Decenni di vergogna, frutto delle gestioni che, “trasversalmente” (è proprio il caso di dirlo), si sono alternate nel tempo alla guida della Regione. 

Dalle gigantografie di Pino Soriero che con l’indice teso predicava l’arrivo imminente dell’agognato progresso, fino alle imbarazzanti cerimonie trionfalistiche, con tanto di taglio del nastro, foto ricordo e champagne, di Matteoli, Scopelliti e company per – udite, udite – l’apertura al traffico di sei chilometri di strada. Ultimo tassello pregiato di questa turpe storia, la testa lucida di sudore, nel cuore dell’estate scorsa, del governatore Mario Oliverio, per l’occasione in versione “ho sculacciato l’Anas, adesso fanno i bravi, vedrete!”.

Ed invece da vedere c’è stato poco o nulla. Alla “via crucis” della Trasversale – già costellata di varianti progettuali poco funzionali, bombe e incendi ai cantieri, pastoie burocratiche, crac e fallimenti d’impresa – ecco che si è aggiunta una nuova pietra miliare: quella dei problemi strutturali. Teatro del dubbio che già da settimane si insinuava fra le comunità, il tronco Argusto-Gagliato, completato da oltre due anni e mezzo ma ancora non aperto al traffico. Appena 3 chilometri di Trasversale degli oltre 55 totali, sui quali dal 2012 campeggia un eloquente punto interrogativo. Ad accendere il caso, qualche settimana fa, le voci circolanti in particolare nel territorio delle Serre e delle Preserre, fatte emergere poi all’attenzione mediatica dal sindaco di Torre di Ruggiero, Pino Pitaro, pronto a dare velatamente man forte alle "indiscrezioni" secondo cui la strada sarebbe ancora chiusa a causa di un presunto cedimento strutturale. 

Passano pochi giorni e proprio l’Anas convoca gli amministratori, compreso Pitaro, che a conclusione dell’incontro, prima di rassegnare le dimissioni, confida ieri al Corriere della Calabria che, in effetti, le paventate criticità sussistono. Versione, questa, confermata in serata – nel tentativo goffo di darne smentita – proprio dall’Azienda Nazionale Autonoma per le Strade, che in una nota stampa inviata ancora al Corriere specifica: «Attualmente (per quanto attiene all’unica anomalia riscontrata) è in corso un intervento di rinforzo strutturale, di ridotta entità e relativo ad una sola limitata parte d’opera delle strutture che costituiscono il viadotto “Gagliato”, richiesto dal collaudatore delle opere e propedeutico all’esecuzione delle prove di carico per il collaudo statico delle opere. L’intervento è stato progettato da un tecnico incaricato dalla stessa impresa che a suo tempo eseguì i lavori, così come, dopo la necessaria approvazione da parte dei tecnici di Anas e, soprattutto, del Collaudatore statico, l’esecuzione dell’intervento progettato, di imminente realizzazione, verrà eseguito a cura e spese della stessa Impresa».

Insomma, bisogna calmare le acque, già comunque abbastanza agitate, ma il problema c’è. Allora la sensazione è che ci siamo persi qualcosa per strada: perché si dà notizia dell’anomalia strutturale, seppur lieve dice l’Anas, solo a distanza di oltre due anni dal completamento del tronco? Perché, vista la fase di stallo e la mancata consegna di una “porzione” di un’opera strategicamente fondamentale per il centro Calabria, non si è provveduto subito ad autorizzare e porre in essere i dovuti interventi di adeguamento? Perché si corre ai ripari solo ora che la notizia è divenuta di dominio pubblico?

Ritardi su ritardi, perplessità su perplessità, per una storia di sviluppo al contrario che non smette mai di stupire. Perché la Trasversale in questione sarebbe dovuta essere completata, almeno, negli anni ’80 ed oggi resta ancora, per larga parte, inconclusa. Sono quarant’anni circa di mancata normalità che rendono ancora più spesso il divario tra noi e tutti gli altri territori d’Italia, d’Europa, del mondo. Quarant’anni. Chi ce li restituirà mai?