Dopo la batosta elettorale dello scorso anno l’operazione cosmetica appare assai delicata e avviene sotto l’occhio vigile di Censore che non trascura di coltivare anche l’orticello fuori comprensorio, appoggiando le liste comunali di candidati amici nelle amministrative del prossimo maggio. Medesimo lifting lo sta portando a termine anche l’ex alleato Raffaele Lo Iacono che da pochi giorni ormai è transitato nelle fila del Movimento Per le Autonomie di Raffaele Lombardo che in Calabria, può contare sulla presenza dell’ex presidente della regione Agazio Loiero che ha federato il proprio movimento “Autonomia e diritti” proprio con l’Mpa di Lombardo, diventandone il coordinatore nazionale. Tra i due fratelli coltelli, Censore e Loiacono, non corre buon sangue e ciascuno rinfaccia all’altro la fine di una epopea di vittorie e potere che ha consentito la resurrezione della destra pidiellina e la conquista della poltrona più importante di palazzo Tucci del sempre misurato Bruno Rosi. L’ex vicesindaco Raffaele Masciari, dopo aver militato ed essere stato candidato nel movimento politico “Al lavoro per il cambiamento” che ha consentito al dissidente pidiellino Mirko Tassone di venire eletto consigliere comunale di minoranza, starebbe pensando di approdare all’“Italia Dei Valori” dell’ex pm di “mani pulite” Antonio Di Pietro. A prospettargli questa eventualità potrebbe essere l’invito che il fratello Pino Masciari avrebbe ricevuto dallo stesso Di Pietro a candidarsi al parlamento col proprio partito. Intanto, l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono, avrebbe cercato di convincere Mirko Tassone, autosospeso dal Pdl e rimasto sui propri passi, a transitare verso Futuro e Libertà. In questo modo, l’ex sindaco defenestrato, avrebbe voluto mettere in campo e sotto la propria influenza, il Terzo Polo insieme a quell’Udc in qui nella scorsa era invece passato un suo fedelissimo, il consigliere provinciale Pino Raffele. Avrebbe potuto insomma creare in un sol colpo un movimento piuttosto consistente tale da impensierire contemporaneamente Pd e Pdl. Nella maggioranza che sostiene il sindaco Bruno Rosi, pericoli di defezioni o cambi della guardia al momento non ce ne stano, almeno fintanto che il consigliere regionale del Pdl Nazzareno Salerno esercita il magnetismo della propria carica. Sta di fatto che l’attuale amministrazione comunale serrese appare ingessata e a dispetto di quel rilancio dell’attività amministrativa che ha causato la revoca dell’ex assessore Bruno Zaffino. Proprio il “caso Zaffino” continua a tenere banco sia nell’opposizione che nella maggioranza. La minoranza dopo la frase “devi sviscerare la verità, la verità la so io, la sai tu e la sa la maggioranza” è corsa sull’Aventino, chiedendo un incontro col prefetto e prospettando chissà quali retroscena infausti per la comunità serrese. La maggioranza dal canto suo, alle continue richieste della minoranza di svelare quale sarebbe questa verità celata, ha invitato per voce del vicesindaco Gerardo Bertucci «visto che la sanno tutti, la dicano loro la verità», pregando la minoranza di farsi avanti e dire la loro versione. Bruno Zaffino, che ha comunque confermato di sostenerla maggioranza e di appartenere in ogni caso al Pdl, sta diventando politicamente un personaggio scomodo e tutto lascerebbe presagire come oltre alla revoca dall’esecutivo cittadino, in riserbo per lui ci potrebbe anche essere in futuro l’espulsione dal partito.