A rivelarlo è stata la dirigente nazionale Mara Malavenda, che ha inoltre annunciato la costituzione di parte civile da parte del sindacato nel procedimento penale che dovrà instaurarsi. 

La vicenda si riferisce, dunque, al caso scoppiato in diretta tv, alcune settimane fa, quando nel corso del programma di Raitre il sedicente sindacalista era stato filmato mentre era intento, durante un colloquio, a chiedere 650 euro per garantire ad un assistito un’occupazione su delle navi in cerca di personale. Una prassi che, si era intuito dal seguito della trasmissione, era già stata utilizzata più volte dall’uomo che operava in un immobile all’esterno del quale era affissa la targa dell’organizzazione sindacale Slai Cobas - Sezione Marittimi. 

Mara Malavenda, firmataria della denuncia-querela presentata stamattina alla Procura in nome e per conto del coordinamento nazionale di Slai Cobas: ha dichiarato «Carmelo Furciniti (il sedicente sindacalista ndr) non è altro che la punta dell’iceberg dell’inquietante vicenda, atteso che lo stesso, pur incassando illecitamente la somma di 650 euro da ciascuno dei 60 malcapitati, effettivamente procurava loro un lavoro su una della tante navi disponibili. Quindi, e di conseguenza, alle “spalle” del Furciniti non può non sussistere una rete organizzata e/o singole persone dedite a favorire gli imbarchi sulle navi tra l’altro mediante l’uso illecito della sigla Slai Cobas, nonché ulteriori e specifiche complicità, contatti ed “entrature” illecite nei relativi ed evidentemente collegati ambienti armatoriali».