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E' stata revocata la confisca dei beni al boss di Limbadi, Antonio Mancuso, 77 anni, ed alla moglie Maria Cicerone. A deciderlo è stata la Corte d'Appello di Catanzaro, che ha dunque annullato il provvedimento riguardante proprietà e capitali per un valore di circa 2,5 milioni di euro. La confisca era stata applicata nell'aprile del 2012, ed il verdetto della seconda sezione penale della Corte d'appello è arrivato dopo un annullamento con rinvio operato dalla Cassazione il 19 settembre.
Antonio Mancuso – ritenuto capo indiscusso dell'omonimo clan della 'ndrangheta – è comunque stato già definitivamente condannato nel processo "Dinasty" ad una pena di 11 anni di reclusione, e si trova attualmente in carcere in quanto arrestato nuovamente nel marzo 2013 nell'ambito dell'operazione "Black money".
I beni sono stati dunque restituiti alla disponibilità dei coniugi Mancuso-Cicerone, in quanto – secondo la Corte d'Appello di Catanzaro – la perizia effettuata sugli stessi dimostrerebbe un'esiguità sperequazione rispetto ai redditi dichiarati e derivanti dalla conduzione di un'impresa agricola e dai contributi comunitari dalla stessa ricevuti nel corso degli anni.
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