SERRA SAN BRUNO – Dopo dieci giorni dallo scoppio della "bomba Alaco" con l'operazione "Acqua sporca" condotta dalla procura, dai Nas e dal Cfs, il sindaco Bruno Rosi emana l'ordinanza di non potabilità dell'acqua sul territorio comunale. Dopo aver ricevuto la comunicazione telefonica da parte della Esi Lab, incaricata di effettuare le analisi dell’acqua, circa «la possibilità che i risultati delle analisi effettuate sui campioni di acqua prelevati, in data 21 maggio, nei punti di prelievo di piazza San Giovanni, piazza monsignor Barillari, via Monte Calvario angolo via Volta, potrebbero non rientrare nei limiti previsti dal decreto legislativo n. 31/01». Considerato che «l’acqua proveniente dal serbatoio Sorical viene erogata in quasi tutto il territorio comunale» e vista «l’urgente e non procrastinabile necessità di intervenire a tutela della salute pubblica fino a quando non sarà accertata la conformità dell’acqua erogata alle vigenti disposizioni di legge», il sindaco di Serra San Bruno ha emesso una ordinanza «con decorrenza immediata» per vietare «l’uso dell’acqua potabile ai fini del consumo umano
fino a nuova disposizione».
Dopo quattro giorni dal sequestro dell'Alaco, dunque, il comune ha effettuato le analisi che, questa volta, hanno dato esito negativo. Sul sito internet istituzionale sono ancora visibili le analisi effettuate il 28 marzo scorso che, invece, avevano dato esito positivo. Intanto è il caso di ricordare che, prima ma anche dopo il sequestro dell'Alaco, il presidente del Consiglio comunale serrese invitava pubblicamente i cittadini a bere acqua dal rubinetto, "perchè - asseriva su Facebook - è buona, sicura e controllata".