Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Che Gaetano Bruni, dal ritorno alla casa madre in poi, portasse con se esperienza, nuove progettualità e consensi c’era da aspettarselo. Chi lo conosce, del resto, sa bene quanto sia importante avere in squadra un uomo dalle indubbie competenze, soprattutto gestionali. Ma che lo stesso pluridecorato settantenne politico vibonese andasse incontro ad un inconsapevole e indiretta discesa da effetto domino non era stato messo in programma. Non da lui sicuramente. Dalla sua nuova ed ennesima verginità in poi per l'Udc, compreso quello vibonese, solo disfatte. Altro che, come aveva affermato nel corso di una conferenza stampa al 501 alla presenza dei Trematerra e di Roberto Occhiuto per spiegare l’affaire Stillitani, “ho perso la battaglia ma vincerò la guerra perchè - ammirando la platea in venerazione - io ho i consensi”. Consensi personali che, questa volta, non serviranno a nulla. Così, scorrendo velocemente il suo breve curriculum degli ultimi mesi, è facile capire la maledizione fatale che, diversamente dal passato, lo ha prima perseguitato e alla fine ridimensionato. Già da quel luglio 2011, Bruni, malgrado la benedizione generale dei vertici scudocrociati, aveva mentito sapendo di mentire quando con troppa fretta si lanciava in dichiarazioni caute e tese al servizio del partito senza aspirazioni di leadership. Perchè era chiaro che lui, quel partito, presto o tardi lo voleva senza coabitazioni scomode.
In quel periodo, uno dei suoi fedelissimi, Marco Martino, dichiarava testualmente che “l’ingresso nell’Udc del consigliere regionale, del suo entourage e dei suoi numerosissimi sostenitori permette allo scudocrociato di diventare primo partito nella nostra provincia”. “Il partito di Casini - ammetteva ancora in quella circostanza il giovane rampollo bruniano - sta crescendo in maniera significativa e questo lo testimoniano le adesioni di ogni giorno sia di semplici cittadini che di amministratori. La forza di centro così diventerà ancor più determinante nelle prossime competizioni politiche provinciali e nazionali”. Praticamente una iattura, visto l'esito generale del voto. Magari non sul piano strettamente locale, laddove il buon Gaetano si è dimostrato, anche se in declino, uomo dal consenso certo, bensì su quello regionale e nazionale, dove la debacle è stata talmente netta da trascinare con se anche Acquaro (tra i primi e pochi paesi in Italia ad avere dato all’Udc percentuali oltre il 40) e tutti gli altri paesi vibonesi rimasti in piedi. Compreso quel Vibo Valentia che, ad onor del vero, ha pesantemente sfigurato, nonostante la presenza di alcuni ex assessori del Comune capoluogo, più un candidato al Senato e una alla Camera.
Si diceva, però, che la maledizione è iniziata quasi subito dopo il suo passaggio. Le regole ferree e i diktat imposti dal nuovo e pretestuoso corso politico di chiaro stampo bruniano hanno contribuito in poco tempo a distruggere alleanze, amicizie e appartentamenti costruiti più per unire che per dividere. Prima la famosa "cacciata" notte tempo ai danni di tre, appunto, ex consiglieri Udc ad opera del sindaco D’Agostino, poi lo zampino nel fallimento della Provincia che ha permesso al nemico storico De Nisi sia di andare a casa, che di essere presentato al Senato dal Pd e, infine, il tormentone “Stillitani” che, di fatto, ha permesso a Gaetano Bruni di prendersi, senza troppa fatica e con la presunzione di resuscitarlo, le redini di un partito in piena convalescenza, possono essere viste come il frutto di una pazza strategia da politico onnipotente. Il tutto in pochi mesi di lavoro. Fino ad arrivare a due giorni fa, con la pesantissima sconfitta politica dell’Udc e delle sue scelte montiane non ripagate dall’elettorato. Si dirà che comunque in provincia il risultato è buono. Ed è pure vero. Ma senza uomini e mezzi al Governo, ci si chiede a chi o a cosa adesso il redivivo Bruni si possa appellare per continuare quel progetto di rinascita strutturale di un partito preso vivo e, a stretto giro, ritrovato morto. Perchè, qualora nessuno se ne fosse ancora accorto, la neonata terza Repubblica non accetta più, per campare, la vecchia politica dei meri consensi e delle mere promesse da distribuire a sodali e fedeli. Adesso ci vogliono le idee. Idee e programmi veri, magari senza solite strategie da poltrona. Gaetano Bruni compreso.
(articolo pubblicato su Calabria Ora)
Riceviamo e pubblichiamo: "A seguito dalla scelta del Presidente Lombardo di Allearsi al Centro–Destra di Silvio Berlusconi con il Movimento Grande SUD, il Nostro Partito Politico “Autonomia e Diritti” che fa capo all’On. Presidente Agazio Loiero, decise di mollare l’MPA e di sostenere per le elezioni politiche appena trascorse, il centro sinistra. Tuttavia, già all’incontro del nostro Movimento Autonomia e Diritti avvenuto a Gizzeria, avevo percepito che non vi era unanimità su quale Partito del Centro-Sinistra convogliare i voti del nostro partito. Mi ero sempre più convinto cosi che, le mie personali posizioni politiche, non erano tali da propendere per un celere appoggio al Partito Democratico ma, ad un sostanziale e generico appoggio allo schieramento del Centro Sinistra che fa capo al presidente Luigi Bersani, cosi da tutelare e salvaguardare la nostra immagine di Democristiani rispetto ad altre rispettabilissime culture politiche come i Comunisti. La mia intenzione era di innescare un processo di cooperazione con il centro sinistra senza precipitose integrazioni con il partito Democratico che sarebbero state viste a Serra San Bruno dai più, come scelte schiavistiche dettate dalla certa affermazione dell’Onorevole Bruno Censore, la cui elezione per il sottoscritto era già avvenuta in occasione delle precedenti Primarie proprio grazie alla attuale legge elettorale. In quella occasione il Nostro Movimento decise di non partecipare (sostenendolo indirettamente) alle primarie a tutto vantaggio del neo parlamentare Censore che in quella occasione riuscì a dimostrare di avere a Serra San Bruno una roccaforte politica. Avevo pertanto richiesto al nostro Leader locale Raffaele LoIacono di aprire un confronto all’interno del Nostro Movimento cosi da ponderare più razionalmente la strategia politica da attuare. Invece, con grande rammarico, constatai che in Raffaele LoIacono, al quale sono tutt’ora legato da una grande amicizia, era forte la necessità di manifestare pubblicamente tale appoggio al Partito Democratico di Serra San Bruno che lottava per far eleggere l’On. Bruno Censore alla Camera dei Deputati tanto da avvisarmi solo un paio di giorni prima, sulla partecipazione della Coordinatrice Cittadina di Autonomia e Diritti (Valeria Giancotti, ndr) alla Comizio Conclusivo al quale prese parte l’On. Rosy Bindi, per portare i saluti ed il sostegno del Nostro Movimento. Al che, il passaggio scorretto è stato proprio quello di decidere monocraticamente il sostegno al Partito Democratico, senza un incontro con tutto il Direttivo e con gli iscritti dettato da chissà quale aspettativa politico elettorale. Decisi pertanto in soli tre giorni di ritornare alle origini democristiane e di salvare la mia faccia e soprattutto la mia dignità, senza danneggiare il Partito Democratico sposando la causa di sostenere solo alla Camera dei Deputati, “Scelta Civica Monti” e nessun Partito al Senato della Repubblica per distinguersi anche dall’UDC locale evitando quindi di scendere nel personale. Ritengo di aver conseguito un risultato incredibile riuscendo a catalizzare 110 voti per un preciso scopo: essere sempre fedele alle proprie idee, salvaguardare la propria dignità e soprattutto di non essere una pecora ma una testa pensante. Perché solo se sei coerente sei credibile".
Vincenzo Albanese
Coordinatore compensorio Serre 'Autonomia e diritti'
Quando i nostri nipoti studieranno Storia, sui loro libri di testo, subito dopo le guerre mondiali, il fascismo, la Resistenza ed il Sessantotto, troveranno le pagine della seconda repubblica. E scopriranno che nel Parlamento italiano, anche nel 2013, è esistito un tale Domenico (per gli amici Mimmo) Scilipoti, “uomo di rottura” con una spiccata tendenza al trasformismo, maturata negli anni, per una triste questione di poltrone e vitalizi. Tralasciando il parlare sconquassato ed i congiuntivi devastati, i toni pessimi e rivoltanti o l'antipatia che, indipendentemente dalla posizione politica (non ci azzardiamo a parlare di ideologia), suscita un siffatto personaggio retorico e vuoto, intriso di un ultranazionalismo pecoreccio, massone e xenofobo, il punto è: come ha fatto Scilipoti a risultare candidato in Calabria? Un semi-sconosciuto agopuntore di Barcellona Pozzo di Gotto?
Riceviamo e pubblichiamo
'Un uomo è tale più per le cose per tace, che per quelle che dice'. Il sindaco e la sua maggioranza si sono, forse, ispirati all’aforisma di Camus per nascondere ai cittadini i retroscena del caso più inquietante e clamoroso della storia politica cittadina. L’ormai famigerato “caso Zaffino”, tiene banco, da oltre un anno, senza che cittadini e consiglieri di minoranza abbiano la possibilità di conoscere la verità. Sindaco ed assessori continuano a tacere.Riceviamo e pubblichiamo:
Non posso che esprimere, a nome mio personale e di tutti i giovani democratici vibonesi, grande soddisfazione per l’ampia partecipazione alle primarie del centro-sinistra. La giornata di ieri ha incontestabilmente dimostrato che dare la possibilità ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti non può che essere un importante strumento di democrazia per riavvicinare la gente alla politica. In un momento storico particolare come è questo, in piena crisi economica e sociale e di fronte ad un susseguirsi quasi quotidiano di scandali che coinvolgono tutti i partiti politici, credo che il Partito Democratico abbia intrapreso la strada giusta come antidoto all’antipolitica, al populismo e alla demagogia.
Spero che ciò induca tutti i partiti a riflettere su quanto importante sia la necessità di una nuova riforma elettorale che dia governabilità al paese e rappresentatività ai territori.
Non si può che esultare anche di fronte ai dati raggiunti in Calabria ed in particolare nella nostra provincia che ha consegnato al segretario Bersani un voto plebiscitario e la percentuale più alta d’Italia. Questo è senza ombra di dubbio anche un dato che ripaga la buona politica il lavoro che quotidianamente viene profuso con spirito di servizio e tanto sacrificio sull’intero territorio provinciale.
Adesso è importate lavorare per riavere una forte mobilitazione al ballottaggio e soprattutto a sostegno del segretario Pierluigi Bersani l’unico che ha messo in campo una seria proposta per il paese. E’ importante sostenere il segretario e lavorare per l’affermazione della piattaforma dei progressisti italiani perché questa è l’unica speranza per il nostro amato paese.
Un ringraziamento infine lo voglio rivolgere a tutti i giovani democrati che assieme a tanti altri militanti hanno lavorato volontariamente per contribuire a scrivere quella che è stata, e sicuramente domenica prossima sarà, una grande pagina di democrazia.
Luigi Tassone
Segretario provinciale Giovani Democratici di Vibo Valentia
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