mila euro.

 

Pubblicato in ATTUALITÀ

mini eliporto_vibo_marinaVIBO VALENTIA - Un uomo, di cui ancora non si conoscono le generalità, è stato vittima di un grave incidente sul lavoro a circa 30 miglia dalla costa tirrenica vibonese, direzione Stromboli. Da quanto si apprende da fonti interne, l'uomo, ingaggiato da alcune cooperative marinare attive in questo periodo sul fronte della pesca del tonno, si è immerso in mattinata in una delle gabbie di allevamento poste a largo per svolgere le solite mansioni di conta e monitoraggio del cosiddetto "pinna rossa" quando, pare, sia stato vittima per causa ancora da accertare di un'embolia polmonare. Gli altri operai in superficie, accortisi immediatamente dell'incidente, hanno allertato i soccorsi che hanno raggiunto il sommozzatore via mare, con le vedette e le lance della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza di Vibo Marina e per via aerea, con un primo elisoccorso giunto da Catanzaro

Pubblicato in ATTUALITÀ

mini Casolare_1Riceviamo e pubblichiamo: 

Il responsabile aveva incaricato per la realizzazione del casolare, in zona boschiva sottoposta a vincoli, una ditta edile del luogo senza essere in possesso delle relative autorizzazioni.

Mongiana – Gli agenti del Comando Stazione di Serra San Bruno (VV) hanno denunciato un pensionato 62enne del posto, tale M.C., perché, senza aver acquisito le necessarie autorizzazioni, aveva commissionato ad un ditta edile locale la costruzione di una struttura in legno con platea in cemento nella località Gozzi dello stesso Comune.

L’accertamento è stato possibile effettuando un consueto giro di perlustrazione e controllo del territorio nella zona interessata.

Al momento della constatazione stava lavorando un solo operaio il quale riferiva che l’opera era stata ordinata dal M.C., proprietario del fondo. Non era a conoscenza, però, dell’esistenza o meno delle necessarie autorizzazioni.

Convocato sul posto, il M.C. non era in grado di esibire alcun titolo autorizzativo, propedeutico per la realizzazione del casolare in questione.

La mancanza delle autorizzazioni veniva confermata dagli accertamenti espletati presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Serra San Bruno.

Di conseguenza, si procedeva ad apporre i sigilli e sequestrare l’intero manufatto, avente una superficie pari a 60 mq.

Il responsabile veniva deferito presso la competente Autorità Giudiziaria per violazione al vincolo paesaggistico-ambientale, per violazione alla normativa urbanistico-edilizia nonché per violazione al vincolo idrogeologico perché, sempre in assenza di autorizzazione, per effettuare lo sbancamento del terreno si era altresì reso necessario praticare il taglio di parte del soprassuolo boschivo ed effettuare lo sradicamento delle ceppaie.

CORPO FORESTALE DELLO STATO
COMANDO PROVINCIALE
VIBO VALENTIA 

 

Pubblicato in ATTUALITÀ
 

mini provincia-vibo

Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Quando nel corso dei tanti mesi trascorsi polemizzavo aspramente con i vertici politici ed amministrativi della Provincia, a cui rimproveravo una gestione “libertina” delle risorse, assieme ad una improvvisata e superficiale azione politica venivo letteralmente aggredito dal fuoco di sbarramento che l’ex Presidente e l’ex Direttore Generale mettevano in campo per difendersi dal rompiscatole Prestia, unico ad avere la voglia, e forse il coraggio, di sfidare i due potenti. Chiedevo ripetutamente la consegna dei bilanci consuntivi, ma mai questo avveniva, solamente nel 2009 riuscimmo ad avere il bilancio preventivo che, anche se rappresentava l’elenco dei buoni propositi, in qualche modo faceva intravedere gli sprechi. Oggi capiamo perché quei bilanci erano cosi segreti e venivano negati alle Organizzazioni sindacali che invece avevano ed hanno il diritto di esaminarli. Chiedevo, a quel tempo, al Direttore Generale di dedicare le proprie energie allo svolgimento dei compiti a lui assegnati che, brevemente riassumo: attuazione degli indirizzi e degli obiettivi stabiliti dagli organi di governo dell’ente, secondo le direttive impartite dal capo dell’amministrazione;sovrintendenza alla gestione dell’ente,perseguendo livelli ottimali di efficacia ed efficienza; predisposizione del piano dettagliato degli obiettivi; formulazione del piano esecutivo di gestione; coordinamento dei dirigenti, per le attività di cui sopra. Ed oggi mi chiedo, quei compiti sono stati espletati da tutti coloro che in quelle norme vengono richiamati ? O a gestire la Provincia erano soltanto il Dirigente Vinci e la Dirigente De Sossi ? Nei nostri comunicati denunciavamo le eccessive spese per le collaborazioni degli amici infilati negli staff del Presidente e degli Assessori, quando agli oltre 40 part time dell’ente veniva erogato uno stipendio di poco superiore alle 500 euro mensili,criticavamo gli eccessivi costi della politica, rappresentavamo crudamente all’opinione pubblica, che non reagiva in alcun modo, che a Palazzo ex Enel la cosa pubblica veniva gestita come se fosse cosa propria dal gruppetto di amici che, poveri ingenui compreso me, il popolo di centrosinistra aveva mandato ad amministrare. Quando nel 2008 denunciammo che il Direttore Generale ricopriva impropriamente anche la carica di Segretario Generale, andando a percepire pressappoco l’equivalente del compenso di due Ministri della Repubblica, facendo venir meno le risorse per altri benefici da rivolgere alla collettività, fui diffidato ufficialmente a non parlare più di lui, con frasi sprezzanti tipo “quali titoli hai per permetterti di giudicare e di valutare? Pensa a giudicare le tue incapacità “ e con la maligna insinuazione che se qualcuno, evidentemente arrabbiato per tali disparità, avesse commesso azioni delittuose nei suoi confronti sarei stato considerato come mandante. Naturalmente non rimasi zitto. La preoccupazione era riferita alla eventuale reazione degli oltre cento precari che senza tanti fronzoli furono mandati via perché le risorse disponibili dovevano essere utilizzate per fini più alti. Nessuno fece caso al fatto che la quasi totalità delle somme necessarie a pagare quei lavoratori provenivano dai fondi europei che la Provincia riceveva tramite la Regione. Mestiere difficile a quel tempo stare fuori dal coro, tant’è che mai nessuno osò dire qualcosa su quei potenti. Anzi, per tornare a poche settimane fa con un lapsus freudiano De Nisi affermava che noi denunciavamo fatti ed aggiungo io misfatti, soltanto perché non ci era concesso di partecipare alla spartizione della torta. La sottrazione delle risorse del fondo antiracket per spartirsi quelle quote, è particolarmente odiosa, se è vero come è vero, che chi ne aveva particolarmente bisogno non ne ha potuto beneficiare, ma in quanto a sottrazione di risorse ai più deboli ci sono anche altri casi che gli inquirenti porteranno sicuramente alla luce, ad esempio aver fatto pagare per tanti anni la tassazione Irap ai lavoratori cosiddetti articolo 7 facendogli sottoscrivere contratti-capestro, quando quella era una partita economica che doveva ricadere esclusivamente sull’amministrazione dell’ente. A nulla sono valse le nostre denunce, il livello di supponenza di cui erano pervasi li induceva a ritenere che mai si sarebbe frugato tra quelle carte, e ciò li metteva al riparo da ogni forma di pudore. Oggi che più c’era bisogno di una gestione consapevole ed oculata gli Schettini sono andati via lasciando i lavoratori in un mare di problemi, ma oggi che sembra tutto così nero è invece il momento di farsi forza e di riporre la fiducia nel Commissario Ciclosi che, visto l’ottimo lavoro svolto altrove, sarà sicuramente capace di trarre il meglio da quanto le normative offrono.
Sarebbe bello che la Provincia non venisse cancellata, che i lavoratori restassero al loro posto, e la cosa ancora più bella è che non ci sarebbero più l’ex Presidente e l’ex Direttore Generale.
 
Il Segretario Provinciale 
Uil Vibo Valentia
Luciano Prestia
Pubblicato in POLITICA

mini Mezzi_sequestrati_1Riceviamo e pubblichiamo:

Sono stati deferiti in stato di libertà i due soggetti, tale C.N., 56enne imprenditore edile, in concorso con C.S. di anni 28, entrambi originari di San Calogero (VV), autori dello sfruttamento abusivo di un’area di circa 7.000 mq in località Fondo Rotondello di Filandari (VV), dalla quale veniva estratto abusivamente materiale calcareo.

L’attività investigativa è stata originata da una segnalazione pervenuta presso la Sala Operativa Regionale del CFS, tramite il numero di emergenza ambientale 1515.

Nel corso delle operazioni, gli agenti del Comando Stazione Forestale di Spilinga (VV) hanno monitorato per circa dieci giorni quanto stava accadendo nella località in esame, documentando un sistematico via vai di mezzi meccanici intenti nelle opere di escavazione.

Dopo una serie di riscontri documentali che hanno evidenziato l’illegittimità delle opere, il personale operante ha deciso di intervenire, sancendo l’epilogo dell’ ennesimo scempio ambientale consumato ai danni del territorio.

Sono così finiti sotto sequestro un grosso autocarro ed un escavatore cingolato, adoperati per la commissione del reato, nonché il fondo di natura agricola di circa 7000 metri quadrati dal quale veniva sottratto indebitamente l’ingente quantitativo di materiale inerte, impiegato per la produzione di miscele cementizie.

I successivi rilievi del Corpo Forestale, eseguiti con l’ausilio di strumentazione GPS e la consultazione di aerofotogrammetrie del luogo, hanno sottolineato come l’ attività delittuosa, posta in essere dagli indagati, abbia comportato una significativa e permanente modificazione dello stato dei luoghi, creando una vistosa depressione del suolo con alterazione della morfologia e dell’assetto territoriale.

L’estrazione abusiva, nello specifico, ha interessato una parete rocciosa, creando un fronte di lunghezza pari a 40 metri lineari per una larghezza di 25 metri lineari ed altezza media di circa 5 metri. Le prime stime, basate anche sul raffronto tra le ortofoto degli anni trascorsi e la situazione di fatto, parlano di oltre 5000 metri cubi di materiale calcareo trafugato illecitamente, con profitti per svariate migliaia di euro.

I destinatari del provvedimento di sequestro, a cui è stata peraltro affidata la custodia giudiziaria dei beni, sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia in ordine al reato di abusivismo edilizio in concorso.

Il fascicolo relativo agli atti d’indagine è ora in mano alla Magistratura di Vibo Valentia che ha già convalidato il sequestro eseguito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, iscrivendo i due soggetti nel registro degli indagati.

Intanto le indagini proseguono a ritmo serrato e mirano ad accertare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nella vicenda.

Corpo Forestale dello Stato
Comando Provinciale Vibo Valentia

Pubblicato in ATTUALITÀ

mini canapa_cfs_serraSono due le operazioni effettuate nei giorni addietro dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato nella provincia vibonese.

La prima operazione, condotta da personale appartenente al Comando Provinciale di Vibo Valentia ed al Comando Stazione di Serra San Bruno, in seguito alla denuncia presentata dal proprietario del fondo interessato, ha permesso di scoprire l’autore del taglio e furto di piante di alto fusto di varie specie in località Brasi di Simbario.

Dagli accertamenti esperiti in loco si riscontrava il taglio abusivo di ben 102 piante della specie roverella, castagno e ontano praticato diversi giorni addietro. Le indagini effettuate consentivano di individuare tutto il materiale legnoso trafugato. Parte del legname si trovava, già depezzato e accatastato, in un piazzale adibito a cantiere nella confinante località Cecato.

Pubblicato in ATTUALITÀ

mini sequestro_alaco_3SERRA SAN BRUNO – Schiuma marrone, calcinacci cadenti, tane di ratti, ruggine, muffe, escrementi di ogni genere. In molti di quei serbatoi dislocati nei comuni allacciati all’Alaco, la situazione fotografata dai Nas e dal Cfs è di forte degrado igienico. L’Alaco, a monte, manda negli acquedotti comunali un liquido non meglio identificato che forse è un po’ azzardato definire “acqua”. A valle, poi, quel liquido passa per i serbatoi Sorical e comunali dove i controlli erano occasionali e la manutenzione a dir poco carente. Nel sistema idrico dell’Alaco, per ciò che riguarda la provincia Vibonese, rientrano 21 comuni. Tra questi, vi sono molti pozzi, soggetti ad analisi solo “occasionali”.

Pubblicato in ATTUALITÀ

mini SpagnuoloI giudici del tribunale di Vibo Valentia hanno assolto, perche' il fatto non sussiste, quattro imputati coinvolti nell'inchiesta chiamata 'Golden House' accusati di abuso d'ufficio, abusivismo edilizio, e violazione delle ordinanze emesse dopo l'alluvione del 3 luglio del 2006. Si tratta di Giacomo Consoli, ex dirigente comunale del settore urbanistico, gli imprenditori Francesco Mirabello e Pietro Naso, ed il progettista dei lavori Gioele Pelaggi. Dopo quasi sei ore di camera di consiglio è arrivato il verdetto tanto atteso, che scatenato la gioia degli imputati. Si chiude quindi con l'assoluzione degli imputati il processo Golden House. Con le indagini partite tre anni fa, erano stati ipotizzati i reati di abuso in concorso e abusivismo edilizio per tutti, mentre a Consoli veniva inoltre contestato, in qualità di dirigente della ripartizione urbanistica del Comune, l'omessa revoca dei permessi a costruire dopo la pubblicazione dell'ordinanza n. 61 con la quale veniva adottato il piano Versace 2.

Pubblicato in ATTUALITÀ

Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

Reg. n. 4/2012 Tribunale VV

redazione@ilvizzarro.it

Seguici sui social

Associazione "Il Vizzarro”

via chiesa addolorata, n° 8

89822 - Serra San Bruno

© 2017 Il Vizzarro. All Rights Reserved.Design & Development Bruno Greco (Harry)