Il presidente dell’Ambito territoriale di caccia VV1, Giuseppe Pellegrino, ha scritto al presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo e al direttore del Dipartimento Agricoltura e Risorse agroalimentari della Regione, Giacomo Giovinazzo, per lo svolgimento dell’attività venatoria nel territorio regionale.

«In ragione del fatto che la caccia è un’attività̀ che si pratica prevalentemente in solitudine e in luoghi aperti quali montagne o distese, per cui il contatto tra individui è reso difficoltoso dall’essere intrinseco della stessa - scrive Pellegrino - si chiede di voler intraprendere tutte le iniziative necessarie per evitare che la caccia rimanga chiusa a seguito del dpcm, nel rispetto delle disposizioni contro il contagio da Covid-19, e di adottare ogni provvedimento indispensabile alla pratica della caccia». Per Pellegrino è necessario «riaprire la caccia in modalità̀ singola e, per quanto concerne la pratica della caccia al cinghiale, far partire momentaneamente la caccia di selezione e appena possibile, in base all’emergenza Covid, anche quella in squadra e di disporre la posticipazione della chiusura della stessa alla data del 31 gennaio 2021 in modo da poter consentire il contenimento della specie sul territorio con elevata incidenza di danni da fauna selvatica a cose, persone e colture». Secondo il presidente, «se ciò non avvenisse si vanificherebbero tutti gli sforzi fatti dalla Regione e dagli ATC per prevenire e contenere i danni alle culture aggravando ancora di più la precaria situazione economica degli agricoltori della regione e del nostro territorio in particolare. In questi anni la problematica del soprannumero ha causato e continua a causare situazioni di pericolo per i tanti cittadini, considerato che i cinghiali si avvicinano sempre di più ai centri abitati ed addirittura molte volte scorrazzano negli stessi. Ciò - conclude Pellegrino - anche al fine di consentire ai cani, impiegati esclusivamente nella pratica della caccia, di poter effettuare addestramento ed esercizio, evitando così che rimangano costretti alla sedentarietà, con conseguente sofferenza».