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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
per: Giovanni Battista (detenuto presso il carcere di Catanzaro) e Francesco Tassone (sottoposto ad obbligo di presentazione), 57 e 22 anni, padre e figlio, di Soriano; Girolamo Macrì (detenuto per altro presso il carcere di Cosenza), di 34, di Soriano; Luigi Carè (detenuto agli arresti domiciliari), 48, di Serra San Bruno; Nazzareno Pugliese (detenuto presso il carcere di Vibo Valentia), 63 anni, di San Costatino Calabro; Carmine Franco (detenuto agli arresti domiciliari), 36, di Catanzaro; Adriano Sesto (detenuto agli arresti domiciliari), 38, di Lamezia; Maurizio Camera (detenuto presso il carcere di Locri), 37, di Ardore (Rc); Massimo Zappia (sottoposto ad obbligo di dimora), 36, di Bovalino (Rc); Luciano Latella (detenuto agli arresti domiciliari), 49, di Ardore.
Il nome dato all’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri, trae spunto dal fatto che uno degli imprenditori, Giuseppe Iennarella, titolare di un autosalone a Serra San Bruno, sarebbe stato costretto a pagare i debiti – quando non era in grado di farlo in contanti – attraverso auto di lusso che i presunti usurai, dopo averle utilizzate per un periodo, rivendevano a commercianti compiacenti. In particolare, secondo l’accusa, Camera e Latella avrebbero dato in prestito a Iennarella 15mila euro ricevendo in cambio, a titolo di interessi, in soli 11 mesi, autovetture per un valore complessivo di oltre 131mila euro, più un’ulteriore cessione di auto fatturate da Iennarella per 391mila euro e di cui i due indagati, unitamente a Sesto, Zappia e Franco, avrebbero pagato solo 297mila euro. In tal modo, ad avviso del pm, a fronte di un debito originario di 15mila euro, gli indagati avrebbero ricevuto 225mila euro, corrispondenti ad un tasso usuraio del 136% mensile. Analoghi, se non più gravi episodi, si sarebbero verificati con il gruppo “vibonese” di presunti cravattari – capeggiato secondo la Procura da Giovanni Battista Tassone – che, oltre ad avere incassato somme in contanti e la cessione di almeno due autovetture di lusso, pretendevano da Iennarella la cessione di un’importante proprietà immobiliare sita nel Nord Italia.
Le indagini condotte dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia sono partite dalle dichiarazioni di Iennarella e di Rocco Mannella e Loredana Calabretta, tutti di Serra, che figurano come parti offese nel processo che, dunque, partirà tra due mesi.
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