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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
È una vera e propria ecatombe quella che è emersa mercoledì scorso nell’incontro tenuto nella sala del consiglio provinciale sullo stato di agibilità degli edifici scolastici del Vibonese. Su 32 strutture di competenza della Provincia – di cui 26 di proprietà e 6 in affitto – solo 4 risultano completamente a norma antincendio, mentre, a parere dei Vigili del fuoco, se l’analisi si estende a tutte le 200 scuole del Vibonese, solo 7 risultano essere perfettamente in regola con le vigenti disposizioni. Una situazione catastrofica sancita dal fatto che per l’adeguamento degli edifici sono stati presentati progetti per un importo complessivo di 9milioni di euro. Progetti che, però, non hanno al momento avuto alcuna copertura finanziaria. La situazione si fa ancora più catastrofica se si considera che, invece, per l’adeguamento alle normative antisismiche di milioni ne occorrerebbero addirittura 30.
Questi i dati emersi nell’incontro tenuto dalle massime cariche istituzionali e dai tecnici provinciali, alla presenza dei vari rappresentanti degli istituti superiori e dei Comuni della Provincia, dell’Asp, dei Vigili del fuoco e dell’Ufficio scolastico. La riunione operativa è stata convocata dal Prefetto, Giovanni Bruno, con l’obiettivo di fare il punto sulle reali condizioni di sicurezza in cui versano gli edifici scolastici sparsi nel territorio provinciale, in modo da agevolare la comunicazioni istituzionale e stabilire una metodologia di intervento per affrontare l’annoso problema.
In rappresentanza dell’ente di Palazzo Ex-Enel presenti il presidente Andrea Niglia ed il responsabile tecnico Giacomo Consoli, solerti nel evidenziare i dati inerenti ai risparmi ottenuti dal taglio delle spese, ma più che consapevoli dei malanni vissuti dal comparto scolastico in merito alla qualità strutturale degli edifici. Una situazione destinata, però, ad aggravarsi ulteriormente, vista l’impossibilità di sbloccare i 5milioni di euro, già stanziati per viabilità ed edilizia scolastica, ma inutilizzabili a causa della recente sanzione a danno della Provincia, di oltre 800mila euro, per aver sforato il patto di stabilità nel 2013. Ora, il forte rischio, è che lo stesso possa accadere anche per l’anno in corso. Da qui l’appello che lo stesso Niglia presenterà nei prossimi giorni al governo, al fine di creare una scorciatoia burocratica, già ribattezzata “Salva-Vibo”, per concedere respiro, almeno per un anno, alle casse dell’ente.
Eloquente è stata anche la relazione dei referenti Asp, che hanno sottolineato «come ben l’80% degli edifici scolastici non sia a norma né dal punto di vista della sicurezza, né da quello igienico-sanitario». Ipotetiche soluzioni sono state avanzate da Giacomo Consoli, tecnico della Provincia, che ha evidenziato la necessità di diminuire il numero di laboratori a favore di quello degli ambienti destinati ad ospitare aule scolastiche, ciò per evitare il sovraffollamento.
Ma le reali condizioni vissute negli edifici scolastici del Vibonese sono state riportate con dovizia di particolari da chi, quotidianamente, ha concretamente modo di avere contatto con le numerose criticità. In tal senso eloquente è stato l’intervento del dirigente scolastico Pietro Gentile, che si è detto preoccupato per il destino della scuola che si trova a dirigere, l’Ipsia di Vibo, che «in mancanza dei requisiti minimi di sicurezza è ospitata da oltre un anno nei locali dell’ex Inapli, senza connessione internet, laboratori e telefono». Sulla stessa onda Annunziata Fogliano, dell’Itg di Vibo, edificio dove oltre a contarsi molti laboratori da chiudere quando piove a causa delle malandate condizioni della copertura dell’edifico, che fa arrivare l’acqua piovana direttamente sugli impianti, non sarebbe stata neanche rasa l’erba attorno alla scuola, tanto che i giardini del plesso si sarebbero trasformati ormai in «rifugio per topi e serpi». Ancora a Vibo, al Liceo classico Morelli, mancherebbe «il certificato di agibilità, il collaudo statico, le porte Rei, la conformità degli impianti». La situazione non è migliore in provincia, come a Briatico, dove l’edificio della scuola primaria sito nel centro cittadino è stato chiuso e gli alunni sono stati trasferiti nella struttura ubicata in una frazione, e a Serra San Bruno, dove – fa sapere il vicario Massimo Marzano - «manca il gas per le cucine dell’alberghiero ed i riscaldamenti. Abbiamo gli spazi per lavorare, ma una delle tre strutture è parzialmente chiusa per la mancanza di una scala antincendio». I primi cittadini tentano invece di guardare oltre: «necessaria una strategia comune per uscire dal problema» ha dichiarato il sindaco di Fabrizia, Antonio Minniti.
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