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Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Un avviso di conclusione indagini del tutto inatteso, quello fatto recapitare al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, nell’ambito dell’inchiesta - rivelata ieri dallo stesso governatore - coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e relativa al distacco di Giuseppe Barilaro, sindaco di Acquaro e dipendente del Comune di Francica, a Calabria Verde.
Nell’inchiesta - che porta la firma del procuratore capo Nicola Gratteri, degli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Capomolla e del sostituto Alessandro Prontera – ci sono in tutto sei persone indagate, tra cui anche lo stesso Barilaro. Gli inquirenti avrebbero preso in considerazione due distinti periodi: il primo si concentra sul comando di Barilaro dal Comune di Francica a Calabria Verde, avvenuto nel 2014. L’altro, invece, riguarderebbe la proroga del comando, decisa dall’amministrazione nel 2015. In entrambi i casi, secondo l’accusa, dietro il trasferimento del sindaco non ci sarebbero state esigenze organizzative dell’ente. La sua cooptazione, infatti, sarebbe funzionale secondo l'accusa a interessi riguardanti il consenso politico-elettorale della maggioranza guidata da Oliverio.
Gli altri indagati sono Michele Trematerra, ex assessore regionale della giunta Scopelliti; Franco Iacucci, attuale presidente della Provincia di Cosenza; Paolo Furgiuele, ex dg di Calabria Verde e Franca Arlia, dirigente del Servizio 1, Settore 1 dell'agenzia regionale.
La vicenda delle amministrative di Acquaro del giugno 2015, che portarono alla riconferma di Barilaro, renderebbe sponda alla tesi della Procura. Un caso che fece discutere non poco, con Barilaro, all’epoca dei fatti proveniente dall'Udc, che era riuscito ad avere la meglio sul giovane avversario Domenico Stramandinoli il quale, oltre ad ambire alla poltrona di sindaco sostenuto dalla lista “Rinascita”, era anche segretario del circolo locale del Pd. Ebbene, in quel frangente fu incondizionato il sostegno di Oliverio e di tutto lo stato maggiore del Partito democratico vibonese, con in testa il consigliere regionale Michele Mirabello e l’ex parlamentare Bruno Censore, proprio a favore del democristiano Barilaro che trionfò alla guida di “Liberi per Acquaro” conquistando la riconferma sulla poltrona più alta del locale Municipio con un plebiscitario 71,38%. Un Oliverio che, dunque, per l’occasione, voltò insolitamente le spalle al suo partito, per sostenere apertamente le ragioni di un sindaco che aveva rivestito ruoli di primo piano all’interno dell’Udc provinciale. Così apertamente da partecipare qualche giorno dopo anche addirittura alla festa nella piazza centrale del paese organizzata in onore della larga vittoria conquistata da Barilaro ai danni del Pd.
Furono chiaramente tante le polemiche sollevate in quell'occasione, con lo sconfitto aspirante primo cittadino e segretario del circolo Pd Acquaro, Stramandinoli, che rivelò come addirittura, prima di festeggiare in piazza con Barilaro, il governatore si fosse anche dimostrato indisponibile «a incontrare o semplicemente ascoltare gli iscritti e i militanti del Partito Democratico. Una mancanza di rispetto – aveva tuonato Stramandinoli – verso coloro i quali hanno prestato il loro impegno nelle iniziative promosse in questi anni, oltre che una mancata ottemperanza alle regole e all’etica del Pd. La fedeltà, la coerenza, il rispetto sono stati soppiantati dai voti che un sindaco qualunque può garantire in un determinato momento».
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