SERRA SAN BRUNO - «E’ doveroso che con molta serenità, il sindaco di Serra Bruno Rosi, anche in virtù del suo slogan “un dovere morale”, convochi un consiglio comunale per riferire all’intero consesso e alla comunità sulla vicenda del “caso Zaffino”. Nel caso in cui il primo cittadino non reputi opportuno fare questo e contravvenire al dovere di trasparenza nei confronti della comunità, deve fare un passo indietro e dimettersi». Così il consigliere di minoranza Mirko Tassone nel corso della conferenza stampa che il movimento politico “Al lavoro per il cambiamento” ha deciso di convocare in riferimento alle ultime vicende che riguardano la revoca del’ex assessore comunale
Bruno Zaffino che ha presentato un esposto alla procura della Repubblica e per conoscenza alla prefettura, per chiamare alla responsabilità il sindaco serrese che lo avrebbe revocato per motivi che non sarebbero quelli addotti nel provvedimento di revoca. L’incontro con i giornalisti si è aperto con le dichiarazioni del coordinatore Michele Grenci, che ha ribadito come «il nostro movimento è l’unico che dopo le elezioni comunali dello scorso anno non si è frantumato e continua ad essere un punto di riferimento per la comunità». L’ex vicesindaco Raffaele Masciari, dal canto suo si è detto «preoccupato in quanto la revoca dell’assessore Zaffino la dice lunga sulla realtà nella quale si trova l’amministrazione comunale. Siamo preoccupati – ha detto – perché questa non è più una vicenda che riguarda il mondo della politica, poiché ne ha travalicato i limiti fino ad essere all’attenzione della procura della Repubblica di Vibo Valentia e della Prefettura vibonese. A questo punto – ha proseguito – ci chiediamo quali siano le vere motivazioni, se esiste un problema politico o meno che possa incidere negativamente sul nostro territorio. Una cosa è certa – ha ribadito Masciari – i componenti del consiglio comunale, maggioranza e minoranza, sono stati invitati dalla procura della Repubblica a presentarsi dai carabinieri per sommarie informazioni a seguito dell’esposto presentato dall’ex assessore Zaffino, a questo punto chiediamo al sindaco Rosi di sapere cosa è successo e quali siano queste motivazioni». Anche Masciari quindi è dello stesso avviso di Tassone: «O il sindaco riferisce in consiglio comunale quanto sia successo oppure faccia un atto di responsabilità e dia le dimissioni». Mirko Tassone ha voluto subito sgomberare il campo da ogni equivoco: «Non siamo la minoranza bastonata che vuole rovesciare l’esito elettorale, anche perché la maggioranza gode della fiducia di un solo elettore su quattro. L’interrogativo che ci poniamo è quello del corto circuito della politica che si è verificato con la revoca dell’ex assessore Zaffino. Intanto – ha detto il consigliere comunale – è anomalo che un candidato alla prima esperienza riceva un cosi grande consenso e successivamente venga revocato da assessore con passaggi temporali importanti, perché tra la revoca e le motivazioni del sindaco è passato diverso tempo. Quello che è ancora più strano – ha proseguito – è che l’ex assessore revocato non ha preso le distanze dalla sua maggioranza targata Pdl senza che il partito abbia in qualche modo sanzionato il suo comportamento». Ma l’intera conferenza stampa è ruotata attorno all’esposto presentato da Zaffino che ha fatto scattare le indagini della procura della Repubblica, che a sua volta ha immediatamente sentito i consiglieri comunali. La velocità con la quale le indagini stanno andando avanti fa sorgere un interrogativo espresso da Tassone: «Chissà che la procura abbia ravvisato qualche reale problema?».