Mercoledì, 03 Gennaio 2018 12:27

Centri per minori, l'appello: «Sindaci e prefetto garantiscano i diritti»

Scritto da Redazione
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Sono all’incirca 14mila i minori non accompagnati sbarcati in Italia, dall’inizio del 2017 ad oggi.

È quanto emerge in una nota diffusa dagli attivisti della campagna nazionale contro la detenzione amministrativa dei migranti “LasciateCIEntrare”.

In tanti «partono senza genitori» e, talvolta, «li perdono durante il viaggio. Molti quelli che arrivano dopo aver visto morire padri e madri, massacrati nei lager libici o affogati in fondo al Mediterraneo. Portano impressi sulla pelle e nella mente i segni delle violenze subìte durante il viaggio. Tristi testimoni, assieme alle donne, di una pratica sempre più in auge nelle carceri libiche: lo stupro! Parcheggiati, il più delle volte e per un tempo indeterminato, all’interno di centri di accoglienza inadeguati e insicuri. Piccoli uomini e donne cresciuti in fretta all’interno di una società distratta che affoga in un mare di indifferenza e di ipocrisia. In barba a leggi, a trattati e a convenzioni internazionali! Un numero considerevole di quelli accolti all’interno dei centri di accoglienza, scappano dalle strutture. Altri rimangono ma rientrano solo per dormire. A testimonianza di un sistema di accoglienza assolutamente inadeguato e inefficiente che delega le vite dei minori nelle mani di cooperative improvvisate e di attori sociali di dubbia integrità. In molte occasioni li abbiamo incontrati, abbiamo parlato con loro, ci siamo vergognati della nostra impossibilità di offrire loro risposte rassicuranti. Dimenticati dallo Stato e dalla società, mentre chi sarebbe deputato a occuparsene fa business sulla loro pelle».

Per gli attivisti di “LasciateCIEentrare”, inoltre, «gravi carenze si registrano all’interno dei centri di accoglienza: mancanza di acqua calda e di riscaldamenti, nonostante le temperature rigide di alcuni periodi dell'anno; ritardi o mancate erogazioni del pocket-money; abusi e soprusi da parte di operatori; vestiti inadeguati per il periodo (alcuni portano addosso ancora i vestiti che indossavano al momento dello sbarco); cibo di scarsa qualità; mancata nomina del tutore. Senza considerare le misure di tutela psicologica completamente assenti nei confronti di bambini che hanno affrontato e che si trovano ad affrontare tutta una serie di sfide: l’angoscia della fuga, i pericoli, i lutti e le paure provate durante il viaggio, le torture e gli stupri, le sfide di adattamento che li aspettano al momento dell’arrivo in Italia e, ancora, gli ulteriori abusi ai quali possono essere sottoposti. Destano in noi molti timori, dunque, le segnalazioni che ci arrivano da alcuni centri di accoglienza vibonesi per minori stranieri non accompagnati. A Brognaturo così come a Mongiana, a Joppolo così come a Filadelfia e a Bivona».

In chiusura, i rappresentanti di “LasciateCIEentrare” chiedono con forza ai «sindaci dei comuni interessati, al presidente della Regione Calabria, al prefetto, al Garante per i Diritti dei Minori, di voler predisporre ogni opportuna azione al fine di garantire ai minori presenti nei suddetti centri l'effettivo esercizio dei diritti di cui sono titolari ed evitare l'adozione di provvedimenti che possono essere gravemente lesivi di tali diritti, consapevoli tutti che disinteresse e indifferenza non sono crimini meno deplorevoli della violenza che già ha sconvolto le loro fragili vite!».

IL GARANTE: AVVIATE VERIFICHE
«A fronte di tale denuncia – dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale in merito alle segnalazioni rese note dalla Campagna LasciateCIEntrare – ho immediatamente intrapreso un percorso di verifica affidando al coordinatore della mia Consulta sui MSNA, Maurizio Alfano, il compito di affiancarmi in questa azione e, al tempo stesso, ho attivato un confronto con la prefettura di Vibo Valentia considerato che le denunce non sono di poco conto, soprattutto laddove si parla di abusi e soprusi da parte di operatori. È mia intenzione inoltre chiedere ai prefetti delle cinque provincie calabresi – conclude il Garante – una mappatura esatta dei centri dislocati su tutto il territorio e del numero degli ospitati».

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