Lunedì, 16 Febbraio 2015 15:48

Serra, Tassone (Al lavoro per il cambiamento): '1800 euro per una delibera'

Scritto da Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo

La politica ha i suoi costi, si sa. E’ il prezzo da pagare alla democrazia. Certo, la democrazia non dovrebbe degenerare in oligarchia, ma questo è un altro discorso.

L’argomento di cui intendiamo occuparci, è più prosaico, più spicciolo, in linea con i suoi protagonisti. Se non vivessimo a Serra San Bruno, dall’amministrazione comunale ci aspetteremmo un impegno proiettato alla soluzione dei problemi che affliggono la nostra cittadina. Scrivere l’elenco delle cose da fare, rischia di essere un esercizio stucchevole, poiché di cose da fare ce ne sarebbero veramente tante. Ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta. Ma il sindaco e la sua maggioranza non sembrano pensarla allo stesso modo. Felicemente assisi sul trono degli ignavi, si fanno scivolare addosso qualunque critica. Refrattari a soluzioni, proposte o iniziative, assomigliano ai vecchi mercanti dei bazar, che se ne stanno pigramente seduti a crogiolarsi tutto il giorno. Come quei mercanti, non si fanno distrarre da niente e da nessuno, l’unico sussulto di vitalità lo manifestano quando qualcuno si avvicina troppo alla loro mercanzia. Solo allora, si alzano con inusitata rapidità e sono disposti a metter mano al coltello pur di difendere i loro averi. I nostri amministratori, si comportano esattamente allo stesso modo. A guardarli, politicamente parlando, s’intende, sembrano statue esposte al museo delle cere. Fermi, immobili, fino a quando qualcuno non si avvicina troppo alla loro mercanzia. Direte voi, via! Gli amministratori non posseggono mercanzie! Ed, invece, ce l’hanno, eccome se ce l’hanno. Provate a mettere in discussione un assessorato, provate a parlare di avvicendamento e vedrete. Come quel mercante arabo, scatteranno, pronti a difendere con le unghie e con i denti la loro poltrona. Si sarebbe indotti a pensare che lo fanno perché vogliono portare a compimento il loro mandato, che hanno in cantiere chi sa quale progetto o iniziativa. Si potrebbe pensare che, legittimamente, desiderino lasciare il segno della loro attività. Chi dovesse pensarlo, rischierebbe però di incorrere in un clamoroso errore. Perché l’unico motivo per il quale i componenti della giunta cittadina si arroccano a difesa del loro piccolo posto al sole, sembra, essere un più prosaico interesse di bottega. In altre parole, quel che sembra abbiano più a cuore sono gli euro garantiti dall’indennità di carica, che nel loro caso assomiglia maledettamente ad una vera e propria prebenda. Come definire, altrimenti, uno stipendio percepito, non in nome del lavoro che si svolge, ma solo in ragione del ruolo che si ricopre. Per esserne definitivamente persuasi, è sufficiente mettere mano all’albo pretorio comunale, dove emerge con evidente imbarazzo che, nel primo mese dell’anno, la giunta ha deliberato solo tre volte. Si, avete letto bene. Come se Serra fosse un’isola felice, dove i servizi funzionano e la disoccupazione non esiste, sindaco ed assessori si sono riuniti soltanto tre volte. A questo punto, viene da chiedersi, quanto i cittadini paghino mensilmente, a sindaco ed assessori, per l’espletamento del loro mandato? La risposta è semplice. Si tratta di una cifra non trascurabile che ammonta a, poco meno, di 5.400 euro. Ora, facendo rapidamente due calcoli, si desume che ogni delibera prodotta nel mese di gennaio è costata ben 1.800 euro. Una cifra spropositata, se non fosse, che, oltre alle delibere, sindaco ed assessori, avranno prodotto una mole di lavoro di cui i serrese possono apprezzare quotidianamente i frutti.

 

Mirko Tassone

Consigliere comunale del gruppo "Al lavoro per il cambiamento"

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