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È arrivata nel primo pomeriggio odierno la condanna, con sentenza in abbreviato, per Giuseppe Zangari, reo confesso dell'omicidio del commercialista, amico e compare d’anello, Bruno Lacaria. Zangari è stato condannato dal gup Gabriella Lupoli del Tribunale di Vibo Valentia a una pena di 17 anni e 4 mesi di reclusione.
La sentenza dispone inoltre per l'imputato 3 anni di libertà vigilata conseguenti all'esecuzione della pena. Ai familiari di Lacaria è stato riconosciuto anche un risarcimento danni morali e materiali da stabilire in sede civile, con una provvisionale provvisoriamente esecutiva pari a 25mila euro.
Il commerciante 47enne di Spadola aveva indicato agli inquirenti il luogo esatto in cui era stato rinvenuto il corpo della vittima, Bruno Lacaria commercialista 52enne di Spadola. Il ritrovamento era stato effettuato il 28 febbraio del 2017 in un’area boscata sul confine tra i Comuni di Brognaturo e Cardinale.
Il processo con rito abbreviato si è concluso dunque oggi con la sentenza emessa dal gup che ha riconosciuto Zangari colpevole di omicidio, ma a carico del 47enne vi è anche il reato legato alle false dichiarazioni rese al pubblico ministero nei giorni delle ricerche. Quest’ultimo capo di imputazione è stato stralciato e inviato alla Procura di Locri per competenza territoriale.
Di Bruno Lacaria si era persa ogni traccia l’8 febbraio 2017 e proprio Zangari, per sviare ogni possibile sospetto, nelle ore successive alla scomparsa, aveva simulato un’aggressione da parte di due soggetti col volto coperto, durante la quale sarebbe stato costretto a bere del pesticida. Dinamica smontata poi dagli inquirenti, anche grazie alla confessione di Zangari stesso che venti giorni dopo si era recato spontaneamente alla Caserma dei Carabinieri di Serra San Bruno, dove ha confessato il delitto. Secondo il racconto offerto da Zangari agli inquirenti, il colpo mortale inflitto a Lacaria al culmine di una lite, sarebbe stato causato da una bastonato al capo. Il bastone, però, non è stato mai ritrovato. Così come resta avvolto dal mistero il movente del delitto.
Lo scorso 18 gennaio il pm Filomena Aliberti aveva chiesto per l'imputato la condanna a 21 anni di reclusione. I familiari della vittima erano rappresentati dagli avvocati Gianluca Serravalle, Raffaele Barbara e Giuseppe Mercurio che, al termine del processo, hanno definito «esemplare» la condanna emessa a carico di Zangari.
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