Riceviamo e pubblichiamo: Carissimi, non avrei mai voluto rivolgermi a voi con una lettera aperta , ma le circostanze mi impongono di farlo. Mi sento obbligato , dopo gli ultimi eventi che mi hanno lasciato l’amaro in bocca, d’informarvi della situazione della “ Casa di riposo”, che voi tutti legittimamente sapete essere vostra in quanto parrocchiani e in quanto donatori e benefattori per la realizzazione della stessa. Dieci anni orsono, quando ho accettato di essere parroco di Soriano Calabro, mi sono impegnato con il Vescovo dandogli la mia parola, di non ricorrere ad azioni che avrebbero in qualche modo turbato la comunità
o scredidato alcuno, in relazione alla vicenda “Casa di Riposo”, in rapporto alla quale già in paese c’erano dei malumori e dei dissensi , per come la stessa veniva gestita. Penso di aver onorato il mio impegno rispettando e servendo fraternamente il Parroco più anziano, don Francesco.
Tuttavia, ad oggi, non posso non esprimere il mio profondo rammarico per la sua condotta. Mille volte era stato detto che la Casa di Riposo è della Parrocchia e lo ha fatto anche personalmente Don Francesco con una lettera aperta alla comunità di Soriano. Ebbene al momento attuale le cose non stanno così! Dopo la visione di un testamento e di altri documenti giudiziari, devo dirvi di aver tristemente scoperto che Don Francesco ha proceduto ad acquisire la proprietà del terreno e della Casa di Riposo in qualità di privato cittadino e che alla sua morte, ha lasciato il tutto ai suoi nipoti. Secondo questo testamento, dunque, la Casa di Riposo non sarebbe della Parrocchia ma dei nipoti di Don Francesco e potrà ritornare a noi legittimi proprietari solo fra 20 anni.
Caro d. Francesco, alla luce di quanto solo ora venuto a mia conoscenza, sono costretto a pensare con profondo rammarico che, mentre eravate intento a distribuire poesie, il vostro cuore non era per la vostra Comunità, la “vostra” famiglia, quella Comunità che vi ha sostenuto da quando siete venuto per il vostro ministero pastorale, di vice parroco prima e di parroco dopo. Alla fine ve ne siete dimenticato; al titolo di Parroco o di Monsignore avete preferito quello di “Signor Francesco Bevilacqua” che, nel frattempo si è intestato tutto ciò che gli è riuscito di intestare, violando le regole più semplici della gestione delle cose pubbliche, calpestando ogni principio e valore che con tanta passione predicavate. Agire personalmente per acquisire la proprietà di un bene di esclusiva appartenenza della parrocchia e lasciare in eredità La casa di Riposo ai vostri nipoti, ha significato tradire la fiducia di chi vi ha voluto veramente bene e di chi vi ha sostenuto . Nessun giudizio da parte mia e da parte di tutti: è una cosa che riguarda voi e Dio.
Carissime Anna Maria e Laura: avete ereditato qualcosa che non vi spetta, vi state appropriando di una cosa che non vi appartiene. La Comunità e, dunque, la Parrocchia è proprietaria di quella casa, lo sapete bene. Erano i fedeli a dare i soldi nelle diverse occasioni della vita della Comunità. A Natale e Pasqua, puntualmente ogni anno, venivano mandate le buste con su scritto “ OFFERTA PER LA CASA DI RIPOSO” e non “ OFFERTA PER il “Signor Francesco Bevilacqua”. Sono stati i fedeli, singoli e famiglie, che hanno dotato la casa delle cose più essenziali privandosi anche del necessario, sono stati i fedeli che hanno lavorato gratuitamente, perché convinti che lo facevano per un’opera benefica e non per privati cittadini , a saperlo avrebbero preteso un compenso per il loro lavoro; sono stati i fedeli che in mille modi hanno collaborato per la realizzazione della casa di riposo, un sogno che era appartenuto all’arciprete Bartone, che la comunità di Soriano ha fatto suo e che vostro zio ha solo portato avanti e realizzato con i soldi di tutti e, dunque, della Parrocchia. Vi prego: tornatevene nelle vostra case e pensate alle vostre famiglie, la Parrocchia cercherà di recuperare il vero fine per cui questa opera era stata pensata e di cancellare questo brutto momento.
Carissimi ,
tocca a noi muoverci per riprenderci ciò di cui siamo stati defraudati. Vi chiedo scusa per le parole un po’ forti, ma la delusione e lo sconcerto sono davvero enormi. È triste pensare di dover lottare o ricorrere a vie legali per riprenderci una cosa che ci appartiene, avremmo voluto che le cose andassero in maniera diversa , com’era giusto, purtroppo non è andata così .Ho già dato mandato ad un legale perché avvii tutte le procedure e le pratiche necessarie che ci permettano di rientrare in possesso di quello che ci è stato tolto, di dimostrare la verità. Il procedimento sarà lungo, spenderemo dei soldi, si creeranno tensioni… è penoso sapere di dover pagare ciò che hai già pagato, ma noi andremo avanti, non ci fermeremo e con l’aiuto di Dio faremo trionfare la verità.
Noi vogliamo riprenderci la nostra Casa di Riposo! A voi chiedo la massima collaborazione, se necessario parteciperemo a tutte le udienze in tribunale, forniremo le nostre testimonianze, daremo la massima collaborazione perché possa essere affermata la verità.
Intanto date per iscritto tutte ciò che conoscete e sapete della casa di riposo, lettere con le quali siete invitati a dare soldi, attestazioni di donazioni e tutto ciò che reputate necessario.
Non possiamo accettare passivamente e abbassare la testa come , solo per rispetto, abbiamo fatto finora.
RIVOGLIAMO LA CASA DI RIPOSO!
Il Parroco
Don Pino Sergio