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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Erano baci di plastica quelli che il sindaco Rosi aveva lanciato alla maggioranza durante il consiglio comunale di Novembre. Aveva parlato di progetti pronti e squadra unita. Ci risvegliamo a Marzo e i progetti ancora non ci sono, probabilmente neanche la squadra. L’ultimo consiglio comunale ha scoperto gli altarini fra verità supposte e sguardi pidiellini spenti, delusi, incollati al pavimento come zerbini. Va di scena il quinto atto dell’era Rosi.
Primo punto all’ordine del giorno il caso Zaffino: 224 voti nel maggio scorso, palla al piede oggi. A tagliare la catena ci prova proprio il Sindaco che si arrampica nel tentativo di far credere che l’attuale crisi amministrativa sia causata dalla presenza di Zaffino. Se viene rimosso il paese si salverà, magari diventerà ricco: “le motivazioni sono puramente politico-amministrative”. Qualcosa non torna. Lo ribadisce la minoranza soprattutto il consigliere Mirko Tassone che ribatte: “il sindaco ha un dovere di chiarezza nei confronti della cittadinanza, che senso ha mandar via un solo assessore per rilanciare i piani della giunta?”. Arrivano altri inviti alla verità. Prima Raffele poi Lo Iacono. Intorno tutto tace. Anche i migliori oratori per una volta tanto non fiatano. Il capogruppo PdL Salerno, rimane in sordina, indifferente come un astemio all’Oktoberfest. Il sindaco Rosi, che ha sempre l’aria di quello che non poteva farci niente, non si smentisce. È come un processo fisiologico : “Gli assessori si nominano e si revocano!”. Come dire purtroppo d’autunno cadono le foglie. Sono cose che capitano.
La colpa di tutto viene riversata sull’ormai ex assessore come se fosse l’unico incapace nel dare un contributo all’azione amministrativa. Pochi minuti prima proprio Zaffino, leggero come una libellula, aveva testualmente tuonato: “Pregherei il Sindaco di dire quali sono le vere motivazioni della sua decisione. Deve avere il coraggio di sviscerare tutta la verità. Io ho presentato un esposto in Procura e in Prefettura, perché bisogna dire la verità. E la verità la sai tu, la so io e la sa tutta la maggioranza consiliare. Coraggio. Io sono qui!”. La nebbia inghiotte la maggioranza. Time out. Lo Iacono chiede 5 minuti per azioni concordate con il resto della minoranza. La ricreazione scade. Si torna in aula. Manca solo Zaffino, volatilizzato come Dracula all’alba. Poco dopo si volatilizza anche la minoranza che, lo annuncia Rosanna Federico, si autosospende fino ad un incontro chiarificatore con il prefetto. Anche i cittadini abbandonano l’aula. Ad assistere alla seduta rimangono in 4. Perfetti per un 3sette. Almeno per questo, se non per amministrare, l’esperienza non manca.
Serra profuma di commissario prefettizio. Siamo ai titoli di coda di quel maldestro viaggio su un filo troppo sottile.
SERRA SAN BRUNO – Adriano Tassone è il nuovo assessore che va ad integrare l’esecutivo comunale in seguito alla revoca di Bruno Zaffino. Il neo assessore manterrà le deleghe agli affari generali e alle politiche sociali che già deteneva da consigliere comunale, ma non è escluso che nei prossimi giorni, o già da domani, gli possano essere assegnate ulteriori deleghe. Adriano Tassone è considerato un fedelissimo del primo cittadino, non a caso di una sua possibile investitura ad assessore comunale si era parlato non appena si era diffusa la notizia del’estromissione di Bruno Zaffino, che era motivata, almeno ufficialmente, con la necessità di dare «maggior incisività all’azione politico amministrativa e considerato che ricorrono i motivi di opportunità relativi all’attuazione del programma politico-amministrativo e che impongono la necessità di rimodulare la Giunta Comunale al fine di dare maggiore impulso all’attuazione dello stesso programma e raggiungere gli obiettivi prefissati». Adriano Tassone, ex Forza Italia, ha seguito Rosi nell’avventura pidiellina, candidandosi nelle fila della lista di partito che ha avuto la meglio sulle altre compagini che si sono contese la guida di palazzo Tucci nella tornata elettorale dello scorso maggio. Dopo 20 giorni di attesa, dunque, dovrebbe chiudersi la questione del rilancio dell’attività amministrativa della giunta comunale. Rimossa, quindi, con la revoca di Zaffino, quella che evidentemente era l'unica causa della scarsa incisività dell'amministrazione, per il nuovo esecutivo serrese ora non ci sono più attenuanti ed è tempo di dare seguito alle tante promesse che il Pdl aveva fatto in campagna elettorale.
SERRA SAN BRUNO - 221 giorni or sono una nuova squadra, questa volta targata PDL, saliva i gradini di palazzo Tucci e, tra le molte aspettative figlie delle faraoniche promesse fatte in campagna elettorale, si apprestava a sedere sui banchi della maggioranza. Una maggioranza legittimata da 1803 preferenze, assegnate da altrettanti cittadini che hanno deciso di dar credito al tanto sbandierato vento di cambiamento ed alla tanto ostentata sinergia comune-regione. 1803 persone che, tramite il loro candidato di fiducia, hanno consegnato le chiavi della casa comunale a chi prometteva discontinuità col passato ed una nuova, trasparente ed attenta attività amministrativa. La formidabile compagine veniva presentata agli occhi degli elettori come una squadra eterogenea, fatta da un mix, a loro dire perfetto, di altisonanti amministratori regionali e provinciali con tanto di garanzie alle spalle, di giovani leve pronte con il loro entusiasmo a dare nuovi imput e di affermati imprenditori disposti a mettere la loro esperienza a disposizione dell’intera cittadinanza. Una squadra, insomma, capace di dar voce ad ogni strato sociale nella nostra comunità, vogliosa di carpire i problemi che affliggono la cittadina ed i suoi abitanti e smaniosa di risolverli.
Oggi, sette mesi dopo, alla notizia della revoca della nomina di un assessore, Bruno Zaffino, c’è chi dice “c’era d’aspettarselo”.
Se è vero, come è vero, che le urne hanno attribuito 1803 voti al PDL, è altrettanto innegabile che la maggioranza assoluta dei cittadini serresi, 2791 persone, abbia deciso di bocciare la lista dei berluscones. Durante la campagna elettorale, in molti consideravano quella del consigliere regionale Nazzareno Salerno una presenza più che ingombrante per la futura amministrazione. Si mormorava che in caso di vittoria sarebbe stato lui a gestire le fila dell’amministrazione, condizionandone l’intero operato. Le voci di corridoio non passarono in sordina e dai palchi pidiellini arrivarono le prime smentite. Tuttavia, il detto latino “vox populi vox dei” ha trovato la sua ennesima conferma già dal primo consiglio comunale, quando, in un clima di guerriglia urbana, il neo eletto capogruppo di maggioranza, dopo aver dispensato nomine e deleghe, ha preso il posto di comando per condurre la sua solitaria battaglia. Da solo ha iniziato a relazionare sull’ordine del giorno, da solo continua ad attaccare la minoranza, da solo si difende mentre il resto dei suoi rimane in silenzio, a guardare e forse sentire. Il copione non cambia, fino all’ultimo consiglio comunale, quando interviene per menar vanto degli assessori e della giunta. Intanto nel prosieguo della nuova stagione amministrativa, tra strafalcioni burocratici e presunte illegittimità, si arriva a silurare uno degli assessori, Bruno Zaffino appunto, l’imprenditore che, con i suoi 223 voti, è stato senza dubbio uno dei protagonisti della vittoria.
Un mese e mezzo fa, il nostro collaboratore Bruno Vellone, dalle colonne de “il Quotidiano”, aveva anticipato gli scenari di una possibile rottura tra gli assessori Polito e Zaffino ed il resto della maggioranza. Anche in quel caso arrivò puntuale la smentita. Il duo, dalle pagine dello stesso giornale, bollò come “insinuazioni prive di fondamento” le indiscrezioni. “Insinuazioni” divenute fatti. Fatti per i quali è lecito attendersi una spiegazione politica.
Rottura tra l’assessore comunale Bruno Zaffino (foto) e l’amministrazione serrese. Il sindaco Bruno Rosi, questa mattina, ha revocato Zaffino da assessore, ed è stato lo stesso sindaco a comunicarlo al cronista. Bruno Zaffino, quindi, è fuori dalla squadra di governo locale, ed il tutto sancisce, con ogni probabilità, l’apertura di una crisi politica. L’ex assessore non era soltanto uno dei membri maggiormente rappresentativi dell’amministrazione comunale, ma è anche stato il candidato più votato in assoluto - secondo solo al consigliere regionale Nazzareno Salerno - che con una valanga di consensi ha dato un enorme contributo per la vittoria della squadra capitanata dal consigliere provinciale Rosi. Bruno Zaffino non ha mai fatto mistero di essere, da solo, in grado di scompigliare le dinamiche politiche comunali, probabilmente contando su consiglieri che sarebbero a lui vicini come Cosimo Polito e Carmine Franzè, che però non sono mai stati messi alla prova e che potrebbero comunque defilarsi e continuare ad appoggiare la maggioranza, il primo per preservare il posto di assessore, il secondo per non abbandonare il gruppo con cui ha vinto le elezioni. Ancora non si conoscono bene le motivazioni che hanno fatto entrare nel mirino dell’amministrazione pidiellina un assessore tra i più “pesanti” dell’intero esecutivo serrese, ma l’empasse politica in atto sta paralizzando non poco l’attività amministrativa serrese. Lo avevamo annunciato in tempi non sospetti che un rimpasto di giunta ci sarebbe stato e che era soltanto rinviato, e adesso le nostre indiscrezioni, contro le quali corsero immediatamente al riparo i big della politica pidiellina per smentirle repentinamente facendole passare come illazioni, si sono rivelate quanto mai esatte. Insomma, dopo la giunta di Raffaele Lo Iacono con una paralisi amministrativa permanente, dopo il commissariamento prefettizio in seguito allo scioglimento anticipato del consiglio comunale per le contestuali dimissioni di nove consiglieri comunali, ora un’altra stagione politica all’insegna dell’instabilità sembra aprirsi per la cittadina montana, che sembra non poter godere di una gestione amministrativa solida e duratura.
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