C’è qualcosa di inquietante nel cielo di Serra San Bruno, nelle strade, nelle relazioni, negli occhi preoccupati di anziani ed anziane. Di vecchietti in preda ad angosce di cui non si sentiva per nulla il bisogno. L’ondata di criminalità che ha travolto il paese sembra non volersi arrestare. Proprio il centro storico, abitato in genere da persone in avanti con l’età, sta divenendo sempre più l’assurdo scenario di un circo all’aperto. Un mondo alla rovescia dove se ti allontani da casa, anche solo per poche ore, ti ritrovi gli armadi e le stanze alleggeriti di tutto. Soldi, gioielli, quadri, monili. La “banda del buco” non vuole proprio arrestarsi.
Ultima vittima presa di mira, addirittura il Parroco Don Gerardo Letizia, a cui lo scorso lunedì, mentre si trovava in pellegrinaggio in Palestina, i ladri hanno fatto visita forzando una finestra sul lato posteriore della casa. Una settimana prima, di domenica mattina, era toccato ad altre due abitazioni del centro storico di “Terravecchia”. In tutti i casi il bottino non era stato consistente, ma comunque rimane lo sgomento per un fenomeno increscioso che si sta ormai allargando a macchia d’olio. A ciò si aggiunga l’incendio, da capire se imputabile allo stesso braccio, che ha colpito nella nottata di lunedì un negozio di abbigliamento sito nel centralissimo C.so Umberto I, all’altezza della Chiesa dell’Assunta di “Spinetto”. L’incendio è stato per fortuna prontamente domato dai Vigili del Fuoco grazie all’allarme dato da una vicina di casa, accortasi che la serranda del negozio stava sbottando fumo e fiamme. Nessun dubbio sulla natura dolosa dell’incendio, che i malviventi hanno appiccato, anche in questo caso, introducendosi nello stabile dopo aver forzato un ingresso secondario.
Rimane quindi il timore e l’angoscia per molti cittadini che vanno a dormire ogni sera con il cuore in gola e con la paura di subire furti ed atti vandalici d’ogni genere. Da qui emergono, per molti serresi, anche i malumori sull’operato delle forze dell’ordine, che a distanza di oltre 2 anni non sono riusciti ad arrestare gli scassinatori o a trovare delle piste concrete che conducessero ad una risoluzione dell’ormai diffuso fenomeno dei furti in casa, registratisi tra l’altro quasi tutti in un’area non vasta e ben circoscritta. Una zona evidentemente ben nota ai malviventi agevolati nel muoversi dal buio e dalla struttura aggrovigliata dei vicoli del centro storico. Per le forze dell’ordine l’unico risultato prodotto fino ad ora è stato, nel luglio scorso, l’arresto del 19enne Domenico Capomolla, accusato di furto con scasso alla casa di un’anziana signora, dopo aver immobilizzato la stessa ad una sedia. Per Capomolla in quel caso furono inchiodanti gli indizi scoperti dal RIS di Messina su un passamontagna rinvenuto sul luogo del reato. Da qui riaffiorano alla mente altri casi, anche distanti nel tempo, dove secondo molti cittadini, gli inquirenti non avrebbero condotto al meglio le indagini. Come nel caso di un’abitazione di via Cavour, sempre nel cuore di “Terravecchia”, che nel 2010 fu scassinata mentre i proprietari si trovavano fuori casa, in visita al figlio in una cittadina lombarda. In quel caso i malviventi ebbero a disposizione tutta la notte per ripulire l’appartamento, tanto che in molte stanze furono rinvenute per terra una decina di sigarette spente. Mozziconi abbandonati sul luogo del reato e su cui gli inquirenti pare non abbiano mai effettuato delle analisi per estrapolare il profilo biologico dei soggetti che le avevano fumate in tutta calma e tranquillità.
(foto Michele Zaffino)