Il prezioso documento, scoperto nell’Archivio di Stato di Napoli dal professor Guido Donatone, uno dei più accreditati esperti sulla Storia della Ceramica antica in Italia, consta di numerosi fogli con atti preliminari di apprezzo ed elenca oltre settanta maestri dediti alla lavorazione della creta, tra cui maestri fajenzari, pignatari, ceramicari, piattari, mattonari, rovagnari, vasaji.

Per tutto il secolo XVII il catasto sorianese risulta in Calabria quello più cospicuo e mette in risalto una vasta produzione artistica, la “graffita” conosciuta in tutto il Regno di Napoli e a Genova.

Già a metà del Quattrocento, in rogiti notarili si evidenziavano tra gli altri beni manufatti ceramici sorianesi “giarri e fajiezi di surianu”. Leandro Alberti, nella sua “Descrittione di tutta Italia” edita a Bologna nel 1550, cita Soriano, Gerace e Squillace come i più importanti centri ceramici della regione.

Nell’elenco figurano cognomi quali Ceraolo, Rafele, Vilone, Morino, Scirparo, capostipiti tutti di ceramisti che hanno operato fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso.

«Una fonte storica importantissima – ha dichiarato il sindaco Francesco Bartone – indispensabile per studiosi e curiosi della storia della ceramica antica, che non potevamo non pubblicare, dato il documento prezioso che tanto può dare alla storia e alla fioritura dell’attività ceramica a Soriano».