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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
È emerso un nuovo caso in queste ultime ore che renderà la questione “randagismo” ancora più complessa. Un problema che a Serra San Bruno ha da tempo mostrato tutti i limiti e le negatività di una medaglia contraddistinta da due facce opposte ma riconducibili alla stessa radice: da un lato il numero sempre più crescente di animali che brancolano senza padrone sul territorio comunale e che spesso diventano vittime di casi di maltrattamento o di incidenti stradali e dall’altro le frequenti aggressioni di branchi di cani all’indirizzo di passanti, spesso anziani.
Un problema divenuto a Serra ormai cronico e che, nella maggior parte dei casi, ha visto impegnati a tentare di porre rimedio, nella totale indifferenza delle istituzioni, solo alcuni volontari che a spese proprie hanno provveduto a garantire stallo e cure ai randagi.
Ma questa volta i confini della vicenda si sono fatti ancora più tortuosi e a lanciare l’allarme è stato il consigliere comunale d’opposizione del gruppo “LiberaMente” Alfredo Barillari che ha postato su Facebook la foto di un mezzo del Comune di Serra San Bruno con, caricata sul cassone posteriore, la carcassa di un cane di taglia medio grande. «In molti – ha commentato Barillari a didascalia della foto – si stanno rivolgendo a noi per avere spiegazioni su questa immagine: il camioncino comunale trasporta una carcassa di cane in direzione campo sportivo, luogo della pseudo “raccolta rifiuti”. È la procedura corretta?».
Il mezzo, come è facilmente riscontrabile dalla stessa fotografia, si trovava infatti ad attraversare viale Aldo Moro, in direzione proprio dello stadio comunale “La Quercia” che da anni ospita nel parcheggio una piattaforma “temporanea” allestita per la raccolta e lo smistamento dei rifiuti solidi urbani. «Si tratta dell’ennesimo caso di avvelenamento? Può il Comune smaltire in questo modo un “rifiuto speciale”?» si chiede ancora Barillari.
In effetti il mezzo in questione è in utilizzo al personale in forza all’ente di piazza Tucci operante nel comparto manutentivo (ma non viene utilizzato per il servizio inerente alla raccolta e al trasporto dei rifiuti solidi urbani) e la prassi nel tempo adottata dal Comune guidato dal primo cittadino Luigi Tassone è stata proprio quella di trasportare le carcasse dei randagi in prossimità della piattaforma dei rifiuti dove, da parte del personale del servizio veterinario dell’Asp di Vibo, vengono effettuate le procedure propedeutiche alla distruzione della carcassa animale e al successivo «infossamento». Tutto nella norma insomma, se non fosse che rispetto al provvedimento e ai tempi a cui farebbe riferimento la foto in questione, non risultano di recente pubblicate all’Albo pretorio comunale ordinanze siglate dal sindaco volte proprio a disporre l’usuale procedura di distruzione della carcassa canina.
Un elemento questo che ha destato le attenzioni di molti animalisti volontari operanti sul territorio, oltre che quelle della stessa opposizione consiliare. A tal punto i dubbi del rappresentante della lista “LiberaMente” acquisirebbero sostanza in particolare rispetto al fatto che, come detto, non vi è traccia negli atti amministrativi redatti di recente di un’ordinanza volta al trattamento della carcassa animale.
«Di certo – ha aggiunto Barillari – si è giunti ad un punto di non ritorno sul tema del randagismo, nei confronti del quale l’amministrazione ha solo prodotto proclami e annunci. Un fallimento sotto gli occhi di tutti per il quale siamo ancora in attesa di risposte e soluzioni».
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