Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
La neve sa essere poetica, quasi romantica. La si incontra nelle fiabe e sulle cartoline turistiche. Sogno erotico per i fotoamatori, redenzione per gli studenti oziosi. Amabile alla vista ma nemica del comfort. La regina fragile della stagione rigida ci ha costretto a tempi più lenti, al metter mano ad una pala, incatenare gli pneumatici, ad indossare piumini impermeabili e doposci ridicoli. La coltre bianca ci ha invaso dappertutto e non in maniera indolore. Strade impercorribili, contrade isolate per ore, anziani prigionieri in casa, abitazioni senza luce, telefono ed acqua. Una nevicata d’altri tempi che ha impiegato poco a mettere in luce la scarsa organizzazione di fronte ad un evento di certo nefasto, ma ampiamente prevedibile: l’allerta della Protezione Civile era arrivata con un anticipo di ben 13 giorni. Ad emergenza, per fortuna, ormai lontana, bisogna tirare le somme. Per forza. La prima incognita è il sale. Il migliore degli antigelo per i manti stradali. Durante l’autunno, in genere, le amministrazioni, specie in montagna, se ne riforniscono fino a farne traboccare i magazzini. A Serra o hanno dimenticato di comprarlo o qualcuno si è condito un’insalata di almeno 10 quintali: per le strade cittadine di sale non se ne è visto neanche un chicco. Quando nevica risulta scontato l’aiuto ai cittadini in situazione di disagio perché ammalati, anziani o disabili. Qualcuno ha brillantemente pensato di creare tre punti di fornitura acqua minerale nel paese. Peccato che non sia stata smistata al meglio: i ventenni, giovani ed aitanti, giunti più velocemente sul posto, si sono caricati intere pedane d'acqua nel cofano delle jeep, mentre i vecchietti arrivati in ritardo a piedi in piazza hanno ricevuto picche. Si sarebbe dovuto tutelare le necessità dei cittadini disagiati piuttosto che alimentare la politica del “chi prima arriva meglio alloggia”.
È stato un evento eccezionale che ha inevitabilmente messo a dura prova chi governa la città. Ma c’è una domanda che vale la pena porsi: se ci si trova in una situazione di emergenza perché non elaborare un piano di gestione dell’emergenza? E se il piano è stato elaborato perché non renderlo noto ai cittadini? In genere i piani per l’emergenza neve, preventivamente, consigliano di dividere la planimetria del territorio comunale in 3 aree per individuare quelle che saranno le zone prioritarie (zona rossa) e quelle meno critiche (gialla e verde) su cui intervenire. Attenzione, le zone rosse sono le arterie principali, snodi fondamentali per la viabilità cittadina, viali con più alta densità di abitanti o interessati dal trasporto pubblico (118 e vigili del fuoco) e non l’uscio di casa delle fidanzate degli assessori. Il piano doveva essere affiancato da una tabella con riferimenti orari precisi e reso consultabile dalla cittadinanza magari in un'apposita sezione del sito web del nostro comune, che sarebbe stato un portale perfetto per mantenersi sempre aggiornati sul decorso dell’emergenza e per capire come e dove si stava intervenendo. Sarebbe stato opportuno impiantare un centralino telefonico a disposizione dei cittadini in modo da risparmiare i pellegrinaggi al municipio per chiedere la grazia di un sacco di sale o alla ricerca di un fantomatico ufficio reclami. Altro SOS che i serresi hanno seguito con il fiato in gola: la macchina del sindaco (foto). Rimasta irrimossa da giorni, parcheggiata nel cuore del paese sotto uno strato impietoso di neve, alla mercé di grandine e fiocchi. Disagio reale o operazione di immagine? Un feticcio in vetrina come se qualcuno avesse qualcosa da farsi perdonare.
Anche se non nevica più, il ghiaccio e la neve ancora insistono per le strade, si spera per poco. In una nota stampa il sindaco ed il vicesindaco hanno addossato colpe, che in realtà sono solo loro, prima alla Comunità montana, poi ai paesi vicini ed infine alla Provincia. Per fortuna ancora nessuno ha parlato degli Ufo.
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