La vicenda al centro delle minacce è collegabile a quanto già avvenuto circa sei anni fa, quando i due giornalisti e il legale avevano ricevuto analoghe minacce riguardanti il cosiddetto "Palazzo della Vergogna", un edificio nel pieno centro di Vibo rimasto disabitato per 24 anni e divenuto pericolante e pericoloso per l'incolumità pubblica. Il palazzo in questione è stato abbattuto poco prima di Natale. Il titolo di giornale ritagliato e inserito nella lettera intimidatoria, infatti, riguardava proprio la notizia dell'avvio dei lavori di demolizione. Al ritaglio si accompagnava la frase scritta al computer in stampatello: «Pi mo u iettasti... A scordata... i frati 7,65... Mu ti guardi sempre». Il tutto accompagnato da un proiettile calibro 7,65. Un avvertimento esplicito e inquietante, i cui destinatari hanno presentato denuncia ai carabinieri che hanno avviato le indagini sequestrando la busta e il suo contenuto. Analoga denuncia è stata presentata anche dal legale che, in qualità di presidente del consiglio comunale di Vibo, nel 2008, presentò all'assemblea, che poi l'approvò, l'ordine del giorno in cui si diede indirizzo all'esproprio dell'area. Pratica che giace da allora negli uffici comunali. Ai colleghi Comito e Mobilio e all'avvocato Talarico, la solidarietà della redazione del Vizzarro.