Nei suoi confronti era stata sollevata l'accusa di violenza privata aggravata dalle modalità mafiose, ma i legali dell'ex componente della squadra di governo capitanata da Bruno Rosi sono riusciti, invece, a provare l'estraneità del loro assistito rispetto ai reati che gli venivano contestati. 

Zaffino – scarcerato tre mesi dopo l'arresto e, precisamente, a febbraio 2013 – fu eletto consigliere comunale nelle fila del Pdl alle amministrative del 2011 con un vero e proprio boom di consensi. Zaffino fu poi nominato assessore nella giunta pidiellina guidata da Bruno Rosi anche se, a dicembre 2011, fu defenestrato all'improvviso dall'esecutivo con la motivazione della necessità – spiegò Rosi all'epoca – del «rilancio dell’attività amministrativa». Motivazioni, queste, che lo stesso Zaffino reputò non veritiere, tanto che nel corso della successiva seduta di consiglio comunale l'ex assessore invitò il primo cittadino a «sviscerare la verità» sulla sua estromissione. 

Pochi giorni dopo l'arresto di Zaffino – sospeso e non reintegrato nella carica di consigliere comunale – il Prefetto di Vibo aveva nominato una Commissione d'accesso agli atti per verificare l'eventuale sussistenza di infiltrazioni mafiose nell'operato dell'amministrazione comunale serrese e nella libera determinazione degli organi elettivi. Procedimento, questo, poi conclusosi con l'archiviazione.

Assolti, oltre a Zaffino, anche Marcello Cirillo, di Fabrizia, e Bruno Cosimo Damiano Vallelonga, di Mongiana, quest'ultimo difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Fazio. La sentenza, sempre con riguardo a Vallelonga, ha disposto altresì il dissequestro delle quote della società "Due Monti Legnami"

Il Tribunale di Locri ha, invece, inflitto 15 condanne per un totale di oltre 150 anni di reclusione; 23 le assoluzioni mentre per 5 imputati è stato dichiarato il non doversi procedere per prescrizione del reato.