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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Non c’è nulla di più sporco della “politica-mercato” che accende la vigilia di ogni elezione. E mentre i cittadini si aggrovigliano nel legittimo tentativo di capire a chi dare o non dare il consenso, illudendosi di poter consultare programmi e progetti, le idee latitano e la corsia preferenziale che porta a Roma è dominata, principalmente, da conflitti e strategie d’assalto.
L’importante per tutti non è spiegare che cosa faranno o vorranno fare una volta eletti, l’importante è esserci. Al bando programmi elettorali e proposte innovative, basta che si mangi.
Le primarie del Pd hanno un po’ sedato gli animi all’interno del partito di PierluigiBersani ed imposto, in maniera schematica e matematica, l’ordine delle preferenze a cui il cittadino dovrà guardare per la Camera ed il Senato. Il centro-destra invece, dal Pdl al nuovo Grande Sud, rimane ancora un disegno intentato, che stenta, a solo un mese dal voto ad assumere una forma precisa. Dal coordinamento regionale del Pdl tenutosi oggi a Vibo, potrebbero però arrivare indicazioni più precise sulle candidature. Sia chiaro, anche in questo caso si parla di nomi e non di concetti. Perché questa terra ha soprattutto bisogno di nomi e non, appunto, di concetti.
Al centro la situazione non cambia, anzi sembra essere ancora più caotica. Il guru Pier Ferdinando Casini, da poco socio in azioni del politico ex tecnico Mario Monti, cerca di sedare gli animi: “Non ci sono trattative, il clima è ottimo. I nostri senatori (massimo una dodicina in tutta Italia n.d.r.), saranno eletti con il partito “Scelta Civica” di Monti”. E in Calabria Michele Trematerra si sta già sfregando le mani. L'assessore regionale sarà il numero due del listone centrista per Palazzo Madama. Seguirà a ruota proprio del leader dello scudo crociato Casini, che però ha già fatto sapere di voler optare per il seggio in un'altra regione. Insomma si candida anche in Calabria, per risultare poi eletto in altro loco. I miracoli della geografia politica contraddistinguono quindi tutti gli schieramenti e la Rosy Bindi “calabrese” ne è l’esempio più lampante.
Quindi paradossalmente Trematerra è da considerarsi il vero capolista al Senato dello schieramento montiano. Dopo di lui, al terzo posto (il secondo in realtà) scalda i motori il montezemoliano Sergio Nucci, oggi consigliere comunale a Cosenza. Le altre caselle spetteranno da esponenti finiani di Fli e qualcun altro dell'Udc, ma si tratterà sostanzialmente di candidature di “servizio” in posizioni difficilmente eleggibili.
Sempre al centro, ma questa volta per la Camera, l’Udc calabrese schiererà Roberto Occhiuto (Deputato uscente) come capolista. Al secondo posto il Presidente del consiglio regionale Franco Talarico. Ma già al terzo posto si registra una sorpresa: Franco Candia, commissario dell'Udc a Reggio Calabria, sta facendo a spallate con l'Assessore regionale Francescoantonio Stillitani, per contendersi la posizione. Stillitani dal canto suo non si accontenterebbe quindi di vedersi retrocesso addirittura al quarto posto e starebbe meditando di non candidarsi affatto. Il tutto mentre Mario Tassone e Ida D'Ippolito passano nel dimenticatoio a causa delle regole imposte dai vertici (Monti ed il commissario Bondi) stavolta poco avvezzi a riconfermare due Deputati, o meglio ex Deputati oramai, che hanno seduto le calde poltrone romane per, rispettivamente, 9 e 4 legislature. In tal senso le deroghe sono state concesse solo a Casini, Cesa e Buttiglione. Insomma un partito che si rinnova, ma solo là dove gli conviene farlo.
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