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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO - Alla fine il nodo è arrivato al pettine e, a ormai poche settimane di distanza dal voto, il consigliere regionale Nazzareno Salerno, capogruppo di maggioranza nel consiglio comunale di Serra San Bruno e dominus indiscusso dell'amministrazione in carica, si è convito a dare il benservito al sindaco Bruno Rosi: non ci sarà alcuna riconferma per l'attuale primo cittadino.
Una scelta già maturata da tempo ma che, dopo un lungo tira e molla, adesso è in procinto di diventare ufficiale. Negli ultimi giorni, infatti, sempre più consistenti erano stati i segnali grazie ai quali il consigliere regionale azzurro stava tentando di “addolcire la pillola” in maniera da riuscire a servire all’opinione pubblica – senza provocare tanti scossoni – la ferma intenzione di interrompere, definitivamente, l’era Rosi. È per questo che nelle ultime ore fonti vicine a Salerno parlano di una scelta condivisa tra le parti e maturata, addirittura, dopo un tranquillo “passo indietro” rassegnato dallo stesso primo cittadino.
In realtà Rosi sarebbe stato tentato, e non poco, di riprovare da protagonista la corsa per la riconquista della poltrona più alta del palazzo di piazza Tucci. Ma proprio Salerno, nel corso di un recente incontro interno alla maggioranza amministrativa, avrebbe in realtà imposto il duro ultimatum, costringendo il primo cittadino ad abbandonare ogni ambizione di riconferma.
Una sonora bocciatura, dunque, rispetto a quello che è stato l’operato di Rosi in questi ultimi cinque anni. Una mancata conferma frutto, allora, di una netta presa di posizione arrivata direttamente dal leader dell’area berlusconiana serrese, ma maturata anche in funzione di quelli che sono gli accordi che si stanno definendo in previsione di un’alleanza con i restanti esponenti locali di centrodestra. E non solo. Perché il veto sulla ricandidatura a sindaco di Bruno Rosi era arrivato in maniera esplicita, più volte, anche da parte dell’ala dirimpettaia della locale Forza Italia, quella che fa riferimento all’altro consigliere regionale azzurro vibonese, Giuseppe Mangialavori, e che sul territorio è rappresentata dal vicecoordinatore provinciale del partito, Michele Ciconte.
Si profilano nuovi orizzonti per il centrodestra serrese che, se le trattative andranno in porto, sarebbe quindi pronto a viaggiare compatto verso il voto per le amministrative di giugno. Così compatto da voler spostare l’asticella ben oltre l’area di riferimento, perché nel nuovo grande progetto di inclusione che si starebbe forgiando sull’asse Salerno-Mangialavori potrebbero trovare spazio anche molti fuoriusciti del locale Partito democratico, tra cui l’attuale consigliere d’opposizione Rosanna Federico, fresca della rottura con il parlamentare Pd Bruno Censore. E con la Federico potrebbero arrivare anche altri nomi noti della politica serrese, quali Raffaele Masciari, Maria Abronzino e Lucia Rachiele.
Ecco, allora, che molti avrebbero già iniziato ad etichettare il progetto – sempre se realmente dovesse andare a buon fine – come un perfetto inciucio in salsa serrese, che, nel concreto, porterebbe all’intesa tra alcuni degli amministratori in carica, altri esponenti del locale centrodestra da sempre critici nei confronti dell’operato della giunta Rosi e diversi componenti delle ultime due amministrazioni di centrosinistra guidate, dal 2002 al 2010, prima da Bruno Censore e poi da Raffaele Lo Iacono. Un crogiolo – resistente alle alte temperature – per la fusione di nuove leghe, che potrebbe trovare ulteriore sostanza anche nell’eventuale aggregazione di un altro attuale consigliere d'opposizione, il già candidato alla carica di primo cittadino Mirko Tassone che, però, in siffatta atmosfera riconciliativa, prima di entrare a far parte del sodalizio, dovrebbe cercare di smorzare le distanze con Nazzareno Salerno, che proprio cinque anni fa – a seguito di una fragorosa rottura – lo aveva visto allontanarsi dalla sua area politica di riferimento.
Una trama fitta, dunque, che potrebbe farsi sempre più aggrovigliata quando tutte le “anime” appartenenti al progetto inizieranno a cercare la giusta sintesi in un potenziale nominativo condiviso sul quale convergere per la candidatura a sindaco.
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