Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Anche quest’anno, come ogni 3 febbraio, Serra San Bruno commemora San Biagio Vescovo e Martire, vissuto tra il III ed il IV secolo, è venerato oggi sia dalla chiesa Cattolica, che da quella Ortodossa.
SIMBARIO - Il maltempo che da questa mattina sta interessando un po' tutto il Vibonese, non ha risparmiato nemmeno la zona delle Serre. Le piogge intense, che dalle prime luci dell'alba hanno caratterizzato la zona dell'entroterra, in alcuni casi hanno prodotto anche dei danni. Oltre che disagi alla viabilità, il maltempo ha provocato delle ripercussioni al campanile della chiesa Matrice di Simbario, dove un fulmine ha praticamente distrutto parte della recinzione che sovrasta la struttura. Il fatto è accaduto intorno alle 4 del mattino e, vista l'ora, fortunatamente non c'era nessuno che si aggirava nelle vicinanze. Sul posto sono interventi i Vigili del Fuoco del distaccamento di Serra San Bruno che hanno provveduto a recintare la zona antistante il campanile. Incerta, al momento, la quantificazione dei danni, anche se sembrerebbero ingenti.
Riceviamo e pubblichiamo:
Domenica 21 ottobre si sono svolti nel rione Terravecchia i solenni festeggiamenti in onore di San Girolamo, che chiudono il ciclo delle feste liturgiche della nostra comunità serrese. I festeggiamenti, che si sono tenuti nel quartiere più antico di Serra (la chiesa di san Girolamo sorge, infatti, nei pressi della scomparsa chiesa di San Lorenzo, la più antica di Serra insieme a quella di San Giovanni Battista), hanno visto una cospicua partecipazione di bambini già dalle prime ore del pomeriggio, quando si sono svolti i giochi popolari. Pignate, sacchi e "nucidhi" si svolgevano mentre la piazza riecheggiava le allegre note della "pipita" e della zampogna del maestro Leonardo Tassone e del suo allievo. Dopo i giochi, tutti si sono riversati nella piazza antistante la chiesa Matrice per prendere parte alla processione del Santo, anche quest'anno seguita da molti fedeli. Questa processione si distingue dalle altre perchè, oltre ad essere accompagnata dal gioioso suono "di li ceramidhari", percorre tutte le stradine e i vichi più stretti del rione di San Giluormu: è una sensazione unica vedere questo rione in festa. In tutte le case si accendono le luci e si spalancano le porte per l'unico Santo che attraversa quelle viuzze. Dopo il panegirico tenutosi nella chiesa Matrice, il Santo è stato riaccompagnato nella sua chiesetta. Il suo rientro è stato preceduto dal canto delle Litanie e dalla solenne benedizione impartita dal parroco don Gerardo Letizia, che ha invitato i numerosi presenti a ricordare il quartiere tutto nelle preghiere di ognuno. La serata è andata avanti con la tradizionale gara della "spaghettata" alla quale hanno preso parte anche i nostri amici studenti egiziani. Insieme alla TFR Band, questi hanno trasformato la festa di San Girolamo in un intenso momento di aggregazione. Dopo la riffa, la festa si è conclusa con il ballo del "ciuccio" e i fuochi artificiali.
LA COMMISSIONE DI SAN GIROLAMO
Per ben 2 giorni Serra è stato l’ombelico del mondo. Un mondo controcorrente. Un mondo giusto. Dove ragazzi musulmani e cattolici hanno camminato insieme, fianco a fianco in processione, seguendo il busto di Brunone di Colonia, con in mano una candela. Una luce di pace e speranza. Un esempio per tutto il resto dell’umanità, soprattutto per quegli Stati dove le ‘guerre di religione’ continuano ogni giorno a mietere migliaia di vittime.
‘Notte di luce’, l’evento organizzato dall’associazione ‘L’anima verde nel mondo’ di Luciano Pisani, è stato un trionfo. A culmine della Santa Processione che ha condotto San Bruno, dalla Certosa di Santo Stefano fino alla Chiesa Matrice, lo scenario di Piazza Mons. Barillari è stato superbamente arricchito dall’incantevole bagliore di 700 ceri votivi. La partecipazione alla funzione di circa 50 giovani studenti egiziani è stata resa possibile da un nullaosta accordato dall’ambasciata egiziana dopo la richiesta inoltrata dal Presidente Luciano Pisani. Un’autorizzazione che ha permesso la partecipazione ad un rito liturgico cattolico, nonché l’ingresso in Chiesa, da parte dei ragazzi di fede musulmana. Un evento tanto raro quanto straordinario. Emblema di un’eccezionale concordia fra popoli e culture diverse.
Inoltre 25 disabili provenienti da Nicotera e da altri paesi vicini, venuti a conoscenza dell’iniziativa, hanno partecipato questa mattina alla funzione religiosa che si è tenuta all’interno della stessa Chiesa Matrice. L’iniziativa - sottolinea Luciano Pisani – “è stata resa possibile anche e soprattutto dal sostegno di molti cittadini, che hanno collaborato non solo con una corposa e passionale partecipazione alla processione, ma anche con un obolo volontario di pochi euro”. Un contributo utile a finanziare, in maniera del tutto spontanea, un evento che ha dato immenso lustro, oltre che alla figura del Santo Patrono d’Europa, anche a tutta Serra San Bruno.
Altri fedeli, venuti a conoscenza dell’evento proprio tramite il nostro giornale online, hanno addirittura inviato una piccola offerta per l’acquisto di ceri votivi da accendere in devozione al Santo. Quindi anche dalla lontana Lombardia, dall’hinterland di Milano, alcuni serresi hanno voluto partecipare all’evento dando ulteriore sostegno all’iniziativa di ‘L’anima verde nel mondo’.
Ma nonostante il successo, rimangono comunque delle preoccupanti note di demerito, dei nei, che non hanno offuscato l’evento ma che avrebbero potuto ostacolarne la buona riuscita. Infatti l’amministrazione comunale serrese, che inizialmente avrebbe dato il proprio assenso a promuovere l’iniziativa, in realtà ha negligentemente omesso l’affissione dei manifesti giganti, che avrebbero contribuito a promuovere l’evento. Un’ulteriore gaffe che si aggiunge alle ormai cospicue disavventure accumulate dall’amministrazione Rosi nel corso di soli 17 mesi di vita.
(foto Salvatore Federico)
Mentre camminavo tra le ceneri del C.s.o.a. “Cartella” di Reggio, ieri, l’odore delle travi bruciate, delle cucine andate in fumo e della cenere e di tutto il resto, mi dava la nausea. Non era solo un fatto fisico, l’ho capito appena mi sono allontanato: ragionando sull’accaduto con i compagni del Brigante ho subito sentito un grande sconforto. E una nostalgia fortissima e irrazionale per Ciccio Svelo. L’assemblea pomeridiana, partecipata e incoraggiante, mi ha un po’ risollevato, ma l’amaro in bocca, andando via da quel cumulo di macerie, è rimasto eccome. Ed è tornato a diventare nausea quando ho letto i comunicati di solidarietà che inondano la rete.
Più che la retorica sulla funzione sociale (che tutti scoprono solo oggi) di uno spazio come il “Cartella”, dovrebbe interessare la matrice di quest’azione. Le svastiche disegnate con la bomboletta rossa, per esempio, sono insolite per chi vorrebbe rivendicare politicamente un atto violento di matrice anticomunista. L’incendio, questo è palese, è stato appiccato da mani “esperte”, che dovevano avere la sicurezza del controllo del territorio.
Reggio è una città difficile. Dall’inizio degli anni ’70, dalla rivolta dei “boia chi molla” di Ciccio Franco, progenitore politico di Scopelliti, nella città sono costantemente presenti apparati di potere occulti che troppo spesso hanno goduto della collaborazione – è storia – tra la borghesia ‘ndranghetista, l’eversione nera e i servizi segreti deviati. Apparati sempre presenti, redivivi. Che forse vacillano e quindi reagiscono. Qui quello che conta è il territorio. Il controllo capillare dell’economia e del consenso.
Il territorio è l’obiettivo dei ragazzi del Cartella, come di molte altre realtà sociali che in Calabria stanno per la prima volta facendo rete. Hanno occupato spazi che erano stati pagati con soldi pubblici, dei cittadini, ben presto finiti nel degrado, in mano ai caporioni delle ‘ndrine di Gallico, dei Iannò e dei Suraci e di molte altre “famiglie”. Hanno combattuto lo spaccio di eroina, che in quella piazza, prima che arrivassero loro, era prospero. Hanno fatto teatro, hanno organizzato servizi per gli immigrati, hanno creato forme di microeconomia sostenibile. Sono stati avvertiti tante volte, minacciati, che quando sarebbe stata l’ora, da lì avrebbero dovuto andarsene. L’ora a quanto pare è arrivata. Ma non se ne vanno, e provano a convincerli con le fiamme.
Quello spazio è strategico, appetibile per molti. Con i lavori del lungomare e lo svincolo A3 a pochi metri, l’area ha un potenziale commerciale su cui qualcuno vuole mettere il cappello, anzi la coppola. Poi i ragazzi parlano, scrivono, fanno un sacco di iniziative, cercano di riprendersi la periferia. Ovvio che danno fastidio. Non deve sorprendere, quindi, se in questo surrogato di democrazia che è l’Italia, la prima preoccupazione del ministro Cancellieri è il popolo No Tav - e non, ad esempio, lo strapotere della ‘ndrangheta o il voto kazako di Catanzaro - se il potenziale leader del centrotrattinosinistra dice che bisogna negare l’ambulanza a chi non paga le tasse, se nessuna istituzione (Comune, Provincia, Regione) sente il dovere di schierarsi incondizionatamente al fianco dei ragazzi del Cartella. La discussione, oggi, non è sul loro operato, né sulla loro ideologia politica. La gravità e la violenza dell’atto che hanno subìto impongono una riflessione a livello superiore. In Calabria, ma non solo, ci sono persone che impegnano il proprio tempo a lavorare per sottrarre spazi e persone al degrado, alla malavita, all’abbandono. Quello che fanno può anche non piacere, è discutibile come ogni cosa, ma di fronte ad un’aggressione del genere, non si può cedere a timidezze o a personalismi. Bisogna stare con loro e aiutarli a ricostruire, con i fatti. Perché è chiaro da che parte stanno, non c’è ambiguità. Quello che non è chiaro, purtroppo, è da che parte sta lo Stato.
SERRA SAN BRUNO - Continua ininterrotta la sequela di fatti criminosi nel centro storico serrese. Dopo l'ennesimo furto in casa avvenuto giovedì, nel mirino dei ladri che agiscono indisturbati nei vicoli di Terravecchia è finito un venditore ambulante di prodotti ortofrutticoli a cui, nel pomeriggio di ieri, è stato rubato l'incasso della giornata, circa 200 euro. Il commerciante, residente a Chiaravalle, si era momentaneamente assentato dal suo furgone per prendere un caffè in casa di un cliente, quando ignoti hanno prelevato dall’interno del veicolo, un Porter Piaggio, la cassetta di metallo contenente il ricavo di una giornata di lavoro. E’ accaduto ancora una volta in pieno centro storico, dunque non è da escludersi la medesima matrice criminosa dei numerosi furti avvenuti nelle abitazioni, per lo più ai danni di anziani soli. I carabinieri di Serra coordinati dal capitano Esposito Vangone hanno intensificato i servizi di controllo e prevenzione dei reati, sia in pattuglia sia a piedi per le strade del centro storico.
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