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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
È trascorsa poco più di una settimana dalle elezioni politiche del 4 marzo e tra i dati emersi dalla tornata per il rinnovo dei componenti della Camera e del Senato c’è, senza alcun dubbio, quello relativo alla sconfitta rimediata dal deputato uscente del Pd Bruno Censore che, in termini di consensi, nel collegio uninominale Vibo/Soverato della Camera ha incassato 29.187 preferenze, posizionandosi però dietro alla parlamentare del M5s Dalila Nesci (37.951 voti) e alla neo eletta Wanda Ferro per il centrodestra, che ha sbaragliato la concorrenza degli avversari con oltre 41mila preferenze.
Ma, stando ad alcune indiscrezioni che circolano da giorni nel sottobosco della politica regionale, per l'ex parlamentare serrese potrebbero anche aprirsi le porte della giunta Oliverio. Intanto, a distanza di 10 giorni dalla débâcle del Pd - che, a livello regionale, ha conquistato soltanto due seggi alla Camera, fermandosi ad una percentuale pari al 17,11% - il governatore è uscito allo scoperto, commentando i risultati elettorali a margine di una conferenza stampa su alcune iniziative della Regione nel settore teatrale. «Per il Pd - ha detto il presidente della Regione - è stata una slavina dalle Alpi alla Sicilia. Questo è il macrodato oggettivo, bisogna poi ricercare ragioni più specifiche e non mi esimo da responsabilità. Mi pare ardito, però, utilizzare un dato del genere per farne una polemica interna». In merito ad una eventuale ripercussione dell’esito del voto a livello regionale, Oliverio non ha avuto dubbi: «Sono stato eletto dai calabresi per lavorare. Sto cercando di farlo non senza difficoltà perché le condizioni sociali ed economiche della Calabria non erano e non sono semplici, stiamo invertendo un trend e i segnali ci sono. Ho lavorato molto in solitudine, benché rispetto alla gravità della situazione sarebbe stato necessario un soggetto attivo che avrebbe potuto animare e coinvolgere i territori. Abbiamo supplito spesso alla mancanza di questa vita democratica: senza gettare la croce su qualcuno, bisogna però aprire una discussione seria, vera, e per quanto mi riguarda lo farò senza schemi. In questi tre anni difficili ho lavorato in solitudine assieme alla mia squadra che ringrazio. Devo rendere conto, del mio operato, solo ai calabresi: anzi, ricordo a me stesso che il mio certificato di origine sono le primarie. Non sono stato nominato da un’assemblea di partito, ma sono stato designato dalle primarie e anche contrastato. È stato forse il mio peccato originale, ma non dimentico che sono stato insignito dalla sovranità dei calabresi e solo a loro devo rendere conto del lavoro che stiamo portando avanti e sta producendo risultati nell’interesse di tutta la Calabria, non di una parte di essa o di un partito». E su un possibile rimpasto di giunta: «La giunta va rilanciata. Sto riflettendo su come farlo mantenendo sempre ferma la bussola che è il bene dei calabresi e non certo l’appartenenza a questa o a quella bandierina. Politici o tecnici? Sarà una giunta che risponde al criterio appena menzionato: io non ho mai abdicato dal fare le scelte in autonomia. Sono io a risponderne, come da dettato costituzionale e dà mandato che mi è stato conferito dai calabresi, pertanto mi assumo tutte le responsabilità delle scelte che faccio. Anzi proprio per questo le faccio in piena libertà».
In questa direzione, non è da escludere un coinvolgimento attivo da parte dell’ormai ex deputato Censore che, proprio stamattina, è stato avvistato alla Cittadella regionale. L’esponente democrat, in caso di rimpasto, potrebbe essere chiamato a riempire la casella lasciata vuota da Antonio Viscomi – ma ovviamente l'assegnazione delle deleghe è ancora tutta da vedere – eletto al proporzionale anche grazie al “traino” di Censore.
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