Giovedì, 06 Giugno 2019 18:35

“Maledetti”, al Brigante la presentazione del nuovo romanzo di Francesco Nicolino

Scritto da Redazione
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SERRA SAN BRUNO - Un’anteprima letteraria che anticipa la consueta programmazione estiva di eventi dell’associazione culturale “Il Brigante” di Serra San Bruno. Sabato prossimo, alle 18,30, la piazzetta antistante la sede del sodalizio ospiterà la presentazione del libro “Maledetti” di Francesco Nicolino, docente originario di Cessaniti e trapiantato a Bologna. Dopo l’esordio narrativo con “Gli angeli non sono tutti bianchi” (2015) la casa editrice Carabba ha inteso rinnovare la fiducia all’insegnante di Storia e Filosofia dell’Istituto Einaudi di Serra San Bruno, firmando ancora il secondo romanzo dell’autore. Dalla questione migratoria del primo lavoro alla ‘ndrangheta che delinea l’intreccio del secondo, Nicolino ripone il suo racconto in una dimensione che nel caso di “Maledetti” riporta all'Aspromonte del secondo dopoguerra. Un contesto che, a volte, pone giovani ridotti in miseria dopo il conflitto mondiale a fare una dura scelta: la ribellione contro latifondisti e malavita o l’affiliazione a quest’ultima per tentare di ritagliarsi un “posto” nella società. E poi il ruolo fondamentale della donna coraggio – che ricorda un po’ il senso di ribellione espresso da calabresi come Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola o Giuseppina Pesce, tanto per citarne alcune – protagonista indiscussa del romanzo. Assieme all’autore a parlare dell’ultimo lavoro di Francesco Nicolino ci sarà il giornalista Sergio Pelaia e l’ex deputato ed ex sindaco di Rosarno Peppino Lavorato. La presentazione verrà intermezzata dalle letture di alcuni brani del libro interpretati da Salvatore Costa dell’associazione “Il Brigante”. A seguire ci sarà una cena sociale.

SINOSSI (da editricecarabba.it) Pianosangro, Aspromonte, primi anni ’50. Don Mico, a capo di una potente famiglia criminale, tiene a battesimo Michele, giovane contadino che nell’affiliazione all’onorata società intravede la via del proprio riscatto. La Seconda Guerra Mondiale ha accresciuto l’antica miseria, nella quale attecchiscono i germi della ribellione: due giovani, tra cui Luca, fratello di Michele, lottano per difendere i contadini dalle angherie dei latifondisti. Le lotte contadine, per il popolo, sono l’occasione per affrancarsi dallo status di coloni e per ridare un ruolo sociale agli emarginati e ai reduci di guerra. Al romanzo fanno da sfondo alcuni avvenimenti che caratterizzano la storia della Calabria del secondo dopoguerra (le rivolte contadine, l’alluvione del 1951, la seconda grande ondata migratoria per le Americhe), periodo in cui l’onorata comincia a trasformarsi in un’organizzazione criminale moderna, che realizzerà grandi opere pubbliche e condizionerà la struttura democratica delle istituzioni locali. Le vicende narrate hanno radici negli anni dell’Unità d’Italia, “il grande imbroglio” dal quale sono scaturiti il brigantaggio e la riaffermazione della classe latifondista, che si ricicla nelle nuove forme di potere del sistema democratico e repubblicano del Paese. Protagonista del romanzo è Nina, moglie di Michele. Silenziosa e sottomessa, la donna, a conoscenza degli affari criminali della ’ndrina di Pianosangro e degli efferati delitti del marito, matura lentamente il rimorso e trova la forza di ribellarsi, scardinando un’intera “famiglia” criminale. Reietta da tutti, si chiude nel suo dolore, mentre il suo nome diviene sinonimo di scandalo e disonore agli occhi di un mondo che non riesce e che, forse, non vuole cambiare.

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