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Direttore responsabile: Bruno Greco
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Rubinetti a secco e tensione alle stelle per alcuni degli abitanti di Serra San Bruno e Spadola dove, con l’avvento delle prime ondate di caldo estivo, è tornato il problema della carenza d’acqua.
Nella cittadina della Certosa il disagio sta interessando, già da diversi giorni e per larga parte delle ventiquattro ore, in particolare le abitazioni ubicate nella zona di contrada “Ombrellino” e alcune di via Catanzaro. Un problema ciclico, che si sta dunque presentando per l’ennesima estate così come fu anche nel corso degli anni passati. La criticità è chiaramente accentuata oltre che dalle condizioni climatiche di queste ore, anche e soprattutto dall’utilizzo abusivo di acqua adoperata molto spesso per l’irrigazione di giardini e orti. Un cattivo costume che finisce per penalizzare molti residenti oltre che rappresentare un immane spreco dell’acqua erogata dalla rete idrica pubblica.
La zona in questione tra l’altro si approvvigiona direttamente dal serbatoio comunale di "Castagnari", oggetto da un mese esatto di un’ordinanza di non potabilità e che è inoltre interessato da alcuni interventi di ammodernamento, già in itinere, previsti nell’ambito del progetto di potenziamento del servizio idrico avviato dall’amministrazione comunale guidata dal primo cittadino Luigi Tassone.
Stesso canovaccio nella vicina Spadola, dove la carenza di risorsa idrica ha in realtà interessato quasi tutto il territorio cittadino già da diversi giorni. Un problema connesso, in tal caso, sia all’uso abusivo di acqua per l’irrigazione delle colture, sia alle ingenti perdite imputabili alle condizioni disastrose della rete idrica locale. Un impianto colabrodo così come già evidenziato nell’inverno scorso dall’ex primo cittadino Giuseppe Barbara, che a seguito delle grandi gelate del gennaio 2016, aveva avviato «interventi urgenti» posti in essere dall’azienda Idrogeotec in stretta collaborazione al personale comunale.
L’obiettivo sarebbe stato quello di rilevare le falle presenti sulla rete idrica, inerenti in particolare ad alcune perdite in sottosuolo non affioranti, con dei monitoraggi che avevano portato a riscontri davvero preoccupanti: secondo quanto dichiarato dal primo cittadino uscente, nonostante l’acqua nel serbatoio mantenesse costantemente un livello sufficiente per garantire il fabbisogno della comunità spadolese, i disagi sarebbero stati riferibili ad ingenti perdite sulla rete, «pari a 100mila litri d’acqua al giorno». L’intervento di ammodernamento, a distanza di ormai diversi mesi, pare non abbia sortito gli esiti sperati, ma la cosa più singolare è che, all’epoca, ad esprimere dubbi in merito alla bontà dell’azione di Barbara, era stato il consigliere comunale Cosimo Damiano Piromalli, eletto in seguito, lo scorso 11 giugno, alla carica di sindaco.
Piromalli, attraverso una lettera aperta alla cittadinanza e indirizzata all’attenzione del suo predecessore (divenuto, in maniera inattesa, diretto sostenitore nel corso dell’ultima campagna elettorale) si era reso disponibile a collaborare per porre rimedio all’annoso problema idrico, mosso dallo «scopo di dare il proprio contributo per superare un momento critico» e chiedendo pertanto di «essere autorizzato ad effettuare dei necessari sopralluoghi per procedere per le riparazioni mediante una ditta specializzata individuata dall’amministrazione comunale». Piromalli aveva inoltre richiesto di essere autorizzato ad «effettuare la razionalizzazione dell’acqua durante le ore notturne», ma adesso, mutato totalmente lo scenario della politica locale, ecco che i cittadini di Spadola attendono con ansia che il neo eletto sindaco possa dimostrare presto, così come prospettato sulla carta, di essere capace di porre rimedio ad una penuria idrica che ha già destato non poca irritazione.
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