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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Riceviamo e pubblichiamo
Ricorrendo ad un clamoroso falso storico, i detrattori del Regno delle Due Sicilie narrano che il regolamento della marineria borbonica prevedesse che «All'ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che stann' a poppa vann' a prora: chilli che stann' a dritta vann' a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann' a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann 'ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann' bascio passann' tutti p'o stesso pertuso: chi nun tene nient' a ffà, s' aremeni a 'cca e a 'll à».
Con “Facite ammunina” si indicano, quindi, coloro i quali fingono di darsi da fare. Un esempio eloquente di come si possa fare “ammuina” lo ha offerto, in questi giorni, il Sindaco Rosi. Il criterio con cui è stata fatta la “nuova” Giunta sembra essere, infatti, proprio quello dell’ “ammuina”. Come spiegare diversamente la scelta di riproporre assessori, precedentemente, estromessi con la motivazione che fosse “necessario rilanciare l’azione amministrativa”? Una dimostrazione che il Sindaco o ha sbagliato prima, o sta sbagliando adesso. Che dire, poi, della scelta del Presidente del Consiglio in pectore che, dopo aver minacciato fulmini e saette e ritornato, tomo tomo, dove stava cinque mesi fa? Un capitolo a parte, merita, la vicenda che, ha avuto, protagonista l’assessore Franzé. Sarebbe interessante capire, infatti, quali siano state le motivazioni che ne hanno giustificato il defenestramento. Alla base del provvedimento non possono esserci, spiegazioni di carattere amministrativo. In particolare, la scelta di sacrificare Franzé non può essere, motivata, con un’eventuale deficienza in termini di produttività, poiché, in tal caso, il Sindaco avrebbe dovuto sfiduciare, per primo, sé stesso. Le ragioni, quindi, sono altre e vanno, forse, ricercate nelle recenti elezioni regionali. La decisione di sposare la causa di un candidato diverso, rispetto a quello sostenuto dal resto di maggioranza, molto probabilmente, deve aver reso Franzé reo della più capitale delle colpe, quella di lesa maestà. Beninteso, non abbiamo alcun desiderio d’entrare nelle dinamiche interne dei forzisti serresi, ci preme soltanto rilevare come la “nuova” Giunta sia stata composta, non sulla scorta, del merito, delle competenze e delle capacità, ma solo sulla base dell’apparente fedeltà al capo. Ad un anno di distanza dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale, era lecito aspettarsi qualcosa di più che la riproposizione, quasi integrale, di assessori che hanno dato ampia prova della loro inadeguatezza. Tuttavia, il Sindaco non ha stupito nessuno. Ancora una volta, ha scelto di rimanere fermo, immobile, probabilmente, nella consapevolezza che ha a disposizione, ancora, un anno per completare l’opera di fare di Serra lo zimbello del circondario.
Mirko Tassone
Consigliere comunale del gruppo "Al lavoro per il cambiamento"
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