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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Una Calabria che «necessità di un’inversione di tendenza», e soprattutto che «non sia più una colonia di Roma, perché noi, a differenza di qualcun altro, non costruiamo le carriere a tavolino». Era un fiume in piena stasera Bruno Censore nel corso della chiusura della campagna elettorale della lista guidata da Mario Oliverio, che si è tenuta nella centralissima Piazza Monumento. Accanto all’ex deputato erano presenti le candidate Giovanna Giacco e Giusy Eulalio. Dopo aver ammesso che «quando si fa politica si commettono anche degli errori» Censore subito dopo ha affermato con fierezza che «nessuno può disconoscere la politica vera che alberga in me. Ancora una volta ci metto la faccia, e lo faccio con Oliverio, che mi ha dato la possibilità di difendere la Calabria, una terra bistrattata e che non può più camminare con le proprie gambe». Il candidato della lista “Oliverio presidente per la Calabria” nella Circoscrizione Centro ha puntato il dito anche contro Occhiuto e Bruni che, a suo giudizio, «sono stati scelti a Roma nel chiuso di una stanza», per poi attaccare il suo ex pupillo Luigi Tassone. «Oggi - ha detto Censore - c’è una piazza piena, mentre ieri (il riferimento è alla chiusura della campagna elettorale del Pd, a cui ha partecipato anche il componente della Segreteria nazionale Nicola Oddati) c’era una piazza semivuota fatta di gente smarrita. Chi legge i giornali sa benissimo che il Partito democratico il consigliere regionale l’ha già scelto e sicuramente non è quello di Serra. La verità è un’altra: mi hanno tolto dal Pd perché ero forte, perché mi temevano, considerato che sono l’unico politico ad aver dato lavoro. Non votate i bambini, date il vostro consenso a chi fa politica per passione. A differenza di altri, non posso contare sul sostegno di sindaci o del partito di Roma perché ho la gente comune dalla mia parte». Censore ha parlato anche di sanità, invitando la politica ad «azzerare il debito» e ripercorrendo le fasi che hanno portato al commissariamento che, a suo giudizio, «dura perché dietro ci sono degli interessi e delle lobby». A seguire, l’ex deputato ha aperto una parentesi sulle criticità locali, con Serra che «ha subìto un’involuzione, un ritorno al passato, per colpa di politici che vengono a prendersi il voto e poi se ne vanno. Il voto per i forestieri è un voto perso. Votiamo a chi ama e a chi ha la capacità di fare bene per questo territorio».
Prima di Censore c’è stato l’intervento della candidata Giusy Eulalio, la quale ha detto di credere in una «politica sana. I giovani devono iniziare a interessarsi della politica. Sono stufa di vedere coetanei costretti ad andare fuori per lavoro o per studiare. Vorrei che i ragazzi come me restassero qui e che lavorassero in questa terra». Di «meritocrazia come riscatto economico e sociale» ha parlato Giovanna Giacco, convinta che «dobbiamo essere noi a prendere le decisioni che ci riguardano e non delegare il tutto ad altre persone. Per quale motivo non si sono svolte le primarie? Per quale motivo qualcuno non ha voluto mettersi in discussione?». Giacco ha anche espresso «vicinanza» a Mimmo Lucano che, con il suo «operato di pace, è costretto a combattere con una legge ingiusta». Tornando alle diatribe esistenti nel centrosinistra, la giovane di Porto Salvo ha asserito che «Oliverio è stato offeso e bistrattato da persone che lui stesso ha fatto diventare grandi», dopodiché ha parlato di cooperazione tra i giovani, viabilità, sanità, lavoro femminile e cultura.
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