Il 4 settembre di quest'anno ricorre il ventesimo anniversario della scomparsa di dom Basilio Caminada, monaco certosino, una delle figure più in vista del monastero serrese del secolo scorso. Venuto dall'Olanda in cui era nato nel 1920 aveva fatto la sua professione monastica nella Certosa di Vedana ed era giunto a Serra San Bruno da Farneta. Afflitto fin da giovane da una sclerosi multipla che lo rese progressivamente meno autonomo, affrontò le difficoltà dovute alla malattia con grande determinazione. Pur nelle difficoltà fisiche concentrò tutte le sue risorse fisiche e intellettuali nello studio. Parlava diverse lingue e traduceva correntemente dal latino e dal greco. Caminada, inoltre, ebbe modo di entrare in relazione con il mondo culturale calabrese con cui intraprese fecondi rapporti di reciproco scambio e arricchimento attraverso i quali contribuì in modo determinante alla crescita culturale di questa regione che egli imparò ad amare. Tra i sui corrispondenti possiamo ricordare Maria Mariotti, Emilia Zinzi, Ilario Principe, Pietro De Leo, Elio Anzani e tanti altri.

All'aspetto culturale, sapeva unire un rigore spirituale che lo ha lentamente condotto lungo le strade dello spirito incontro al Signore.

Gli scout calabresi lo ricordano come il monaco che ha conosciuto Baden Powel (il fondatore dello scoutismo) e tantissimi di loro hanno goduto della sua amicizia e della sua testimonianza di fede nel corso di più di trent'anni. Una personalità variegata, rappresentativa di un monachesimo certosino incarnato in questa terra calabrese.

Nel salotto di On the News, ai microfoni di Antonio Zaffino, ospiti in studio Tonino Ceravolo, membro della deputazione di Storia Patria per la Calabria e Fabio Tassone, direttore del Museo della Certosa di Serra San Bruno.

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