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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Lo hanno ucciso con la violenza che solo un animale può utilizzare. Lo hanno picchiato a sangue, lo hanno finito con un colpo di pistola sparato dritto al centro della fronte e poi, non contenti, lo hanno dato in pasto agli animali ed i resti del suo corpo sono stati tenuti nascosti per mesi fino al giorno del ritrovamento in un boschetto alla periferia di Serra San Bruno.
Ricordi strazianti, che non possono e non devono scemare nell’oblio del passato e che rimbalzano quotidianamente nella mente di Salvatore e Maria Rosa, genitori di Pasquale Andreacchi, ucciso barbaramente ormai poco più di cinque anni fa. Ricordi che straziano la memoria di una famiglia rimasta sola a combattere per chiedere giustizia rispetto ad uno di quelli che rimane, ad oggi, uno dei casi più efferati di omicidio in Calabria. Ricordi che, però, evidentemente, non riescono a scuotere la coscienza dell’amministrazione comunale di Serra San Bruno, che rispetto all’iniziativa lanciata nel febbraio 2013 per l’intitolazione di una via o di una piazza della cittadina a memoria di Pasquale, è rimasta del tutto vergognosamente indifferente. Sull’argomento sono tornati proprio i genitori di Pasquale, con una nota stampa diffusa oggi.
«Ormai oltre due anni fa, le associazioni “Libera”, “Incastri”, “Il Brigante” ed il “Comitato civico Pro Serre” – in un incontro tenuto a Serra San Bruno ed al quale avevano presto parte anche il testimone di giustizia Rocco Mangiardi, gli studenti degli Istituti di istruzione superiore ed il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe De Raffele – avevano lanciato la proposta di intitolare una via o una piazza di Serra San Bruno a nostro figlio Pasquale, barbaramente ucciso nell’ottobre del 2009. La proposta – continua la nota – era stata supportata anche da una petizione popolare sottoscritta da ben 600 cittadini. Ma, nonostante la piena disponibilità annunciata in quell’occasione da De Raffele per conto dell’amministrazione comunale, nel concreto, a distanza di tutto questo tempo, ancora nulla in merito all’iniziativa è stato fatto. Siamo stanchi di dover combattere contro un’amministrazione indifferente anche rispetto a vicende tragiche, ed ormai note, come quelle che riguardano Pasquale. Siamo stanchi del tira e molla di politici incapaci di dare seguito alle promesse che da anni continuamente pronunciano. Amministratori insensibili e sfrontati che quando interpellati parlano di delibere pronte e commissioni toponomastiche già convocate, ma che poi, nel concreto, omettono qualsivoglia intervento, senza accorgersi che con il loro inaudito comportamento non fanno altro che giocare a favore della violenza, della ferocia di quella mano criminale, ed ancora impunita, che ha messo fine, per sempre, alla vita di nostro figlio. Vogliamo che il ricordo di Pasquale rimanga vivo. Vogliamo che almeno una piccola parte del suo paese, una via o una piazza, parli di lui. Ricordi a tutti la persona che era. Ricordi ai più giovani la sua storia. Ricordi soprattutto all’assassino – che sicuramente attraverserà quotidianamente quel luogo – che non potrà mai trovare pace rispetto a quello che ha fatto. Che il suo rimorso rimarrà vivo in eterno, almeno fino a quando non troverà il coraggio di raccontare tutta la verità e pagare per le sue colpe. Chi oggi si oppone a questo, chi non vuole che Pasquale e la sua storia rivivano nella memoria collettiva ed in uno dei luoghi di questo paese, uccide Pasquale una seconda volta. Chi rifiuta con codardia di dare seguito alle proprie promesse di amministratore è complice di un’indifferenza criminale che giorno dopo giorno accresce il vuoto ed il silenzio attorno a fatti tragici come quelli che hanno interessato Pasquale. Se l’amministrazione comunale di Serra San Bruno – concludono i genitori di Pasquale –, in tempi brevi, non dovesse dare seguito agli impegni assunti rispetto alla via da titolare a ricordo di nostro figlio, ci renderemo autori di una manifestazione di protesta eclatante, all’interno del locale Municipio».
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