Venerdì, 21 Settembre 2012 12:56

Abruzzo: il Tar accoglie 3 ricorsi di un comitato civico. Un’importante precedente a tutela dei piccoli ospedali

Scritto da Salvatore Albanese
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mini ospedale_serraLa mannaia sulla sanità nelle regioni commissariate non ha prodotto danni ingenti solo in Calabria. La stessa identica situazione è vissuta in Abruzzo dove il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, commissario ad acta per la sanità, ha predisposto un piano di rientro che ha severamente penalizzato i piccoli ospedali, considerati ‘non coerenti con i fabbisogni di prestazioni della popolazione’. Così molte strutture ospedaliere abruzzesi sono state tagliate. Tra queste quella di Tagliacozzo, in provincia di L’Aquila, che serve un bacino di 30 mila abitanti. Le similitudini con il caso dell’ex-ospedale ‘San Bruno’, sono tantissime, se si pensa che la struttura di Tagliacozzo sorge in una zona montana mal collegata

con il resto del territorio regionale e che anche a Tagliacozzo, da circa 3 anni, i cittadini hanno deciso di costituire un comitato a difesa dell’ospedale, ma in questo caso supportati dall’amministrazione comunale.

Un comitato che nel tempo ha dato vita a presidi, cortei e manifestazioni di protesta. Ma anche in Abruzzo, come in Calabria, la posizione del governatore sembra irremovibile. Allora l’amministrazione comunale decide di affiancare il comitato civico di Tagliacozzo e dintorni, ricorrendo al Tar abruzzese. Nel dicembre 2010 il ricorso inizia a produrre i primi frutti: il Tar sospende l’attuazione del Piano di Rientro ed altre delegazioni civiche di tutto l’Abruzzo, decidono di rivolgersi al Tribunale a tutela ognuno della propria struttura sanitaria. 

Consapevole di andare verso la sconfitta, l’irremovibile presidente Chiodi, si appella al governo. Dove l’allora premier Berlusconi ed il superministro Tremonti varano un controverso ‘programma operativo della sanità abruzzese’ (decreto 98/2011), che viene prontamente attuato da Chiodi con il pretesto di ‘assestare la situazione finanziaria della sanità regionale’, raggirando quindi le sentenze del Tar.

Ma l’altarino crolla presto. I comitati non si arrendono e vanno avanti. Ricorrono di nuovo al Tribunale Amministrativo Regionale, stavolta contro la manovra di Tremonti. E vincono ancora. Il provvedimento del Governo è considerato anticostituzionale ed in contrasto con la Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo.

Ma non c’è 2 senza 3. Chiodi si inventa un nuovo atto aziendale e trasforma l’ospedale di Tagliacozzo in un ‘presidio territoriale di assistenza’ sprovvisto perfino di pronto soccorso. Il comitato sulla scia delle 2 vittorie precedenti, si rivolge quindi per la terza volta al Tar, che anche in questa circostanza dà ragione ai cittadini: “E’ necessario assicurare la piena funzionalità del pronto soccorso dell’ospedale”.

Si tratta quindi di un verdetto storico. Un precedente importante grazie al quale si potranno tutelare tutti i piccoli presidi ospedalieri presenti sul territorio nazionale e addirittura arrivare ad annullare i tagli apportati dai piani di rientro regionali. Infatti, secondo il legale del comitato civico di Tagliacozzo, Paolo Novella, qualsiasi altro ospedale di cui si paventa la chiusura, potrà appellarsi alla sentenza abruzzese, anche se situato in altre regioni. Lo stesso avvocato Novella ha riferito a ‘Il Fatto Quotidiano.it’ che nei giorni scorsi sarebbe stato contattato dalla Regione Calabria, per avere informazioni in merito al provvedimento. Secondo Novella la telefonata ricevuta dall’ufficio di Presidenza di Scopelliti, mirerebbe ad acquisire informazioni sul provvedimento, per poter, di conseguenza, giocare d’anticipo scrivendo una legge ‘salva tagli’ che non rischi la bocciatura da parte del Tar calabrese.

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    «Effettuare le dovute prenotazioni in totale autonomia tramite internet, scegliendo giorni e orari tra quelli disponibili, evitando al tempo stesso lunghe telefonate o estenuanti file agli uffici».

    Sono queste, in sintesi, le proposte avanzate dal consigliere regionale vibonese Vincenzo Pasqua e contenute in una mozione rivolta al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio.

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    E ancora: «La mozione nasce da una serie di considerazioni preliminari: non di rado, infatti, abbiamo assistito al blocco del sistema delle prenotazioni delle visite mediche, dovuto a cause diverse. Dobbiamo tenere presente che simili ritardi ingenerano sfiducia e disagi nell’intera popolazione, con notevoli ricadute anche sul piano dell’efficienza del sistema sanitario regionale. Purtroppo c’è da considerare anche che alcuni strumenti adottati, come il numero verde o la possibilità di effettuare prenotazioni nelle parafarmacie, non è riuscita a colmare del tutto il gap esistente tra la domanda di servizi e le possibilità offerte. È inconcepibile assistere a file interminabili con persone sofferenti. Ecco perché, nell’era del digitale, bisogna sfruttare queste occasioni e migliorare quanto più possibile i servizi, specie nel campo della sanità e della tutela del bene-vita. Il fine della mozione – conclude Pasqua – è dunque quello di impegnare la Giunta regionale a volere verificare l’opportunità di attivarsi nella direzione e con le modalità che riterrà più opportune al fine di risolvere la delicata problematica».

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