Si tratta di una preziosa e consistente raccolta di importanti manufatti serici e tessuti risalenti ai secoli XVI e XVIII di diversa manifattura (fiamminga, genovese, francese, napoletana e catanzarese). Il museo, ospitato in uno spazio di circa 500 metri quadri situato nel primo piano del palazzo di san Domenico, è già allestito con teche in cristallo, da un impianto illuminotecnico di ultima modernità tecnologica ed, inoltre, è impreziosito da pannelli didattici esplicativi per far comprendere al visitatore la storia e il lavoro tecnico e disegnativo.

Secondo Oreste Sergi Pirrò, uno dei più accreditati storici delle stoffe, sete e costumi, «il restauro, l’esposizione e la lettura dei tessuti e dei ricami del museo sorianese, con la sua prossima apertura, metterà in evidenza importanti testimonianze che si impongono nel panorama degli studi di questo settore artistico, sia per le più eterogenee accezioni tipologico-manifatturiero che per quelle modulari-decorative. Un grande lavoro e di estrema qualità, continuamente alimentato, incentivato e sostenuto dal costante amore del sindaco, Francesco Bartone».

Con questo museo e gli altri sei, anch'essi ormai prossimi all'apertura, Soriano rappresenterà - dopo Reggio Calabria - il polo museale più vasto dell'intera regione.