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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo:
«Non è possibile e tollerabile che ci siano consiglieri tesserati con il Pd che non votano il Partito democratico. Se avessero un minimo di coscienza o pudore dovrebbero andare via con le proprie gambe, perché ci vuole appartenenza, altrimenti non si va da nessuna parte. Non è tollerabile che vi siano elementi che si fregiano di appartenere al Pd e poi non votano nemmeno per il proprio simbolo».
Sono le parole pronunciare poco meno di due anni fa dal consigliere comunale del Pd di Vibo Valentia Giuseppe Cutrullà all’indomani delle scorse elezioni provinciali, sono le stesse parole che la segreteria cittadina del Partito democratico di Arena riprende adesso per lanciare e ribadire il proprio atto di accusa nei confronti del gruppo consiliare del capoluogo che ha voltato le spalle al candidato alla presidenza del centrosinistra per votare e sostenere candidati di centrodestra.
Per rimarcare l’incoerenza, anzi il tradimento perpetrato nei confronti del partito, del suoi candidati nonché di migliaia di iscritti e militanti, non possiamo far altro che riprendere l’atto accusa rivolto dal consigliere comunale del Partito democratico di Vibo Valentia. Se Giuseppe Cutrullà e gli altri cinque consiglieri comunali fossero coerenti con quanto sostenuto all’indomani delle scorse elezioni provinciali lascerebbero in maniera spontanea il partito che hanno tradito. Ci aspettavamo una decisione in questo senso, ma è evidente che i sei consiglieri comunali del Pd hanno la faccia foderata di piombo. Un atteggiamento che non possiamo e non vogliamo tollerare. Soprattutto in un contesto storico in cui il Pd ha bisogno di ritrovare se stesso, il suo popolo e i suoi amministratori, bene farebbero i vertici provinciali e regionali del partito a lanciare un messaggio di serietà e rigore, espellendo coloro i quali in maniera peraltro palese hanno votato contro le indicazioni del partito e a favore dei candidati di centrodestra. Una soluzione contraria a ciò sarebbe devastante e nefasta per il Pd, significherebbe legittimare tutti a tenere la tessera del partito, da ostentare quando fa comodo secondo i propri interessi personali, per poi votare centrodestra quando fa altrettanto comodo chissà per quale interesse particolare. È arrivato il momento di mettere alla porta traditori e arrivisti: si pensi, solo per fare un esempio all’avvocato Vito Pitaro: da segretario particolare del consigliere regionale Michele Mirabello, ha percepito un compenso mensile pari ad euro 3.722,73 che non gli sono bastati per esprimere gratitudine, coerenza e appartenenza nei confronti di un gruppo e di un partito che gli hanno consentito guadagni personali, da giugno 2016 ad agosto 2018, per oltre centomila euro. A questo modo di fare politica ci opponiamo fermamente: vogliamo e pretendiamo un partito i cui attori agiscano in maniera disinteressata per il bene della collettività, in cui militanti, iscritti e rappresentanti delle istituzioni provino un senso di timore profondo di fronte alla conseguenza delle proprie azioni e di fronte alla ricaduta del proprio tradimento.
Vogliamo e pretendiamo, insomma, un partito normale, un partito che sappia ribadire un messaggio di chiarezza e di rispetto delle regole, mettendo alla porta chi, votando per il centrodestra, ha leso l’immagine del Partito democratico con un tradimento che non può passare inosservato.
Comitato direttivo
Circolo del Pd di Arena
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