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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
VIBO VALENTIA - Un cartello di aziende edili “autorizzate” dalla cosca dei Mancuso ad operare sul territorio di Limbadi. Un imprenditore dello stesso settore che tenta di farsi spazio sul un mercato blindato e diventa immediatamente bersaglio di intimidazioni, danneggiamenti e minacce. Secondo quanto accertato dagli investigatori della squadra mobile di Catanzaro, guidati da Rodolfo Ruperti, sarebbe stato Domenico Mancuso, arrestato all'alba di oggi, a ricevere dai ranghi superiori della cosca il compito di allontanare il concorrente sgradito. Il 35enne, conosciuto negli ambienti criminali come “the red” (il rosso), si sarebbe reso dunque responsabile della sistematica persecuzione dell'imprenditore edile, che dopo l'ennesimo incendio di mezzi in cantiere, si è trovato costretto a chiudere i cantieri. Un atteggiamento che rivela la capillarità e l'offensività della cosca di Limbadi, attiva in ogni settore economico, e protagonista di un'aggressiva strategia di controllo del territorio. Domenico Mancuso, figlio di Diego Mancuso, considerato un membro di spicco dell'omonima cosca, appartiene a quella terza generazione di rampolli in ascesa non meno violenta e aggressiva delle precedenti. Il 35 enne Domenico, arrestato stamani su provvedimento del pubblico ministero della Dda Simona Rossi, dovrà rispondere di estorsione aggravata dalle modalità e dalle finalità mafiose.
Un territorio alla mercé del dissesto idrogeologico e che, più di molti altri, frana costantemente, moralmente e fisicamente verso l’abisso. Un po’ a causa delle ecomafie, un po’ per la negligenza delle istituzioni, ancora una volta, all’indomani dell’ennesima “tempesta”, il Vibonese si sveglia devastato, con lividi ovunque ed il viso ammaccato come un pugile suonato, messo duramente ko nell’incontro del giorno prima.
La forte ondata di maltempo che ha interessato la Calabria, per tutto il corso del weekend, ha provocato gravi “ferite” anche a tutto il territorio delle Serre. Il comune che, per il momento, pare abbia registrato i problemi maggiori è quello di Arena, dove la pioggia caduta incessantemente da oltre due giorni, ha provocato questa mattina lo smottamento di una frana. Il preoccupante cedimento pare sia stato determinato dal crollo di un muro di contenimento posto ad argine della montagna, proprio nei primi metri del centro abitato dell’entroterra Vibonese. Il crollo – secondo quanto ci è stato riferito – ha causato l’interruzione della circolazione stradale sia in uscita che in entrata dal territorio comunale, proprio perché la frana è andata ad interessare una delle strade di accesso al paese. I detriti si sono quindi riversati sulla carreggiata, anche se – fortunatamente - al momento della frana, non vi erano veicoli o pedoni in percorrenza del tratto stradale. Di conseguenza non dovrebbero essersi registrati danni a persone. L’aspetto potenzialmente più drammatico è che lo smottamento rischia di interessare la Chiesa medievale della Madonna Addolorata e diverse altre abitazioni del centro abitato. Ecco di seguito le foto che ci sono state inviate da una nostra lettrice.
‘Buongiorno Regione’ è un contenitore di informazione prodotto dalle Testate giornalistice delle sede Rai regionali, in onda ogni mattina alle ore 7.30, dal lunedì al venerdì su Rai 3. All’interno dello stesso programma, ogni venerdì, la rubrica ‘Un paese alla volta’ da spazio ad un piccolo angolo della Calabria. Questa mattina è toccato a Vallelonga, “il paese della salute”, dove diversi decenni fa molti si recavano per ricevere le cure del professore Pasquale Castiglione Morelli, che nel 1904 fondò la clinica Chirurgica di Vallelonga, una struttura per l’epoca unica nel Meridione d’Italia e che – a causa purtroppo dell’indifferenza delle istituzioni – non riesce a tutti gli effetti a divenire un museo, come gli abitanti del piccolo centro delle Serre Vibonese sperano da anni. Le telecamere di “un paese alla volta” si concentrano però anche sulle bellezze culturali del territorio, come il Santuario intitolato alla madonna spagnola di Monserrato o le tele del pittore Andrea Cefaly, sulle manifatture artigianali oltreché sulle specialità gastronomiche.
Rivedi la puntata di “Buongiorno regione – Un paese alla volta” su Vallelonga, al link seguente:
Ennesima giornata di mobilitazione per i precari calabresi afferenti al bacino Lsu-Lpu, ancora impegnati, su tutto il territorio regionale, in una serie di manifestazioni e presidi per rivendicare la tanto agognata stabilizzazione. La manifestazione è stata indetta dai sindacati per chiedere risposte al governo nazionale e a quello regionale anche sulle coperture finanziarie necessarie a garantire i pagamenti delle spettanze. Lo sciopero di questa mattina è stato caratterizzato dall’occupazione strategica di infrastrutture e snodi viari. I presidi sono scattati a Lamezia Terme, Roseto Capo Spulico, Reggio Calabria e Crotone.
A Cosenza lo svincolo autostradale è stato chiuso preventivamente, già dalle prime ore del mattino, dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Al momento non si registrano disagi, ma l’allarme resta alto. Un gruppo di oltre 200 precari, verso le 10, dalla sede Rai si è diretto verso l’uscita dell’A3 Cosenza Sud.
Bloccato il traffico sulla 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico, sempre nel Cosentino, da un corposo corteo di lavoratori Lsu-Lpu del comprensorio. Presenti sul posto le forze dell’ordine e molti sindaci, con addosso la fascia tricolore, solidali con i precari.
A Lamezia Terme, i lavoratori, circa 150 persone, stanno protestando invece all’ingresso dell’aeroporto. Anche in questo caso non si sono registrate disfunzioni e l’attività dello scalo prosegue normalmente. Qualche disagio solo nelle operazioni di imbarco.
"Da 3 anni le nostre richieste di incontro per illustrare le grosse criticità in ambito dialisi e nefrologia della rete calabrese non trovano sue risposte". A denunciarlo in una nota è il presidente regionale dell'Associazione nazionale emodializzati Dialisi e Trapianto, Pasquale Scaramozzino, che ha preso carta e penna, scrivendo una lettera al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. "E mentre nel 2010 - prosegue - i problemi erano solo strutturali, per centri dialisi obsoleti e non a norma - Serra San Bruno e il Pugliese Ciaccio di Catanzaro addirittura da terzo mondo - oggi, per blocco del turn over ed ereditate pesanti criticità, i problemi sono aumentati esponenzialmente da chiedere il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza: per carenza di personale medico o per squilibrata distribuzione dello stesso in ambito regionale - al Pugliese Ciaccio di Catanzaro è sottodimensionato l'organico medico del 40%, quello infermieristico del 20% e del 100% quello di operatori sanitari; lacunosa prevenzione delle insufficienze renali oggi in aumento esponenziale; insufficiente campagna di donazione organi mentre aumentano le richieste di trapianto; assenza totale di informatizzazione della rete sanitaria nefrologica e quindi assenza di dati regionali ufficiali; dulcis in fundo la pretesa a danno dei disgraziati dializzati la richiesta di restituzione di rimborsi chilometrici persino agli eredi di dializzati defunti". Tutto questo, secondo Scaramozzino, non fa che determinare ''condizioni di criticità nefrologiche in Calabria e di ostracismo verso i dializzati, trapiantati e nefropatici, in specie nel territorio della provincia di Vibo Valentia, abbandonata al suo destino per politiche partigiane. Questo territorio - il mio di nascita e per questo sempre nel cuore - è stato spogliato letteralmente della Unità Complessa di nefrologia diversamente da altri territori non certo più importanti. Quali sono i motivi? Mi permetta di evidenziare - dati in nostro possesso - che mentre in Calabria il rapporto tra dializzati e popolazione è 1/1479 (anno 2010) nel vibonese è 1/971( dati recenti) con aggravio per le casse della sanità vibonese di 3 milioni l'anno. Questo dovrebbe allarmarla. Per questo chiediamo una conferenza dei servizi come prevista dal DL 502/92 articolo 14 comma 4. Perché signor Presidente , ad un anno dall'approvazione del Dpgr 170, i responsabili boicottano il varo di tale decreto che da solo consentirebbe di risparmiare e soprattutto gestire ottimamente dal centro i dializzati? Con l'applicazione di tale decreto vi è la certezza di uniformità di cura e migliore distribuzione dei centri dialisi sul territorio come riportato nell'allegato 5 del richiamato decreto, frutto della collaborazione con la nostra associazione. Per l'importanza delle segnalazioni fatte, sono convinto che stavolta ci darà un riscontro".
Non c’è la disponibilità di un posto letto. Non c’è quasi mai la disponibilità dell’autoambulanza per soccorrere il paziente o trasferirlo in un altro ospedale. Non c’è neanche un adeguato livello di professionalità, in grado di dare indicazioni appropriate sullo stato di salute di chi si rivolge al presidio, vista la precarietà in cui oggi lo stesso personale sanitario è costretto a lavorare. Non c’è una diagnostica accurata. C’è solo la morte. Questa volta è toccato a una donna serrese di 55 anni, madre di due figli, che purtroppo - dalle prime ore dell’alba di ieri - non c’è più.
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