Martedì, 09 Agosto 2022 09:52

San Vito, “Sonati vicinu” apre la sesta edizione facendo rinascere la “ruga” – L’INTERVISTA

Scritto da Bruno Greco
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Inizia oggi la sesta edizione della kermesse culturale “Sonati vicinu” di San Vito sullo Ionio (leggi qui il programma). Una manifestazione nata nel 2017, ideata da giovani fuorisede, che mira a valorizzare il proprio territorio facendo da cassa di risonanza culturale ai comuni dell’hinterland. Musica, trekking, dialetto e rinascita della “ruga” i temi principali di quest’anno. Per l’occasione abbiamo intervistato il direttore artistico di “Sonati vicinu” Francesco Denaro.

Con la pandemia i territori dell’hinterland hanno mostrato tutto il loro valore: turismo sostenibile, distanziamento sociale, ecc... oggi tutti vogliono la meta alternativa, poco conosciuta, piuttosto che la grande città. Voi ci siete arrivati molto prima pensando bene di valorizzare il vostro territorio. Perché un gruppo di ragazzi fuorisede ha deciso di fondare “Sonati vicinu” nel proprio paese d’origine?

Non abbiamo mai rincorso qualcosa, o cercato di anticipare una tendenza, sicuramente i due anni appena trascorsi hanno evidenziato a tutti il valore delle cose vere e importanti, ma un conto è vederle, un altro è agire. Negli anni abbiamo, insieme, consolidato una consapevolezza rispetto al paesaggio circostante, rispetto a quello che il nostro paese era ed è, in tutte le sue sfaccettature e in tutte le persone che lo abitano e lo vivono. Principalmente non ci piace vedere il nostro paese privo di fermento culturale, di suggestioni, spunti e dialogo. Questi dovrebbero essere elementi necessari in una comunità affinché possa essere godibile, fiera e armoniosa. Pensiamo sia indispensabile per la creazione di una nuova quotidianità nel nostro paese. Inoltre, per noi fuorisede è anzitutto un’occasione di incontro che ci permette non solo l’estate, ma tutto l’anno, di sentirci accomunati da un’esperienza: organizzare un festival, per sentirci vicini.

La sesta edizione è un grande traguardo. È chiaro che si tratta di un progetto realizzato a favore del territorio e senza scopo di lucro. Reperire finanziamenti rappresenta ogni anno una scommessa. Quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate fino a oggi?

Ci piace fare poche cose ma fatte bene… che poi di solito diventano grandi. La questione della sostenibilità finanziaria è un problema comune a molte realtà come la nostra. Dipende da quanto “in grande” vuoi fare l’edizione, e non si parla di qualità (quella non manca mai) ma di voci di spesa come ad esempio un palco, addetti alle luci, suoni e tanti altri fornitori che entrano in gioco. Una buona ricetta potrebbe essere quella di avere sia forme di finanziamento privato o di auto-tassazione, sia pubblico tramite i bandi. Abbiamo creato una buona squadra anche per questo, con la quale abbiamo ricevuto finanziamenti nel 2020 (anno in cui tutti erano fermi tranne noi rispettando tutte le norme). La lacuna in questo caso non è nostra, ma sta nella gestione della burocrazia in sede istituzionale: purtroppo non possiamo permetterci di programmare un’edizione se ancora si aspettano i crediti di quella precedente.

Oramai si tratta di una manifestazione storicizzata. Lo sforzo che avete fatto pensate che sia stato riconosciuto sia dalla gente che dalle istituzioni locali? Prima di voi San Vito poteva vantare una manifestazione così duratura e significativa dal punto di vista culturale?

San Vito ha sempre prodotto più o meno qualcosa nei decenni scorsi in varie forme e ci sono punti di riferimento da cui prendere spunto. Sicuramente c’è un diffuso apprezzamento e affetto nei nostri confronti che si traduce spesso in un sostegno economico spontaneo, o in aiuto pratico. Le istituzioni locali dovrebbero sempre essere meno timide e dare forte sostegno alle iniziative e ai cittadini che si occupano di cultura nei paesi, lo dice anche la Costituzione!

Dialetto, cura dei luoghi, trekking… qual è il messaggio che volete mandare con l’edizione di quest’anno?

Oggi più che mai c’è bisogno di punti e luoghi di riferimento, per potersi orientare tra le “rughe”. Sostanzialmente ci poniamo delle domande e le poniamo a tutti: quali sono per noi oggi i nostri punti di riferimento? Quali luoghi? In particolare nei paesi dell’entroterra quale futuro vogliamo?

Progetti per il futuro? Dato il costante lavoro che serve per mantenere in piedi manifestazioni del genere immagino stiate pensando già alla prossima edizione…

Abbiamo già pronto il tema della prossima edizione, ma te lo diciamo solo se vieni a trovarci a San Vito!

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