Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Lunedì 24 settembre. Reggio, Palazzo Campanella. Ore 11 del mattino. Attorno alla sede del consiglio regionale è il caos. La ‘testa d’ariete’ dei lavoratori forestali è pronta a sfondare i cordoni della polizia. Contemporaneamente Talarico, presidente del consiglio, partorisce il topolino: ‘Il controllo dei bilanci dei gruppi consiliari sarà affidato ad una società esterna. Lavoreremo per individuare ulteriori risparmi’. Sì, l’ha detto proprio lui. Franco Talarico, che per il 2012, stipendio a parte, gioverà di 185mila euro per spese di rappresentanza. 17 volte il salario di uno di quei padri di famiglia, forestali, a cui la regione dice ‘non ci sono soldi’.
Riceviamo e pubblichiamo:
Quanto avevo recentemente annunciato è avvenuto. Cinquanta operai idraulico-forestali sono stati “prestati” a quella “res” che ancora si insiste col chiamare Parco regionale delle Serre. Il consigliere regionale Nazzareno Salerno, incapace di fare cose concrete per il nostro territorio, soprattutto in materia specifica di sanità, in quanto presidente di commissione regionale, preferisce giocare al gioco delle tre carte con i padri di famiglia che lavorano nell’A.Fo.R.. È necessario ricordare come la figura controversa di Nazzareno Salerno, nella sua qualità Sindaco del comune di Serra San Bruno, avrebbe potuto fare, e, irresponsabilmente, non ha voluto fare, ovvero, quando la Regione Calabria ha finanziato la realizzazione di opere idraulico forestali attraverso il Fondo Sollievo Disoccupazione dando la possibilità ai Comuni che hanno presentato i progetti di avviare al lavoro circa trecento lavoratori disoccupati. All’epoca hanno aderito al progetto i soli comuni di Fabrizia, Nardodipace, Longobucco e San Giovanni in Fiore. Tali lavoratori assunti dalla società SCARL con contratto tempo determinato, furono successivamente trasferiti all’AFOR con contratto a tempo indeterminato. Tornando ai 50 operai che Salerno ha voluto a tutti i costi per farli lavorare nel Parco e, che già lavoravano, specificatamente ,nella forestazione regionale(A.Fo.R), ci chiediamo: cosa potrebbero fare di diverso o in più di quello che precedentemente già facevano per l’amministrazione regionale stessa? La risposta è: “nulla”; giacché continueranno a fare ciò che facevano prima: con lo stesso profilo salariale, con le stesse mansioni, ma, con un “padrone” diverso. Ovvero, i lavoratori sono stati esposti alla mercé di un soldo politico più specifico. A questo punto ci chiediamo: cosa ha promesso loro per fargli accettare il trasferimento? Non vogliamo accettare l’idea che siano state fatte loro delle promesse impossibili, ovvero, che i più fedeli saranno fatti sedere su una comoda poltrona dell’ente Parco. Ma, i più “cattivi” lo pensano già. Tutto ciò, naturalmente, non tenendo conto che: sottraendo personale all’A.Fo.R. l’ente s’indebolisce e, quando sarà messo in liquidazione varrà ancor meno di quanto vale oggi. In parole spicciole: autolesionismo bello e buono. Bene hanno fatto i sindacati a sollevare il problema. Oggi più che mai bisogna tutelare il lavoro e questo trasferimento non tutela assolutamente niente, anzi, tutt’altro! I livelli di disoccupazione stanno raggiungendo limiti molto pericolosi per la tenuta sociale della Nazione. La cronaca è piena di esempi che ci devono indurre a riflettere molto attentamente. Mentre la BCE consiglia vivamente al Governo italiano la soppressione di tutte le province, i nostri politici si preoccupano di tenere in vita carrozzoni politici già defunti. Le Comunità Montane calabresi somigliano alla Torre di Pisa che sembra venir giù senza mai cadere, mentre, i parchi aiutano la Calabria a diventare sempre più povera e disabitata. Si parla a sproposito di filiere, di produzione, di lavoro, di sviluppo sostenibile, ma il risultato è incontrovertibile: la povertà e la disoccupazione imperano. La Calabria rimane la regione più povera di tutta l’Europa. E la colpa di chi è? Se non di queste persone incapaci di dare risposte concrete, giuste e, soprattutto, al momento giusto, le quali, furbescamente, tengono conto solo delle loro esigenze elettorali. È doveroso, inoltre, precisare che (non fosse altro che per una forma di rispetto) consigliere Salerno nella frenesia di ringraziare il Governatore, (non si sa bene di che!) ha confuso i gli operai Idraulico-Forestali con i Forestali che, nella fattispecie, sono gli agenti del Corpo Forestale dello Stato a cui tanto dobbiamo sia per la tutela ambientale, sia per la tutela della nostra salute. Acquæ docet.
Francesco Pastore (M.s. Fiamma Tricolore)
MONGIANA - «Le ragioni dello sciopero dei forestali calabresi stanno tutte nell’incoerenza tra il contenuto del piano per la forestazione è la sua effettiva realizzazione». Di interventi strutturali, di messa in sicurezza del territorio, di come avviare progetti di forestazione biogenetici e coinvolgere i forestali calabresi nel sistema di protezione civile per valorizzare le zone interne e montane con particolare riferimento al dissesto idrogeologico, si è parlato nel corso dell’assemblea dei lavoratori forestali, avvenuta nel paese delle Reali Ferriere, che anticipa la prossima astensione collettiva dal lavoro. Per queste e tantissime altre ragioni il settore forestale calabrese effettuerà lo sciopero generale il 27 aprile con una grande manifestazione a Catanzaro. All’incontro con la folta platea di lavoratori c’erano le sigle sindacali maggiormente rappresentative, Cgil, Cisl e Uil, ad indicare che quando l’interesse è comune l’unità sindacale, se cercata, viene sempre raggiunta. Ad introdurre gli interventi è stato P. Barbalaco, segretario provinciale Uila-Uil che ha spiegato, insieme a B. Lafortuna, segr. prov. Fai-Cisl di Vibo Valentia, le ragioni dello sciopero. «Dall’ultimo incontro con Scopelliti e Trematerra – ha detto Bruno Costa, segretario regionale della Flai-Cgil – avevamo riscontrato delle aperture, per questo avevamo revocato lo sciopero, ma a sei mesi da quell’incontro le cose non son o mutate. Il settore si è degradato e per la prima volta c’è stata la cassa integrazione». Smorzando le polemiche sul ruolo sindacale della Cgil ha sottolineato come «noi siano anche il sindacato della proposta, non soltanto quello della protesta. Il nostro obbiettivo, attraverso lo sciopero – ha proseguito il sindacalista – è costruire un tavolo di confronto per risolvere i problemi dei lavoratori forestali e per questo è necessario un interlocutore politico serio». Secondo il segretario provinciale Cgil di Vibo Valentia Luigi De Nardo «l’unità sindacale è fondamentale e lo sciopero generale del 27 aprile è un segnale importante». De Nardo ha voluto ribadire che il sindacato non è storia passata del 20° secolo ma «deve guardare al futuro perché non corso del 21° secolo si presenteranno nuove battaglie, per questo non può andare in sordina». Per Franco Mamone della Fai-Cisl «non è uno sciopero politico, si è reso necessario perché cosi non possiamo più andare avanti» e dopo le critiche all’assessore regionale alla forestazione Trematerra «la nostra è anche una questione sociale». Di uno sciopero che avviene in un contesto difficile ha parlato il segretario gen. Flai-Cgil di Vibo Valentia Battista Platì che ha ribadito come per la sopravvivenza del comparto forestale è necessario che si torni «alle origini, bisogna fare forestazione e renderla produttiva attraverso la protezione idrogeologica delle zone interne, da questo sciopero abbiamo grandi aspettative». A conclusione, il segretario regionale Fai-Cisl Pino Gualtieri ha sottolineato come la legge calabrese sulla forestazione è stata una legge che ha fatto da apripista per le altre regioni d’Italia alla quale si sono rifatte. «Noi ci aspettiamo e vogliamo – ha detto – programmazione, progettazione e piani attuativi, questo è quello di cui vogliamo parlare».
Di seguito nota stampa di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila-Uil:
Le ragioni dello sciopero dei forestali calabresi stanno tutte nell’incoerenza tra il contenuto del piano per la forestazione è la sua effettiva realizzazione. Per la forestazione calabrese servono interventi strutturali non “Scoop Mediatici”. Mettere in sicurezza il territorio, avviare progetti di forestazione biogenetici, coinvolgere i forestali calabresi nel sistema di protezione civile, valorizzare le zone interne e montane con particolare riferimento al dissesto idrogeologico. Un grande progetto, dunque, per il quale bisogna ripristinare le risorse economiche tagliate dalla Regione Calabria. Per i segretari generali di categoria Battista Platì per la FLAI-CGIL, Bruno Lafortuna per la Fai-Cisl e Pasquale Barbalaco per la Uila-Uil, un tema importante come quello della forestazione non può essere affrontato in chiave scandalistica, come hanno fatto alcune testate nazionaliE' stata accolta nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale la proposta di integrazione alla norma in materia di ambiente presentata dal consigliere del Pdl Nazzareno Salerno. Il provvedimento assegna al Parco naturale regionale delle Serre un contingente di 50 operai idraulico forestali da utilizzare per la gestione dell’area protetta. Gli operai in questione dovrebbero provenire dall'Afor in virtù di un consorzio tra i due enti subregionali. All'ente di tutela ambientale, inoltre, saranno concesse in uso gratuito le aree demaniali della foresta "Prasto" e dell'area umida dell'Angitola (foto). Di seguito la nota diffusa poco fa dal presidente della Commissione “Attività sociali, sanitarie, culturali, formative”
“Con l’approvazione dell’emendamento da me presentato all’articolo 21 del Collegato alla manovra di finanza regionale, si aprono nuovi ed interessanti scenari per il Parco naturale regionale delle Serre che potrà finalmente produrre importanti benefici per il territorio senza più essere visto, come accaduto in passato, solo come fonte di vincoli. Finalmente si potrà dare concreta attuazione alle legge istitutiva dell’Ente (legge regionale 10/03) tramite l’assegnazione di 50 operai idraulico-forestali a partire dall’inizio del prossimo anno che saranno utilizzati dallo stesso Parco per la gestione dell’area protetta con l’esecuzione degli interventi in economia col metodo dell’amministrazione diretta secondo quanto previsto per gli altri Enti utilizzatori di manodopera idraulico-forestale. In più, saranno concessi in uso gratuito al Parco le aree demaniali della foresta ‘Prasto’ e dell’area umida dell’Angitola e in esse saranno attivate azioni sperimentali di educazione ambientale. Ne consegue che sarà possibile un utilizzo razionale e sostenibile delle risorse e che sarà valorizzato l’immenso patrimonio naturale presente fra le province di Vibo, Catanzaro e Reggio Calabria. Questi provvedimenti, che si aggiungono all’incremento della dotazione finanziaria, consentiranno l’effettivo rilancio del Parco che, dopo anni di stenti trascorsi nell’oblio, può proporsi come Ente operativo nel campo della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile. Abbiamo dunque la riprova di come la Regione intenda puntare sul Parco delle Serre che, d’ora in avanti, potrà assumere un ruolo di primo piano e offrire un valido contributo anche per la crescita economica e sociale. Sono sicuro che questo risultato sarà presto accompagnato da altri atti miranti a rendere questo Ente protagonista di una nuova stagione di sviluppo in cui le Istituzioni, prendendosi le proprie responsabilità, riescono a lavorare proficuamente nell’interesse della collettività volgendo lo sguardo alle prospettive future e sapendo cogliere con prontezza le occasioni che si presenteranno”.
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