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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Una matassa sempre più aggrovigliata quella dei lavori per il “potenziamento del sistema idrico comunale” di Serra San Bruno. Un intervento di cui si parla da ormai oltre cinque anni, ma che non ha ancora portato a nulla di concreto, caratterizzato da continui rinvii e lungaggini burocratiche.
Nulla di fatto dunque rispetto a quello che da più parti è stato definito come «un primo passo verso il graduale distacco da Sorical». L’intervento, varato originariamente dall’amministrazione guidata dall’ex primo cittadino Bruno Rosi, dopo una serie di varianti e rettifiche progettuali, avrebbe dovuto condurre in tempi brevi al ripristino delle sorgenti e del serbatoio di località “Scorciatina”, oltre che all’incremento della captazione d’acqua dall’impianto di località “Castagnari”. Due azioni utili, appunto, ad incrementare l’approvvigionamento di acqua dalle sorgenti pubbliche e ridurre, via via, anche grazie ad ulteriori interventi successivi, l’erogazione idrica dal famigerato bacino artificiale dell’Alaco, gestito proprio dalla Sorical Spa e posto sottosequestro dal 2012 dalla Procura di Vibo Valentia.
Il 13 gennaio scorso, in un’apposita conferenza stampa tenuta all’interno del locale municipio, i vertici dell’amministrazione in carica, guidata dal neo sindaco Luigi Tassone, avevano finalmente dato notizia dell’avvenuta aggiudicazione dei lavori per il potenziamento idrico a favore della Condotte Srl, impresa con sede in provincia di Catanzaro, nel Comune di Serrastretta, capace di presentare entro i termini previsti dal bando di gara l’offerta ritenuta più economicamente vantaggiosa. Ma, meno di una settimana dopo, il successivo 19 gennaio, la stessa ditta era risultata coinvolta nella maxioperazione antindrangheta "Cumbertazione" eseguita dalla Guardia di Finanza e coordinata dalle Dda di Catanzaro e Reggio Calabria. L’inchiesta aveva portato al fermo di 32 persone e al sequestro di ben 54 società “specializzate” nell’aggiudicazione di gare per lavori pubblici, tra le quali, appunto, la Condotte Srl.
Ne era seguito, il 20 febbraio successivo, la trasmissione da parte della Prefettura di Vibo Valentia al Comune di Serra San Bruno di una prima informativa antimafia con carattere interdettivo nei confronti dell’azienda catanzarese. Provvedimento, questo, che aveva indotto l’ente di piazza Tucci a procedere, due giorni dopo, il 22 febbraio, con l’annullamento in autotutela dell’aggiudicazione dei lavori per via dell’effettiva «impossibilità a contrarre con la pubblica amministrazione per la Condotte Srl».
L’impresa di Serrastretta – che si era aggiudicata i lavori per un importo di 87.948 euro, con un ribasso percentuale di poco superiore al 35% rispetto alla base d’asta prevista dall’avviso di gara – a sua volta, però, è divenuta oggetto, il 17 marzo successivo, di una nuova nota emessa dalla Prefettura di Vibo, una seconda «informativa antimafia aggiornata», dalla quale risulta che «per la Condotte Srl sono venute meno le cause che hanno prodotto il provvedimento interdittivo e che per la stessa impresa non sussistono le cause di decadenza, sospensione o di divieto» previsti dalla normativa vigente in materia, né «elementi utili a dimostrare la sussistenza di infiltrazioni mafiose tendenti a condizionarne le scelte e gli indirizzi».
Insomma, una sorta di “contrordine” rispetto alla nota precedente che sanciva l’impossibilità per la Condotte Srl a contrarre con la pubblica amministrazione. Quest’ultimo provvedimento emesso dall’Utg vibonese ha indotto di conseguenza anche il Comune di Serra San Bruno a tornare sui suoi passi, in maniera da dover procedere con la revoca della revoca (sembra un gioco di parole ma è così) siglata in precedenza.
Infatti, visto che la procedura di revoca dell’aggiudicazione originaria non sarebbe stata ancora completata, e visto che il Comune di Serra San Bruno si pone «come obiettivo primario l’esecuzione dei lavori in tempi rapidi e che ad oggi non risulta stipulato contratto d’appalto inerente l’intervento» con altra ditta, si è dunque deciso di procedere con la «revoca della determina n. 4 del 22 febbraio 2017 con cui era stata revocata l’aggiudicazione definitiva dei lavori». Di conseguenza, come se non fosse mai accaduto nulla, l’intervento da realizzare per il potenziamento idrico comunale «resta aggiudicato in via definitiva alla ditta Condotte Srl». Grovigli tecnici che forse interessano davvero poco ai cittadini che da tempo restano in attesa dei primi provvedimenti realmente utili a garantire il ripristino delle sorgenti comunali e la graduale indipendenza dall’Alaco.
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