Lunedì, 20 Novembre 2017 18:16

Viabilità, il sindaco di Brognaturo "diffida" la Provincia

Scritto da Redazione
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BROGNATURO – La strada provinciale 43 Brognaturo-Acqua del sorcio versa in una situazione di «grave dissesto», costituisce «un pericolo per l'incolumità di quanti la percorrono» ma la Provincia di Vibo «negli ultimi 15 anni non ha provveduto ad alcun intervento di manutenzione».

Così il sindaco di Brognaturo, Cosmo Tassone, lancia un nuovo allarme sulla viabilità provinciale, in particolare sulla strada che attraversando il monte Lacina conduce alla costa jonica catanzarese. E lo fa attraverso un’ordinanza indirizzata al presidente della Provincia Andrea Niglia, sostanzialmente diffidato a «provvedere all’esecuzione di ogni intervento utile a rendere la percorribilità della strada in sicurezza». Un provvedimento messo nero su bianco, protocollato e indirizzato per conoscenza anche alla Prefettura, alla Procura e alle forze dell’ordine. Più che limitarsi a una valutazione tecnica sulle condizioni del tratto di strada in questione, Tassone nelle motivazioni dell’ordinanza lancia soprattutto una sorta di provocazione, un messaggio evidentemente anche politico, che prende le mosse dalle conseguenze della Legge Delrio sul riordino delle Province e passa per la bocciatura della riforma costituzionale Renzi-Boschi. Fino ad arrivare a un'intimazione ai limiti della legittimità, visto che il tratto in questione non è di competenza comunale ma, appunto, provinciale: «Trascorso infruttuosamente il termine perentorio (30 novembre 2017, ndr) senza che la Provincia ottemperi a quanto ordinato, si provvederà d’ufficio a eliminare il pericolo di pubblica incolumità addebitando comunque le spese sostenute alla Provincia di Vibo Valentia, proprietaria della strada».

Il primo cittadino richiama nella sua ordinanza l’art. 50 comma 5 del D.lgs. 267/2000: «In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale, in relazione all'urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio. (…) In caso di emergenza che interessi il territorio di più comuni, ogni sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non intervengano i soggetti competenti». Ma non rinuncia a sottolineare ancora una volta le «carenze della Provincia di Vibo nell’assumere provvedimenti necessari». D’altronde, nel recente passato, in occasione di incontri organizzati dal Comitato Pro Catanzaro, Tassone non aveva mancato di annunciare «manifestazioni di disobbedienza civile per il bene del territorio». E oggi «ordina» al presidente della Provincia di «provvedere all'esecuzione di ogni intervento utile a rendere la strada percorribile in sicurezza nel più breve tempo possibile e comunque entro e non oltre la data del 30 novembre 2017», invitando i sindaci dei Comuni limitrofi «a voler adoperarsi in merito anche attraverso la convocazione di apposita conferenza dei servizi».

Il tratto di strada in questione oltre a portare dal centro urbano di Brognaturo verso Località Lacina (dove insistono anche due centri di accoglienza per migranti) fa da collegamento con vari Comuni della provincia di Catanzaro come Guardavalle, Santa Caterina dello Jonio, Badolato, Sant’Andrea e San Sostene, dove ogni giorno «tutte le aziende boschive, che operano nei territori dei comuni limitrofi e che rappresentano l’economia prevalente, sono danneggiate e si trovano nelle condizioni di dover licenziare il personale e/o aumentare i costi delle merci prodotte». Oltre allo stato di presunto pericolo, a pagarne le conseguenze sarebbe ancora Brognaturo che, alla luce del collegamento con i Comuni del versante jonico, vedrebbe «venir meno il turismo religioso nonché il turismo estivo». E la situazione di «non vivibilità di tali zone», infine, secondo il sindaco «si può prestare alla creazione ed alla diffusione di interessi illegali».

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