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SERRA SAN BRUNO – Commozione e tanti fiori. I funerali di Silvana Ricca, la 55enne deceduta all’alba di lunedì scorso a causa di un presunto caso di malasanità per il quale indaga la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, si sono celebrati ieri pomeriggio nella Chiesa Matrice. Quella “madre di tutte le chiese” che ha accolto in grembo una figlia sfortunata, dal destino beffardo e crudele e che, nella penombra dell’Eucaristia, ha soffocato il singhiozzo dei pochi che di Silvana Ricca ne hanno conosciuto la storia e la profonda umanità. La signora Silvana era catanzarese e per quell’equivoco della ragione che si chiama amore, si era trasferita nella cittadina della Certosa, dando alla luce due figli. Ma la sua vita, sin dalla giovinezza, fu segnata dall’insulto di quella malattia che, prende compagne di giochi e restituisce incubi e fantasmi. Così, per un fragile vascello come lei, affrontare la burrasca della vita fu terribile, ogni giorno il peso dell’anima, ogni giorno un nuovo giorno da buttare nella pattumiera. Poi la svolta ed un bagliore di luce.
Dopo tanti anni di sofferenza e solitudine, la possibilità di tornare in famiglia per assaporare consapevolmente l’amore dei propri cari, a cui, in questi anni passati insieme, la signora Silvana ha regalato quella goccia di splendore che solo una mamma e una moglie possono donare. Don Alessio, nel celebrare i funerali ha sottolineato come «celebrare i funerali di domenica è come celebrare la Resurrezione». E poi, riferendosi alla circostanza del mancato posto presso l’ospedale San Bruno, il parroco ha aggiunto: «Se Silvana non ha avuto un posto all’ospedale, sicuramente lo avrà trovato in Cielo».
Silvana Ricca, 55 anni, è deceduta nella mattinata di lunedì scorso dopo che, secondo quanto ricostruito sulla base delle dichiarazioni dei familiari, nella serata di domenica aveva accusato forti dolori addominali. Lanciato l'allarme, non essendo disponibile l'ambulanza in dotazione all'ospedale serrese, perché impegnata in un altro servizio è stato chiamato il medico di guardia che ha consigliato ai parenti di portarla al pronto soccorso. Dopo circa mezz’ora di attesa, la donna è stata visitata dai sanitari di turno che le avrebbero somministrato alcune flebo e dei medicinali antispastici. Poi il ritorno a casa. Alle osservazioni del figlio della donna sull'opportunità di un ricovero, inoltre, sarebbe stato risposto che non era possibile per la mancanza di posti disponibili. Da qui la denuncia ai carabinieri del figlio Francesco e l’inchiesta aperta dal sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Michele Sirgiovanni, con la conseguente autopsia ad opera del medico legale incaricato dalla procura Katiuscia Bisogni, che però, al momento non è riuscita a chiarire le cause del decesso, essendo necessario a tal fine l’esito dell’esame istologico.
(articolo pubblicato su 'Il Quotidiano della Calabria')
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