Martedì, 07 Ottobre 2014 08:39

Serra, centrale idroelettrica. La provocazione di Paolillo (Wwf):‘Trasferite S. Bruno in Germania’

Scritto da Redazione
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mini santa_mariaSul caso della centrale idroelettrica che dovrebbe sorgere a Serra San Bruno, nel cuore del bosco di Santa Maria, a poche centinaia di metri dall’omonimo santuario e dalla Certosa di San Bruno da Colonia, a pronunciarsi sul fatto è stato Pino Paolillo, responsabile del Wwf Calabria. 

«Guarda caso – ha spiegato Paolillo in una nota diffusa oggi – proprio nel giorno dedicato a San Bruno, mentre nella cittadina montana si prepara la festa del Patrono, apprendo di un progetto per la realizzazione di una centrale idroelettrica a due passi dalla Certosa e dal Bosco di Santa Maria, la stessa zona dove è attiva una centrale che brucia alberi e dove il Comune vorrebbe aumentare le tasse dello 0.3% visti i mancati introiti del mancato taglio degli abeti secolari dell’Archiforo. I soliti ambientalisti gridano allo scandalo, ricordando che ci troviamo di fronte ad un’area protetta e carica di spiritualità, un vero oltraggio alla memoria di quel frate Brunone da Colonia che poco meno di mille anni fa scelse di vivere (e di morire) da queste parti, attratto dall’amenità e dal silenzio dei luoghi per stare più vicino a Dio». «In realtà da allora le cose sono cambiate – prosegue il responsabile del Wwf – e di spirituale a Serra c’è rimasto davvero ben poco, se non fosse per gli ultimi monaci di clausura, assediati dal clamore e dalla lordura della società dei consumi a base di grigliate nel bosco, bancarelle e auto strombazzanti. E allora, considerato che la presenza delle spoglie del Santo e i vincoli del Parco rappresentano dei possibili ostacoli allo sviluppo economico del comprensorio, perché non trasferire i sacri resti nella sua patria natale?». «In fin dei conti – prosegue nella nota Paolillo, con tono provocatorio – San Bruno è diventato un elemento estraneo al contesto generale fatto di corsa verso il progresso e l’emancipazione delle genti locali: in attesa che venga ultimato entro il secolo il volano dei volani (la famosa trasversale), si punta tutto sullo sfruttamento “ecocompatibile” della natura, alla faccia dei programmi di rilancio del cosiddetto “turismo religioso e delle aree protette”. E’ vero che così, dopo il ritorno in patria del Santo, non scenderanno più Papi a benedire i locali, ma la speranza di un’asfaltata alle strade “sgarrupate” potrà legarsi alla visita di qualche sottosegretario o ministro all’economia e allo sviluppo. Se poi a qualcuno venisse voglia di respirare davvero un po’ di atmosfera di pace e di santità – conclude Paolillo – dove non si ballano tarantelle e si ha rispetto dei luoghi e dello spirito, possiamo sempre consigliare un bel viaggio organizzato ad Assisi».

 

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