Giovedì, 09 Luglio 2015 15:49

La denuncia del sindaco di Vazzano: 'Nel Pd solo un esercito di comandanti'

Scritto da Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo

Chiuso il capitolo giunta, credo che ormai il Pd debba porsi delle domande e fare una attenta analisi del proprio stato di salute.

Molte riunioni, da Luzzi a Lamezia, sono saltate per non intralciare il governatore che si trovava in una fase delicatissima della sua legislatura. Ma ormai giunti a Damasco, il segretario regionale non può più far finta di niente. Una analisi politica della débacle vibonese, lametina, gioiese deve pur spiegarla a noi altri umili tesserati della domenica. Ci deve far capire come venivano spesi i soldi dei calabresi attraverso il gruppo del Pd in Regione. Da parte mia mi ero preparato a partecipare a queste riunioni, che saltano puntualmente la sera prima, attraverso questo mio intervento, che ormai voglio fare ai calabresi e non più ai senatori di turno che credo abbiano una paura matta a convocare l'assemblea regionale.

Questo è ciò che avrei detto a Magorno & C.

Cari amici miei, la Calabria ed i calabresi oggi ci guardano più che mai con grande attenzione. Ciò che diciamo, ciò che facciamo, i nostri comportamenti, sono sotto la lente di ingrandimento. Noi non possiamo, non vogliamo e non ci possiamo più permettere di tergiversare. Ciò che è successo ad alcuni nostri compagni, componenti del consiglio regionale ed in giunta in queste settimane é di una gravità assoluta. La magistratura faccia il suo corso ma il Pd deve fare il suo. Senza sconti, senza saldi di fine stagione. La questione morale deve tornare la strada maestra sulla quale tutti siamo chiamati a transitare. Nessuno escluso. Il presidente faccia le sue valutazioni e se necessario un "mea culpa", valuterà lui. Noi oggi, caro segretario dobbiamo voltare pagina, ma non a parole.

Ti chiedo pertanto di leggere bene il regolamento del Pd che dovresti far rispettare ed iniziare a chiedere le dimissioni dei tre segretari provinciali che sono incompatibili ormai da ottobre 2014, invece di far moltiplicare loro gli incarichi poltronistici.

In secondo luogo per far riacquistare credibilità al nostro partito ti propongo in questa legislatura di chiedere ai consiglieri del Pd in consiglio regionale di rinunciare ai fondi del gruppo, come segnale ai cittadini calabresi che non hanno più fiducia nelle istituzioni. Che credibilità abbiamo o possiamo dimostrare nei confronti dei nostri compagni di viaggio e dei cittadini in genere se già dall'interno del nostro partito non sappiamo, vogliamo o possiamo far rispettare le regole?

L'assemblea regionale - che non si è mai tenuta in forma "normale" tranne per eventi particolarmente spiacevoli, come la solidarietà al consigliere Bova oppure le candidature di Platì, abbondantemente oltre il termine di presentazione delle liste - è spazio di democrazia di confronto di scontro, di idee di crescita e non luogo dove fare le scarpe al segretario o tirare fuori i lunghi coltelli. Oggi questo spazio di confronto questa segreteria, la tua segretaria lo ha tolto. Senza troppi giri di parole, non si possono prendere decisioni senza sentire la base, senza ascoltare i sindaci, gli iscritti, la gente comune che crede in questo partito ma non crede più in questi uomini. Oggi più che mai siamo chiamati ad una svolta, ti chiedo ufficialmente di convocare la segreteria e chiedere innanzitutto se ancora detieni la fiducia per governare questo partito. Nel caso non te ne fossi accorto il Pd sta formando un esercito di comandanti mentre i soldati scappano o disertano dalla vergogna di essere rappresentati in miserevole modo.

Avrei desiderato dare un contributo a questa terra con idee, proposte progetti e stimoli giusti per uscire da questo pantano istituzionale. Ma questo partito autoreferenziale proprio non lo capisco più.

Eppure ci sarebbe da lavorare sulla sanità dilaniata dai signori del primariato e dalle logiche campanilistiche.

Ci sarebbe da lavorare sui fondi comunitari dove abbiamo già perso un anno vedendoci bocciare temporaneamente il piano 2014/2020.

Ci sarebbero le strade della velocità mai concluse, si le strade della velocità, quella ferroviaria, autostradale, portuale, aeroportuale. Qui il governo latita ed il cappello che dicevi di portare in testa ad ogni pio sospiro, miseramente lo vedo sempre in mano a raccogliere le briciole di questo governo che poco si spende per questa terra e tutto ciò i calabresi non lo meritano.

Mi pesa dire queste cose, perché con grande amore per questo partito ti ho dato la fiducia ed ho combattuto per Renzi prima, per te dopo ed ancora per Gianluca Callipo ed ultimo per il presidente Oliverio, il mio presidente. Perché Oliverio rappresenta tutti noi. Delegittimare lui vorrebbe dire delegittimare me stesso.

Andiamo avanti, segretario ma con dignità ed onore, con pazienza ed amore per questa terra, con fermezza e programmi seri, credibili, con uomini e donne non soltanto nuovi ma competenti senza rottamare nessuno ma con il piglio e la sapienza di chi non vuole essere rottamato. I calabresi sono lì fuori, disoccupati, stanchi, in cassa integrazione, senza strade, senza zone franche, senza lavoro, aspettano da noi, da voi un segnale di cambiamento che ancora non si è intravisto. Un'altra occasione non ci è, e non vi sarà concessa. Buona fortuna a tutti noi. Io amo questo partito ma non so quanto resisterò ancora nel restarci, spero di non subire altre delusioni.

Tutto ciò volevo dire ai miei compagni di viaggio, ma visto che non ne ho avuto la possibilità ho scritto.

Lavoriamo ed onoriamo, questa terra perché i calabresi lo meritano prima di tutto. 

Domenico Villì

Sindaco di Vazzano

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