mini 1538713_10202904595727619_7789417547659384432_nCi abbiamo creduto. Entrambi i soggetti avevamo fortemente voluto questo incontro, dopo mesi di lavoro comune nella distribuzione dei prodotti agricoli della Piana di Gioia Tauro attraverso oltre venti Gas del nostro territorio e con il concorso del Distretto di economia rurale solidale (che ci ha portato in dote da ormai un anno le relazioni con i produttori del Parco agricolo Sud Milano). 

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furto energiaNella mattinata di ieri, i militari della Stazione dei Carabinieri di Arena, guidati dal Maresciallo Giovanni Bonaccorso, durante un’ispezione finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio, hanno tratto in arresto Mimmo Sette, 46 anni, panettiere pregiudicato residente a Dasà.

L’uomo, colto in flagranza di reato, è stato fermato per furto aggravato di corrente elettrica. Infatti, nel corso del controllo, i Carabinieri - assistiti dagli operatori dell’Enel - proprio nell’ambito di una perquisizione effettuata presso il domicilio di Sette e l’annesso laboratorio di panificazione, hanno rinvenuto un collegamento abusivo all’impianto di distribuzione Enel, grazie al quale il 46enne sottraeva corrente elettrica con lo scopo di rifornirne la propria abitazione.

Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari in attesa del giudizio per direttissima.

 

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mini ospedale_serra"Da 3 anni le nostre richieste di incontro per illustrare le grosse criticità in ambito dialisi e nefrologia della rete calabrese non trovano sue risposte". A denunciarlo in una nota è il presidente regionale dell'Associazione nazionale emodializzati Dialisi e Trapianto, Pasquale Scaramozzino, che ha preso carta e penna, scrivendo una lettera al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. "E mentre nel 2010 - prosegue - i problemi erano solo strutturali, per centri dialisi obsoleti e non a norma - Serra San Bruno e il Pugliese Ciaccio di Catanzaro addirittura da terzo mondo - oggi, per blocco del turn over ed ereditate pesanti criticità, i problemi sono aumentati esponenzialmente da chiedere il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza: per carenza di personale medico o per squilibrata distribuzione dello stesso in ambito regionale - al Pugliese Ciaccio di Catanzaro è sottodimensionato l'organico medico del 40%, quello infermieristico del 20% e del 100% quello di operatori sanitari; lacunosa prevenzione delle insufficienze renali oggi in aumento esponenziale; insufficiente campagna di donazione organi mentre aumentano le richieste di trapianto; assenza totale di informatizzazione della rete sanitaria nefrologica e quindi assenza di dati regionali ufficiali; dulcis in fundo la pretesa a danno dei disgraziati dializzati la richiesta di restituzione di rimborsi chilometrici persino agli eredi di dializzati defunti". Tutto questo, secondo Scaramozzino, non fa che determinare ''condizioni di criticità nefrologiche in Calabria e di ostracismo verso i dializzati, trapiantati e nefropatici, in specie nel territorio della provincia di Vibo Valentia, abbandonata al suo destino per politiche partigiane. Questo territorio - il mio di nascita e per questo sempre nel cuore - è stato spogliato letteralmente della Unità Complessa di nefrologia diversamente da altri territori non certo più importanti. Quali sono i motivi? Mi permetta di evidenziare - dati in nostro possesso - che mentre in Calabria il rapporto tra dializzati e popolazione è 1/1479 (anno 2010) nel vibonese è 1/971( dati recenti) con aggravio per le casse della sanità vibonese di 3 milioni l'anno. Questo dovrebbe allarmarla. Per questo chiediamo una conferenza dei servizi come prevista dal DL 502/92 articolo 14 comma 4. Perché signor Presidente , ad un anno dall'approvazione del Dpgr 170, i responsabili boicottano il varo di tale decreto che da solo consentirebbe di risparmiare e soprattutto gestire ottimamente dal centro i dializzati? Con l'applicazione di tale decreto vi è la certezza di uniformità di cura e migliore distribuzione dei centri dialisi sul territorio come riportato nell'allegato 5 del richiamato decreto, frutto della collaborazione con la nostra associazione. Per l'importanza delle segnalazioni fatte, sono convinto che stavolta ci darà un riscontro".

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mini corpo-forestaleUna intera collina coltivata con canapa indiana sulle montagne tra le Serre e la vallata dello Stilaro, tra i comuni di Caulonia (Reggio Calabria) e Nardodipace (Vibo Valentia), e' stata scoperta l'altro ieri dal Corpo forestale dello stato. Durante l'operazione sono state sequestrate 5.400 piante. La piantagione era irrigata con un sofisticatissimo sistema di tubi lungo addirittura 2 km che permetteva una distribuzione a goccia dell'acqua prelevata da una sorgente naturale. Le piante, alte fino a 3 metri, sono state estirpate e distrutte, tranne un campione su cui effettuare le analisi. Intanto, sono state avviate le indagini per individuare coloro che hanno realizzato la piantagione.

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mini sorical 2Riceviamo e pubblichiamo:

L’inchiesta denominata “Acqua sporca” relativa alla gestione dell’invaso dell’Alaco e condotta dalla Procura di Vibo Valentia, di cui nelle ultime ore sono state rese pubbliche le conclusioni chiama pesantemente in causa i vertici della Sorical, società che nella nostra regione si occupa della gestione e distribuzione di una risorsa come l’acqua pubblica, di fondamentale importanza per le nostre comunità e l’intero sistema economico. In attesa degli ulteriori sviluppi di questa inchiesta, che comunque già allo stato ingenera nei cittadini non poche preoccupazioni e perplessità sulla reiterata condizione di rischio della salute pubblica qualora le ipotesi investigative dovessero trovare ulteriori riscontri probatori, mi preme evidenziare la lungimiranza dimostrata su questa spinosa vicenda dall’Amministrazione comunale da me guidata.

Che, sin già dal suo insediamento avvenuto a giugno 2010, come primo atto amministrativo qualificante decideva di sciogliere la convenzione in essere con la Sorical perché riteneva del tutto insoddisfacenti in rapporto agli onerosi costi sostenuti le modalità di gestione del servizio di distribuzione dell’acqua potabile nel comune capoluogo di Acquaro e nelle frazioni di Limpidi e Piani. Fu quella di allora una scelta fortemente a rischio di impopolarità, che comunque ritenemmo con convinzione e responsabilità di assumere in quanto la qualità complessiva del servizio fornito dalla Sorical non giustificava assolutamente l’onere finanziario sostenuto dall’ente, e quindi dalla comunità, ammontante a ben 30mila euro che annualmente venivano previsti in fase di redazione del bilancio di previsione per fronteggiarne il costo.

Avevamo infatti presente in quel momento la possibile ondata di proteste e accuse di inadeguatezza e/o irresponsabilità che sarebbero potute provenire sull’Amministrazione comunale da parte di cittadini che, abituati ormai da anni a non registrare alcun tipo di carenza idrica, avrebbero dovuto fare ora i conti con una più equa e soprattutto razionale distribuzione dell’acqua. Fortunatamente, invece, la nostra intuizione andò a buon fine e - smentendo i soloni di turno che predicevano chissà quali problemi e carenze nell’approvvigionamento idrico - il servizio autogestito di erogazione, sostitutivo di quello fornito dalla Sorical, andò subito a regime grazie anche e soprattutto ad un più razionale utilizzo delle nostre sorgenti e ad una ottimizzazione della rete di distribuzione dell’acqua resa di nuovo efficiente, dopo anni di abbandono e degrado, dagli interventi di ripristino prontamente attuati dai nostri operatori Lsu con la supervisione dello storico fontaniere cittadino che non ha esitato a rendersi disponibile pur se ormai da qualche anno in pensione.

In considerazione di tutto ciò viene oggi facile affermare che due anni fa non solo “abbiamo visto bene, ma soprattutto abbiamo agito bene!”, anche se rimane forte il rammarico per il tanto, troppo denaro pubblico speso invano negli anni precedenti senza per questo, stando almeno alle indagini in corso, tutelare adeguatamente il bene fondamentale della salute dei cittadini! Da parte nostra oggi, pur sentendoci solidali e vicini con tutte le popolazioni che guardano con apprensione e timore all’inchiesta in corso per le possibili conseguenze sulla salute pubblica, la soddisfazione di aver in quell’occasione saputo assolvere all’imperativo primario che dovrebbe ispirare l’azione di ogni buon amministratore e cioè la consapevole e coerente convinzione di aver operato nell’interesse generale!

Un compiacimento rafforzato dalla considerazione che almeno per una volta una decisione amministrativa saggia ed esemplare sia stata adottata da una piccola comunità dell’entroterra vibonese. Una realtà territoriale troppo spesso dimenticata e marginalizzata, che almeno in questa occasione ha saputo proporsi come esempio di amministrazione lungimirante ed a misura di cittadino!

GIUSEPPE BARILARO (sindaco di Acquaro)

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L'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo (ETH-Eidgenössische Technische Hochschule) ha recentemente reso disponibile con licenza Creative Commons una bella serie di fotografie scattate dal botanico svizzero Werner Lüdi (1888-1968) nel corso della VII Escursione Fitogeografica Internazionale che si svolse nell'estate del 1934 dalla Maremma alla Calabria attraverso l'appennino centro-meridionale. Alcune di queste fotografie furono scattate nei boschi di Serra San Bruno, della cui flora Lüdi avrebbe poi discusso nella memoria "Beitrag zur regionalen Vegetationsgliederung der Appeninenhalbinsel" (Contributo sulla distribuzione regionale della vegetazione nell'Appennino italiano, in E. Rübel, ed., Ergebnisse der Internationalen Pflanzengeographischen Exkursion durch Mittelitalien, 1934, Bern, H. Huber 1936).

[fig. 1-Abeti e faggi] [fig. 2-Abeti e qualche faggio]

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Le Escursioni Fitogeografiche Internazionali erano state ideate nel 1911 dal botanico inglese Arthur G. Tansley (1871-1955) come strumento per avvicinare gli scienziati di diversi paesi e favorire così la comunicazione scientifica internazionale, e si tennero a cadenza irregolare (generalmente ogni 2-3 anni) fino al 1989. Il passaggio a Serra San Bruno dell'Escursione del '34 –organizzata da Giovanni Negri (1877-1960)– era in gran parte dovuto all'interesse suscitato nella comunità botanica internazionale dalla presenza, nei boschi serresi, del «puro» Abete bianco (abies alba), la cui distribuzione lungo l'Appennino era all'epoca oggetto di viva discussione.

[fig.3-Sentiero scavato nel terreno] [fig.4-Trasporto dei tronchi]

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 Nativo di Müsingen, nel cantone di Berna, dopo un periodo di studio a Montpellier Lüdi era tornato in Svizzera per insegnare Botanica prima a Berna e poi a Zurigo. I suoi studi sulla successione vegetale e sulla fitosociologia gli valsero la nomina a direttore del Geobotanischen Forschunginstitut Rübel di Zurigo (1931), carica che tenne fino alla morte, avvenuta a Zollikon il 29 febbraio del 1968. Uomo di scienza autorevole e rispettato, durante il fugace passaggio a Serra San Bruno scattò delle fotografie che costituiscono una preziosa testimonianza sulla vita della gente dei boschi.

[fig.5-Trasporto del carbone] [fig.6-Legna da ardere] [fig. 7-Carbonaio vicino alla sua capanna]

mini fig.5mini fig._6mini fig.7

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