mini carabinieriTra le 4 persone arrestate stamattina dai carabinieri della Comnpagnia di Soverato ci sarebbero i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio di Cosimo Ierinò, operaio 39enne di Stignano, freddato a Badolato il 12 agosto 2008 con otto colpi di fucile caricato a pallettoni. Un delitto scaturito, secondo gli investigatori, da forti dissidi tra le cosche di 'ndrangheta del basso jonio catanzarese. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal Gip del tribunale di Catanzaro a carico di: Cosimo Spatari, 52 anni; Cosimo Giuseppe Leuzzi, 59; Andrea Sotira, 35; Vincenzo Gallace, 66, ritenuto il capo incontrastato dell'omonimo clan di Guardavalle. Tutti gli arrestati sono già detenuti per altra causa. 

 

 

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mini ccUn uomo di 32 anni, Stefano Emanuele, pastore, noto alle forze dell’ordine, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, della stazione di Vazzano e dello Squadrone Cacciatori, che hanno svolto una serie di controlli nei territori rurali delle Serre e, in particolare, di Pizzoni. L’uomo è considerato vicino ad elementi della 'ndrangheta locale. I militari hanno rinvenuto una doppietta calibro 12 con matricola abrasa completa di munizionamento (cartucce a palla unica ed a pallettoni) nell’ovile del pastore, a Pizzoni. L’arma era stata abilmente occultata sotto una mangiatoia e, ad un primo esame, è apparsa perfettamente efficiente.

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Venerdì, 28 Dicembre 2012 16:28

‘Ndrangheta. Una piaga d'importazione

mini sharo_-_la_stampaA ben leggere nelle vicende storiche della 'ndrangheta, il suo dapprima lento e poi via via sempre più accelerato accrescimento è anche frutto di grossolani errori di valutazione. L'onorata società calabrese è stata in ogni tempo sottovalutata e ritenuta pericolo minore rispetto a quella siciliana. La riprova è nell'intervento delle forze dello Stato nella Locride e sull'Aspromonte, prima quasi inesistente ed ora massiccio in seguito alla frustata inferta moralmente da una madre scesa da Pavia in Calabria por cercare di recuperare il figlio prigioniero dell’anonima.

Il primo errore fu commesso all'alba dell'unità nazionale, allorché si provocò l'innesto sul suolo continentale della mafia siciliana. Avvenne sotto il governo Minghetti. Il ministro Tantelli, per rompere collusioni tra l'associazione criminosa e la pubblica sicurezza nelle province di Palermo, Trapani, Girgenti e Caltanissetta, adottò energiche misure di prevenzione. A partire dal 1874 per tre anni centinaia di mafiosi furono arrestati e condannati al domicilio coatto nelle isole di fronte alla Sicilia. Un contingente ebbe a destinazione la dirimpettaia Calabria

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mini incendio_auto_sindaco_di_sorianoIl Coordinamento provinciale di Libera-Associazioni Nomi e Numeri Contro le Mafie, esprime profonda solidarietà al Sindaco di Soriano Calabro, Francesco Bartone, oggetto nei giorni scorsi di un'intimidazione tanto vigliacca quanto inquietante. La ferma condanna di questo ennesimo atto criminoso avvenuto nella nostra provincia va di pari passo con il sostegno convinto che Libera intende assicurare a Bartone e a tutti gli amministratori onesti vittime di attentati che, oltre alle persone e alle Istituzioni che questi rappresentano, hanno l'effetto di colpire intere comunità già devastate da tremendi fatti di sangue. Siamo vicini al sindaco di Soriano e a tutti gli altri amministratori che come lui hanno deciso, finalmente, di costituirsi parte civile nei processi contro le cosche di 'ndrangheta del Vibonese.

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mini ccSi nascondeva a casa sua, a Stefanaconi, in un rifugio ricavato nel sottotetto della sua abitazione. Salvatore Patania il 20 novembre scorso era riuscito a sfuggire alla cattura, ma oggi è stato scovato e arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia e dai «cacciatori». Patania è accusato di associazione mafiosa ed omicidio. Patania è coinvolto nell’inchiesta che ha portato al fermo di una decina di persone ritenute coinvolte nella sanguinosa faida di 'ndrangheta tra la cosca Patania di Stefanaconi, legata ai Mancuso di Limbadi, contrapposta sia alla "Società di Piscopio" di Vibo, considerata emergente, sia alla cosca Petrolo-Bartolotta di Stefanaconi.

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Martedì, 27 Novembre 2012 12:45

'Calibro 12': i nomi degli arrestati

mini Soriano_Calabro_generaleSono Giovanni Emanuele, 24 anni, e Giacinto de Marco, 23, entrambi di Soriano, gli arrestati nell'ambito dell'operazione "Calibro 12" condotta stamattina all'alba dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia. Emanuele, scampato a un tentato omicidio l'1 aprile scorso, è accusato di aver condotto una trattativa con De Marco per la vendita di cinque fucili di vario tipo. Le indagini coordinate dalla Procura vibonese, dopo mesi di attività sul territorio, e in particolare dopo l'escalation di violenza culminata con l'omicidio del 19enne Filippo Ceravolo, innocente, hanno portato anche ad una serie di perquisizioni mirate a scovare le armi della cruenta faida di 'ndrangheta in atto tra Soriano, Gerocarne e Sorianello.

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mini omicidio_fortuna_vibo_marinaSotto l'ombrellone, con la calura soffocante e i bambini che giocano a fare castelli di sabbia. In riva al mare, quando l'obiettivo è nudo, disarmato. La 'ndrangheta in Calabria uccide anche così. Dal Tirreno allo Jonio. Davide Fortuna, 31 anni, è stato freddato ieri pomeriggio, intorno alle 17, sull'affollatissima spiaggia di Vibo Marina. Proprio come Ferdinando Rombolà, 40 anni, crivellato di colpi sulla spiaggia di Soverato il 23 agosto 2010. Fortuna, come Rombolà, era in spiaggia con la moglie ed i figli piccoli. A Soverato il killer, dopo aver sparato, gridò ai bagnanti terrorizzati: "State zitti e fermi". Ieri a Vibo Marina, dopo aver piantato cinque colpi di pistola nel petto del 31enne, il sicario ha sparato un colpo in aria per farsi strada nella fuga.

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mini CAGLIOTI_DAMIANOSERRA SAN BRUNO - Aveva le armi addosso. Pronte a sparare, a rispondere colpo su colpo al fuoco delle cosche nemiche. I carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Serra, guidata dal capitano Stefano Esposito Vangone, ne sono convinti. Nuovi delitti di 'ndrangheta stavano per consumarsi nell'hinterland Vibonese. Nel territorio tra Sant'Angelo di Gerocarne, Stefanaconi e Piscopio la faida si era già palesata con l'omicidio di Fortunato Patania, 61enne con precedenti penali, titolare di un distributore di carburante, freddato nel settembre scorso mentre giocava a carte. Suoi parenti diretti sono Antonio e Cosimo Caglioti, padre e figlio, arrestati il 9 gennaio con armi pronte a colpire e con materiale in uso alle forze dell'ordine. E parente di Patania è anche Damiano Caglioti (foto), 23enne fratello di Cosimo, arrestato ieri mattina. In seguito ad una perquisizione, i carabinieri gli hanno trovato addosso una pistola con 12 cartucce nel caricatore, pronta a sparare. Inoltre, nella sua abitazione di Sant'Angelo di Gerocarne, in un'intercapedine del camino, il giovane tratto in arresto aveva nascosto un revolver calibro 38 privo di marca e matricola. Insieme a Damiano, ora detenuto nel carcere di Vibo, gli uomini dell'Arma hanno deferito in stato di libertà anche un suo dipendente, F.A., 48 anni.
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mini thumbfalsecut1333476731591_475_280riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Rubbettino editore:

La notizia dell’avviso di garanzia a Belsito, giunta come un fulmine a ciel sereno sui cieli della Padania non ha certo colto di sorpresa Enzo Ciconte, autore del libro “Ndrangheta padana”, edito da Rubbettino e disponibile sia in libreria che in formato ebook. “Ho denunciato tutto due anni fa – ha dichiarato ai nostri telefoni Ciconte – la ‘ndrangheta è sempre più un problema del Nord.

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mini I-gemelli-Nicola-e-Vito-GrattaAlberto Sia e Patrik Vitale sono stati condannati a 20 anni di reclusione ciascuno per l'omicidio dei fratelli gemelli Vito e Nicola Gratta' (foto), 45 anni, compiuto a Gagliato l'11 giugno 2010. Giovanni Catrambone, che era il terzo imputato, è stato assolto. Queste le sentenze del processo celebrato con rito abbreviato davanti al gup di Catanzaro. I tre imputati furono arrestati dai carabinieri il 2 luglio del 2010 su provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro. Secondo l'accusa, il duplice omicidio dei fratelli Gratta' era maturato nell'ambito di quella che viene erroneamente definita ''faida dei boschi''

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