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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo:
Ormai è un tormento. Una situazione insostenibile che non accenna a rientrare. Il problema connesso con la potabilità dell’acqua è una vera e propria emergenza che l’amministrazione comunale non sembra avere la forza o la volontà per affrontare e risolvere. Al di là dei proclami e della politica parolaia ed inconcludente cui i serresi sembrano essersi rassegnati, il problema rimane insoluto. Nonostante le innumerevoli e mirabolanti promesse la situazione diventa giorno dopo giorno più preoccupante.L’ultima in ordine di tempo è quella pubblicata il 3 ottobre u.s. con la quale è stato vietato l’uso dell’acqua proveniente dal serbatoio “Guido” e quella delle fontanelle pubbliche di Santa Maria, Piazza San Giovanni, Scorciatina e Guido. L’ennesima ordinanza è stata pubblicata contestualmente al ritiro di analogo provvedimento emanato lo scorso due agosto con il quale era stato vietato l’uso dell’acqua proveniente dal serbatoio “Castagnari”. In altre parole, per oltre due mesi ai cittadini residenti in un’intera zona del paese (quella servita dal serbatoi “Castagnari”), è stata erogata acqua non potabile. In attesa di veder tramutati in fatti gli impegni assunti dal Sindaco e dalla sua maggioranza, i cittadini aspettano invano un atto di chiarezza. Non è più possibile, infatti, che i serresi inizino le loro giornate con il dilemma se l’acqua sia potabile o meno. Non è possibile che le persone anziane siano costrette a consumare acqua non potabile perché non hanno la possibilità di acquistare o semplicemente trasportare dal supermercato a casa acqua minerale. E’, soprattutto, indecoroso, che i cittadini non conoscano le cause e le conseguenze per la salute, degli agenti inquinanti che rendono, sistematicamente, l’acqua non potabile. Anche alla luce dell’ultima ordinanza, viene da chiedersi, quindi, cosa ci sia di inconfessabile dietro il problema dell’acqua. E’ mai possibile che un territorio di montagna, come il nostro, debba misurarsi, ormai, da quattro anni con un problema che desta preoccupazione, ansia ed inquietudine? Una preoccupazione accentuata dalla reticenza e dalla scarsa trasparenza, che, nel caso specifico, caratterizzano soprattutto l’amministrazione comunale, la quale non chiarisce quale sia la causa del problema. Una reticenza che sfiora l’arroganza quando, violando, peraltro, precise disposizioni normative e regolamentari, l’amministrazione omette di rispondere all’ interpellanza presentata, dal sottoscritto, lo scorso 6 agosto per conoscere:
Interrogativi che a distanza di due mesi, non hanno trovato alcuna risposta. Risposte che i cittadini hanno il diritto di ricevere, da un’amministrazione più che distratta, assente.
Mirko Tassone (Consigliere comunale gruppo “Al lavoro per il Cambiamento”)
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