Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Forse non è mai davvero troppo tardi per continuare a sperare che la verità emerga. Prendete, ad esempio, un caso di cronaca nera riapparso sulle testate giornalistiche proprio in queste ultime ore: l’assassinio di Roberta Lanzino, una battaglia per la giustizia iniziata ormai 27 anni fa, esattamente dal giorno in cui la ragazza di Rende fu violentata ed uccisa.
Quasi un trentennio dopo, i Ris di Messina hanno depositato una perizia di 63 pagine alla Corte d’Assise di Cosenza, attraverso la quale spiegano di essere riusciti a isolare il liquido seminale ritrovato nel terriccio del luogo dell'omicidio. Eppure ne è passata di acqua sotto ai ponti dal quell’ormai lontano 1988. Ne hanno provato sconforto e dolore i cuori dei familiari di Roberta, gli stessi che adesso – ancora caparbiamente assetati di giustizia – hanno accolto l’annuncio dei Ris con entusiasmo.
Non sappiamo se nel prossimo futuro anche per il caso di Pasquale Andreacchi possa finalmente iniziare a scorgersi una flebile luce in fondo al tunnel. Tuttavia in questi cinque anni che ormai ci separano dal ritrovamento dei suoi resti, rinvenuti in un boschetto alla periferia di Serra San Bruno, di annunci se ne sono sentiti tanti, a volte in merito alla riapertura del caso, altre ancora rispetto all’imminente individuazione del o dei colpevole. Di quelle bestie capaci di trucidare, dopo un colpo d’arma da fuoco sparato in piena fronte, un ragazzino di poco più di diciotto anni. L’impressione di tutti, già dalle prime ore della scomparsa, fu che le indagini stavano camminando lente, azzoppate da una serie di negligenze di cui poi nel tempo ci si accorse con piena coscienza.
Proprio il 15 gennaio di cinque anni fa veniva comunicato alla famiglia del giovane l’esito del Dna effettuato sui quei resti ritrovati sparpagliati per terra, in un bosco, come coriandoli. Era lui, quelle ossa scarnificate, lucide come se fossero state date in pasto agli animali selvatici, gli appartenevano. I timori, dopo tutto, erano tanti. A chi sarebbe potuto appartenere un femore così lungo – trovato, qualche giorno prima, assieme al teschio in un cassonetto dell’immondizia a pochi metri di distanza da quel bosco –, se non ad una “gigante buono” di oltre due metri?
E così ancora una volta, una data intrisa di dolore e buio fa riaffiorare anche alla nostra memoria il dolore di quei giorni tragici, fatti di terrore, di sangue, di violenza inaudita, ma soprattutto di tanti punti interrogativi ancora rimasti irrisolti. Un dolore che, però, assilla e tormenta in maniera incessante le coscienze di una madre e di un padre, dei fratelli, delle sorelle. Una famiglia, lasciata sola, che non ha mai smesso di piangere, di provare sconforto senza mai però farsi abbandonare dalla fiducia verso l’operato delle forze dell’ordine e della magistratura. «Sono passati cinque anni da quando abbiamo appreso che quei resti sono tutto ciò che resta del corpo martoriato di Pasquale. E da cinque anni speriamo solo di avere giustizia, vogliamo lottare per sapere chi ha ucciso “il nostro gigante” – spiegano i genitori di Pasquale in una nota diffusa da “Ammazzateci tutti” – e non ci fermeremo fin quando questa giustizia non arriverà».
«Abbiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine e anche in quel giudice che prima o poi dovrà decidere la condanna degli assassini. Non è facile sapere che gli assassini sono fuori a godersi la vita come se niente fosse mentre Pasquale non c'è più e noi siamo sprofondati nel dolore più atroce. Ancora una volta ci rivolgiamo a chi sa o ha visto: abbattete il muro di omertà perché la mafia uccide ma il silenzio e l’indifferenza uccidono una seconda volta, con il vostro silenzio siete complici. Pensate che tra di noi si aggira un assassino, Pasquale deve essere il figlio di tutti noi, era un ragazzo buono e dolce con tutti. Noi non chiediamo altro, solo giustizia per Pasquale affinché riposi in pace». La speranza è che il giorno della verità, offuscata per così tanto tempo, possa finalmente arrivare anche per il tragico assassinio di Pasquale Andreacchi.
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