Un modo per accogliere il nuovo anno e omaggiare le famiglie serresi con uno strumento pratico, ma anche e soprattutto utile a riportare nostalgicamente alla memoria scene di un passato ormai lontano. Il tema della nuova edizione del calendario, titolato “Il centro delle attività: vita, laboriosità e folklore del nostro centro storico dal dopoguerra ad oggi”, è infatti evocativo di immagini «ormai sfocate» e che, secondo lo stesso Giancotti, «le nuove generazioni tendono ad accantonare».

«La Pro Loco, sempre più attenta al proprio territorio – si spiega ancora nell’incipit dell’opera –, tende invece a rinverdire quegli stili di vita che ci hanno caratterizzato negli anni passati e fatto conoscere al di fuori dei confini cittadini». L’intento è, dunque, quello di far rivivere «alle nuove generazioni le emozioni, le sensazioni e le opere dei loro antenati, far conoscere la fervida attività che avvolgeva i vari quartieri serresi e raccontare dei personaggi che hanno caratterizzato la vita della comunità fino a qualche decennio addietro».

Atmosfere di altri tempi, che guidano in un percorso tracciato lungo i luoghi, più caratteristici e più frequentati in passato, della cittadina della Certosa: da piazza San Giovanni ai rioni “San Giluormu”, “Pisciaredha” e “Galedha”, da “Lu chianu di Nitila” allo scenario magnifico di via Sette Dolori. Luoghi rivissuti con riferimento a leggende, fatti realmente accaduti e personaggi da romanzo che per decenni li hanno animati. Lo stesso presidente Franco Giancotti ha voluto, inoltre, ringraziare tutti coloro i quali hanno reso possibile la realizzazione del Calendario 2016: Franco Gambino, Giacinto Damiani, Mario Fiorindo, Raffaele Rachiele, Francesco Suraci, Bruno Cavallaro, Andrea Pisani, Raffaele Giancotti, Salvatore Vellone, Cristina Sicari, Rosalba Pelaia, Vincenzo Vavalà e gli allievi dell’Istituto Superiore “Luigi Einaudi” di Serra San Bruno. Un affettuoso saluto è stato tributato anche al compianto Vinicio Gambino, del quale è riportato nell’opera uno stralcio della “Piazzetta”.

Un amarcord serrese, quindi, pregno di nostalgia, ma anche di voglia di rivalsa. Di un riscatto che può concretamente prendere corpo soprattutto con la promozione della cultura ed il ricordo genuino dei luoghi e delle nostre radici, così come la Pro Loco di Serra San Bruno fa ormai costantemente da svariati anni.